VIETNAM (26 luglio – 31 agosto 2023)
Si, il 2023 è proprio l'anno dei conti in sospeso da regolare.
Il 99,9% delle persone cui ho detto che quest'estate andavo in Vietnam ha risposto: "ma non ci eri già stato?".
No, dannazione!
Nel 2020 era tutto pronto e organizzato, avevo preso il biglietto aereo 9 mesi prima.
cartoline da pak kret |
thonburi |
Il visto tuttavia dura al massimo 30 giorni, quindi non potevo fare a meno di passare un po' di tempo a Bangkok, che è si enorme, caotica, sporca, inquinata, umidissima e rovente (oddio, in effetti in questi giorni a Roma è più caldo, è che come al solito quando entri nello skytrain tocca fare a pizze coi pinguini visto che l'aria condizionata è regolata invece sui 10 sottozero, così rischi di fregarti subito), ma non si può non amarla follemente.
E per rinnovare la mia passione per la città degli angeli, il primo giorno me ne sono andato a completare un'incursione nella zona di Thonburi iniziata 4 anni e mezzo fa.
Questa parte della città sulla sponda occidentale del fiume ancora percorsa da diversi canali era rapidamente diventata la mia preferita della metropoli, con una moltitudine di scorci pittoreschi sull'acqua, tante case di legno vecchio stile, spaccati di vita che ricordano, pur se lontanamente, quando le attività, il commercio e gli spostamenti si basavano sui canali e infine mercati dedicati prevalentemente ai residenti.
sempre thonburi |
Ci è voluta la mia quinta volta qui per scoprire che dietro il centro commerciale Siam Square c'è una via pedonale con tanti neon, negozi e struscio, soprattutto giovanile ma non solo: il bello di Bangkok è che non si finisce mai di conoscerla.
Vabbè, però troppo Bangkok stroppia.
Dopo un po' viene voglia di uscire da quel casino, ma quello che proprio non manca sono le alternative per una gita fuori porta.
souvenir |
pausa a ko kret |
Così: sveglia di buon ora, diretto al Victory Monument e via a cercare l'autobus di linea giusto (lo scassone giusto per dirla tutta, però c'era l'aria condizionata).
E in un attimo eccomi su un battellino che attraversa il Chao Phraya scaricandomi su un'isoletta fluviale di cui avevo molto sentito parlare e mi tirava un sacco.
Ko Kret in effetti mantiene tutte le sue promesse: non ci sono auto ma solo bici e scooter e ci si immerge in un piacevolissimo paesaggio rurale tra campi, natura selvaggia, casette di legno o colorate su palafitte con deliziosi giardini, tanta acqua e scorci indimenticabili sul fiume. Il posto è anche famoso per la produzione di ceramiche e così tra una pedalata e un iced coffee fai pure in tempo a comprarti qualche coccetto.
Ieri è stata veramente una giornata perfetta.
Oggi però sono andato ancora più a nord, fino alla città di Lopburi, dove mi fermo anche per la notte.
Anche qui volevo venirci da tempo, per i templi e le aree archeologiche che sono davvero notevoli ma, come tutti, anche per le centinaia di scimmiette che la popolano.
bestiacce |
lopburi |
C'è da dire che a Lopburi il caldo è l'umidità sono maggiori che a Bangkok, quindi anche io sono arrivato alla guesthouse grondante di sudore e probabilmente ben lontano dall'odorare di violetta. Montare su uno scooter e prendere aria mi ha però aiutato (mai quanto la doccia prima di cena però) e anche qui mi sono buttato tra campi e scorci fluviali lasciando libero sfogo al lato bucolico che è in me.
Domani si torna nella metropoli, di idee su cosa fare ne ho parecchie, vediamo cosa esce fuori.
