Kimberley è il capoluogo e l'unica città di una certa rilevanza della provincia del Capo Settentrionale, benché si trovi in effetti proprio sul confine orientale di questa e il suo aspetto ricordi più un paesone di campagna ingrandito che una città.
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La località riveste però una significativa importanza nella storia del paese perché, oltre ad essere stata uno dei punti cardine della seconda guerra anglo-boera, dagli ultimi decenni del XIX secolo fino all'inizio del XX è stata il centro principale dell'industria dei diamanti. Le prime scoperte di queste pietre preziose nel 1866 e 1871 richiamarono infatti folle di minatori e avventurieri in cerca di fortuna facendo crescere l'insediamento iniziale molto velocemente fino a farlo diventare la più ricca e importante città della zona. Fu sempre qui che l'imprenditore Cecil Rhodes, figura politica molto contestata ma indubbiamente fondamentale nella storia del Sudafrica, fondò la società De Beers arricchendosi a dismisura. Oggi, sia il principale sito minerario che diverse testimonianze di questo passato glorioso sono visitabili rendendo Kimberley una tappa di sicuro interesse durante un viaggio on the road nella nazione arcobaleno. |
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COME ARRIVARE, COME MUOVERSI E DOVE DORMIRE
Kimberley si trova su un altopiano desolato a 1200 metri di altitudine e più o meno nel centro geografico del Sudafrica.
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lungo la strada |
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Città del Capo si trova poco meno di 1000 km a sud-ovest mentre Johannesburg quasi 500 km a nord-est lungo la N12 e ci sono alcune compagnie di autobus che le connettono entrambe. La città è anche servita da un piccolo aeroporto con voli nazionali e da una stazione ferroviaria con corse che però non passano ogni giorno. Il centro storico è piccolino, tuttavia l'ingresso dello storico sito minerario si trova sul lato esterno e quindi chi non dispone di un'automobile dovrà comunque affidarsi a un taxi. L'abitato non pullula inoltre di offerte di alloggio e quelle che ci sono si trovano ben sparse nell'area urbana, quindi è probabile ritrovarsi a dormire in periferia. Tra queste, il Camelot Country Lodge si trova appunto in campagna a una decina di chilometri dal centro e non è immediato da trovare (google maps e il suo navigatore sono indispensabili) ma le camere sono di ottimo livello e hanno un elevato rapporto qualità/prezzo. |
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COSA FARE E COSA VEDERE
IL VIAGGIO DA PORT ELIZABETH A KIMBERLEY
Gli 800 km scarsi che separano Kimberley da Port Elizabeth o Addo costituiscono un trasferimento oneroso che richiede l'intera giornata, tuttavia lungo il tragitto si attraversa una grande varietà di paesaggi e si incrociano alcune cittadine che meriterebbero una sosta e un po' di attenzione, per cui vale la pena spendere qualche parola su questo percorso. |
tratto sterrato |
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Invece di puntare subito a nord lungo la R335 inerpicandosi sulle montagne che delimitano la fertile fascia a ridosso della costa, il navigatore ha preferito dirigersi verso ovest tra frutteti e le coltivazioni per svoltare a nord una volta che la catena si è abbassata attraversando gli abitati di Jansenville e Graaff-Reinet. Proprio quest'ultima cittadina presenta diversi motivi di interesse poiché è la più antica della provincia e una delle più antiche in assoluto del paese, potendo contare su un nutrito numero di edifici storici coloniali classificati come monumento nazionale, tra i quali spiccano la Cattedrale e alcuni palazzi di stampo commerciale. Questa è anche un buon punto per fare il pieno di carburante e fare acquisti poiché una volta superata, i centri abitati, già prima piuttosto distanti tra loro, si fanno ancora più radi e nella maggior parte dei casi si tratta di villaggi di importanza secondaria (che di domenica somigliano quasi a delle città fantasma). |
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Già prima di Graaff-Reinet la strada inizia una lenta ma costante salita per raggiungere la zona degli altopiani centrali e il paesaggio comincia a cambiare dalle fertili pianure all'ambiente più spoglio e selvaggio del Little Karoo. Dopo la città si incontrano però le prime montagne e si entra nel cuore semidesertico del Great Karoo col suo scenario aspro e roccioso, gli incontri si fanno molto più infrequenti (a parte per i gruppi di scimmiette di montagna ai lati della strada) e le città attraversate, Middelburg e Neupoort, sembrano molto più "di frontiera". A Colesberg si attraversa la direttrice N1 che collega le due principali metropoli del paese, ma invece di proseguire in direzione nord-ovest per andare a prendere la N12, il navigatore indicava il nord-est per un risparmio di chilometri che però ha portato ad alcune sorprese. |
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Innanzitutto il ponte sul fiume Orange, il più lungo e importante del Sudafrica, poi l'attraversamento del villaggio di Philippolis, altro antico insediamento coloniale con diversi edifici di pregio classificati come monumento nazionale e un aspetto generale da far west, per arrivare al culmine all'uscita di quest'ultima: 60 km di pista sterrata tra fattorie isolate, pascoli e praterie desolate, in completo silenzio e incontrando al massimo un altro paio di veicoli (il fondo era però molto ampio, liscio e in ottime condizioni, quindi a parte un po' d'ansia, questo tratto non ha creato alcun problema e anzi, l'emozione è stata non indifferente; l'alternativa sarebbe stata dirigersi verso la città di De Aar una volta sorpassata Middelburg oppure andare per la R369 dopo Colesberg), per rientrare sull'asfalto in corrispondenza della cittadina rurale di Fauresmith ed effettuare l'ultima volata fino a Kimberley. |
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COSA FARE E VEDERE A KIMBERLEY
Come detto, Kimberley è indissolubilmente legata alla sua miniera di diamanti, la più antica del Sudafrica, il cui sito si trova in pieno centro ed è ora stato trasformato in museo.