La domenica bisognerebbe approfittare per allontanarsi dalle zone più centrali di Bangkok, andare magari in uno dei mercati del week end come l'immenso Chatuchak o uno di quelli galleggianti, ma sarà che da Lopburi sono tornato che era già ora di pranzo, sarà che sono appena all'inizio di un lungo viaggio ed è prematuro fare acquisti che poi dovrò trasportare sul groppone per un mese (e poi di mercati galleggianti ne vedrò a iosa), sarà che dopo vari giorni fortunati assolati oggi era invece uggioso e piovosetto, me ne sono rimasto in centro a cazzeggiare cercando le vecchie magioni tradizionali (tipo Jim Thompson House ma più in piccolo per capirsi) sperse tra i grattacieli...e qualcuna l'ho anche trovata, specialmente vicino alla riva del fiume a sud di Chinatown. Alla fine però al mercato ci sono andato, quello notturno, a cena. Un bel casino.
animaletti a bangkok |
Viaggio noioso? No, grazie a 1, 2, 3, 4, 7a e 7b (così chiamati in base agli anni che avevano: 1 era più un 1,5 e si, c'erano anche 4 donne e 2 uomini, verosimilmente i genitori) che mi hanno circondato: 1, di fronte a me, si sporgeva dal finestrino estasiandosi per ciò che vedeva è non stava fermo un attimo, tra l'altro calpestandomi di continuo poiché troppo piccolo per controllare bene i movimenti; la bimba 2 si muoveva meno, ma chiacchiarava un sacco lanciando sorrisi e smorfiette a tutto il vagone con la sua faccina simpatica; 3 era deliziosa e un bel tipetto, sedeva alla fila davanti ma veniva spesso a lisciarsi il papà e a sgranocchiare snack con 1; 4 era molto buono, si è fatto notare solo quando con fare da vero ometto è venuto a portare un biscotto a 2; 7a era parecchio quieta, si affacciava solo per richiamare 3 a posto, ma mai come 7b, carinissima nella sua divisa scolastica con le treccine e la mascherina (con quel caldo povera piccola), è stata tutto il tempo in silenzio con le braccia in grembo e se non avesse sbattuto ogni tanto gli occhi guardando fuori avresti pensato che fosse disegnata. Alla fine il viaggio è passato velocemente sogghignando mentre osservavo 1, 2 e 3. Al ritorno invece ho dormito.
Ah, il palazzo reale di Bang Pa In è un bel posto.
ma come? |
Qualche curiosità apprezzata finora:
- l'80% delle persone sullo skytrain e sulla metro porta ancora le mascherine;
- più ci si allontana dal mare e più il caldo è peggiore, a Lopburi per esempio era peggio che a Bangkok, però la sera era invece un pochino meglio;
- nella stazione di Lopburi la polizia turistica è venuta a intervistarmi, a lasciare il loro biglietto da visita e si sono fatti anche la foto con me mentre me lo davano;
- lungo le tratte in treno si passano delle stazioncine in legno deliziose;
- ho visto adolescenti thailandesi coi famigerati calzoni con elefanti, ora li ho anche io perché a Bang Pa In in calzoncini non si poteva entrare e ho dovuto comprarmeli (tanto costano meno di 3 euro), c'è da dire che sono leggerissimi.
E insomma: Vietnam, era ora!
Atteso, sognato, bramato.
in crociera |
si pagaia |
Detto così pare quasi uno sforzo vero?
No, la baia è eccezionale, una meraviglia assoluta e nonostante il tempo nuvoloso e la pioggia a tratti (che comunque ha lasciato ampi periodi asciutti per fare i vari sbarchi, attività e godersi pure un bagnetto e un po' di spiaggia) non perde assolutamente in fascino, anzi, forse quell'aria ammantata lo aumenta addirittura.
Però è talmente famosa, talmente imperdibile, che uno ha quasi l'ansia da prestazione quando si trova da queste parti, quindi vai, facciamola subito, rimaniamo incantati com'è giusto che sia e poi possiamo finalmente andare a cercare i posti belli ruspanti come piacciono a me.
Tra l'altro è stata la mia prima crociera...e due giorni e una notte sono bastati a confermarmi che non sono un tipo da crociera (domanda: quanti di voi hanno letto "una cosa divertente che non farò mai più "?).
relax in canoa |
cabina da crociera |
La cittadina è per famiglie vietnamite in vacanza, però con gli ambienti circostanti meravigliosi e un po' di spiagge. Nel pomeriggio ha anche smesso di piovere e mi sono potuto fare un tuffo, però c'era molta onda. E per finire, una mega mangiata di pesce.
Il tempo continua a non essere clemente, però a parte qualche debole e sparuto scroscio non piove anzi, oggi verso l'una e mezza ha fatto persino capolino il sole...che emozione, sentivo uno strano calore diretto addosso.
paperelle |
A Ninh Binh, dove sono ora, di acqua ce n'è tanta pure per terra, d'altronde se ci sono tutte queste risaie che circondano le colline calcaree ricoperte di vegetazione un motivo ci deve essere, mica può essere solo pioggia.
Il posto merita moltissimo, davvero scenografico. E così basta ricordarsi la mantellina antipioggia (sono stato previdente, avevo studiato) e i sandali per non bestemmiare troppo quando passi sul fango e via in scooter a infilarsi per stradine di campagna e scovare panorami, grotte e templi.
E adesso andiamo off topic: gli asiatici, più di altri, hanno un problema con le foto, ma davvero.
In questi luoghi paesaggisticamente clamorosi si vede una moltitudine di donne tutte acchittate con vestitini colorati di raso o simili, trucco e parrucco, che monopolizzano gli angoli più pittoreschi con veri e propri shooting fatti quasi sempre da un parente o dall'amica con cui poi si scambia di ruolo, la maggior parte ragazzette tra i 16 e i 24 anni (ma ne ho viste anche di 10, vestite a colori pappagalleschi, trecce e ciuffi, trucco pesante, belle come il sole ma poverine, in maglietta e calzoncini avrebbero sofferto molto meno), carine per carità, ma poi le vedi arrancare sui gradini delle lunghe scalinate per i punti panoramici tenendosi le gonne per non inciampare e sudando (io stavo buttando più liquidi delle cascate dell'Iguazu, ma ero in maglietta e ciavatte e sticazzi che sudo, era messo in conto).
babbione |
Ma poi alla fine, il luogo conta qualcosa?
Bah, meglio il gruppone di babbione locali che al tramonto nello spiazzo centrale di Tam Coc faceva balletti e ginnastica in musica (le foto, sia delle ragazzette che di queste ultime signore attempate le ho fatte con la fotocamera e non col cellulare, quindi non posso pubblicarle ora).
E ora, bus notturno verso le montagne e l'altra destinazione da "ansia da prestazione".
Ecco, se finora mi aveva sostanzialmente detto bene col tempo - nuvoloso ma a parte qualche sporadico scroscio soprattutto durante i trasferimenti in bus o nave quasi niente pioggia - a Sapa il caro Giove pluvio si è ripreso tutto con gli interessi.
Due giorni di pioggia quasi ininterrotta.
compagno fedele |
bimba hmong |
Posti bellissimi, mamma mia però quanta acqua e fango ho preso!
Oggi forse è stato anche peggio di ieri, la giornata è infatti cominciata con un viaggio di mezz'ora in motoretta sotto l'acqua con la visiera del caschetto che mi sgocciolava addosso.
In tutto ciò però: le ho portate per due settimane sul groppone, ce le porterò per le altre 3 settimane di viaggio che mi mancano, ma questi due giorni le scarpe da trekking sono state una vera mano santa.
Ha smesso di piovere ed è uscito addirittura un po' di sole solo oggi pomeriggio, verso la fine del trekking, giusto per mostrarmi i colori al massimo e svelare le piene potenzialità della valle, ma comunque le cime delle montagne sono rimaste incappucciate.
Ieri ho fatto dei giri da solo in posti raggiungibili autonomamente, oggi invece ho fatto uno splendido trekking guidato verso i villaggi hmong. Quello che mi ha colpito è che ho incontrato quasi solo donne: la mia guida, una dolce e tosta ragazza di 27 anni, mi ha spiegato che la loro società è fortemente patriarcale e che le donne si fanno un culo come un secchio mentre gli uomini per la maggior parte bevono e cazzeggiano e che lei si è sposata vecchissima (a 21 anni) perché invece i suoi genitori sono gajardi e l'hanno fatta studiare (tra l'altro il famoso viaggio in motoretta l'ho fatto con suo fratello minore mentre quello di ritorno, senza pioggia per fortuna, col padre).
tanto fango |
quando passa 'sto carro? |
Domani si torna ad Hanoi, per visitarla stavolta.