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La particolarità è che gli scavi hanno dato vita a un impressionante cratere, lo scavo a mano più grande del mondo: il Big Hole misura quasi mezzo chilometro di larghezza e 215 metri di profondità, gli ultimi 40 ora riempiti d'acqua, tuttavia le gallerie laterali e secondarie arrivano anche a un chilometro sotto terra. Sul fianco occidentale del cratere, il museo dedicato ai diamanti e alla loro estrazione rappresenta il fiore all'occhiello della città poiché permette di ammirare la grande buca da una piattaforma panoramica e consta di varie strutture annesse che mostrano i vari macchinari, simulano l'ambiente sotterraneo e ripercorrono la storia della corsa ai diamanti per un'esperienza di sicuro interesse. |
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Tutt'intorno al museo e all'interno della recinzione del sito del cratere sorge poi un pittoresco villaggio fatto di edifici ottocenteschi in legno originali e ricostruiti dove rivivere l'epoca d'oro della città: alcuni di questi ospitano bar, hotel e negozi di souvenir, ma in molti si può entrare liberamente per prendere coscienza di com'erano al tempo le abitazioni o le attività commerciali, aprendo una finestra sulla vita dei minatori e della popolazione che girava intorno alla miniera. Il complesso che include il Big Hole, il museo e il villaggio minerario annesso, vale da solo la fatica di arrivare fino a Kimberley, anche perché per il resto la cittadina non ha proprio moltissimo da offrire. |
villaggio minerario |
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Il centro è invece piuttosto bruttino e l'unico pregio, a parte una certa genuinità che in Africa un poco di interesse la suscita sempre, è la presenza di qualche edificio che testimonia il ricco passato della città e di qualche museo: il bel Municipio, il Kimberley Club e la casa dello storico presidente della De Beers, Harry Oppenheimer, sono alcuni esempi. Lo stesso vale per il lindo quartiere residenziale a sud-est del centro, dover si segnalano la splendida residenza Dunluce, la Rudd House, l'Halfway House Hotel e la sede del museo Mc Gregor. Un monumentale memoriale ai caduti durante l'assedio nella guerra anglo-boera presidia infine una rotatoria a sud del centro. |
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DOVE MANGIARE E DOVE USCIRE LA SERA
Tra tutte le città con un almeno un minimo di rilevanza, Kimberley è quella che meno si è prestata a una qualche attività serale.
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kimberley centro |
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Il centro di notte è molto buio e molto losco, ma in città ci sono alcuni celebrati pub storici sia nella zona del villaggio-museo minerario che intorno al centro, tuttavia di domenica alle otto di sera era tutto irrimediabilmente chiuso. In questi casi, la salvezza può arrivare dalle catene di fast food che hanno sempre qualche sede lungo le vie principali in periferia, dove fermarsi in macchina e trovare da mangiare anche se è leggermente più tardi. In particolare, vale la pena di spendere qualche parola su quelli nazionali: gli hamburger di Steers sono per esempio di qualità decisamente superiore a quelli dei classici fast food internazionali; anche Wimpy può essere una buona soluzione visto che propone anche qualche piatto più elaborato; Debonairs infine è per la pizza, anche se qui qualche remora in più ce la metterei ma, a tal proposito, stupisce la quantità di pub e ristoranti in Sudafrica che serve pizza, in casi non isolati provvisti anche di forno a legna.(4-5 agosto 2024)
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