Dopo 6 ore di viaggio tutte col sole pieno, il primo da quando ho messo piede in Vietnam, è bastato scendere dal bus per far scatenare un violento acquazzone tropicale, di quelli che in 20 minuti ti tira giù un metro d'acqua.
due gocce |
train street free |
hanoi è umida |
Ad ogni modo, la prima impressione avuta una settimana fa, quella di metropoli vivace, piacevole e autentica, sembra confermata, peccato il tasso di umidità alle stelle che ti fa essere sempre completamente bagnato, pioggia o no.
I palazzi si accalcano un po' uno sull'altro, ma spuntano tanti eleganti edifici coloniali, non solo quelli grandiosi di musei e istituzioni, ma anche semplici residenze popolari. Le strade poi, grandi o piccole che siano, sono tutte alberate e sui marciapiedi fiancheggiati di caffè e botteghe non è insolito trovare assembramenti di chioschi e bancarelle che in alcuni casi danno vita a mercati più che ruspanti: ne ho persino trovato uno pieno di animali vivi, volatili e pollame soprattutto.
Tutto ciò, la parte "commerciale" soprattutto, si amplifica nella cosiddetta "città vecchia", che è come un unico grande mercato, in buona parte dedicato ai turisti ma con macchie di genuinità assolutamente da non sottovalutare.
Poi invece c'è la parte monumentale, quella con la cittadella, il mausoleo di Ho Chi Minh e il tempio della letteratura.
ginnastica al parco |
foto mentre mi fai foto |
Hanoi mi piace, speravo però di godermela un po' meglio ma la pioggia (e pure 'sta cazzo di umidità che a 28 gradi ti fa sudare come una fontana già al secondo passo...se non proprio da fermo) ha deciso altrimenti.
Però almeno il mercato notturno nella città vecchia me lo sono potuto girare (sudando) per bene.
Cambio di prospettiva.
Un aereo mi ha portato nel Vietnam centrale, dove non è la stagione delle piogge. Infatti c'è il sole. Fa ben più caldo che ad Hanoi, però sembra più secco, almeno da fermo non sudi (google dice 37 gradi, percepiti 46...mi sa che ad Hanoi erano tipo 28 gradi, percepiti 72, come quando nella sauna butti l'acqua sulle braci per fare vapore e sudare).
ravioli destrutturati |
il dragone |
Il buongiorno si vede dal mattino (anche se in effetti era sera), dicono.
Bella Hue, città imperiale con la cittadella, le monumentali tombe degli imperatori sperse nella campagna circostante, il Fiume dei Profumi, tanti locali e vita serale.
Parliamo però di cose importanti.
Innanzitutto, la cena migliore (e probabilmente anche più tipica) finora in Vietnam, in un vicoletto scuro con quasi solo homestay che da qualche parte deve essere indicato perché me l'ero segnato: una vecchia di una homestay vedendomi dubbioso mi ha indicato un ristorantino sulla terrazza di un'altra homestay dicendomi che era buono. C'ero solo io, però la signora mi ha portato delle foglie di banano al vapore che una volta aperte nascondevano una specie di ravioli destrutturati che si raccoglievano col cucchiaio ed erano clamorosi, poi una terrina con pezzi di pesce e una salsa spessa in cui insaporire il riso lesso.
Tutto fantastico e con 2 birre ho speso in totale 8 euro.
foto ricordo |
tra i giovani |
Mi è piaciuta Hue e mi sono divertito, però tutto il giorno in giro in scooter con quel sole che menava, ora ho le braccia che vanno a fuoco, ci ho pure messo la crema ma niente (la faccia per fortuna era coperta dalla visiera del cappellino e dal casco, oltre che dalla crema, ma un po' mi brucia uguale).
Appena sceso dal treno che da Hue mi ha portato a Danang ho fatto esattamente ciò che mi aveva messo in testa il gestore dell'homestay ad Hanoi: fuori la stazione ho affittato uno scooter per 4 giorni e a Hoi An ci sono andato con quello (ci vuole non più di una mezz'ora, più o meno come da Ostia a Torvajanica, a parte il tempo perso ad aspettare sotto una tettoia che un temporalone di passaggio proprio in quel momento, con prima e dopo tutto sole, perdesse forza e rendesse sufficiente la mantellina).
Non solo.
spiaggie di hoi an |
verso my son |
Solo nella città vecchia di Hoi An mi sono mosso a piedi: è pedonale!
Che dire di quello che è forse il posto più famoso, in voga e gettonato dai turisti in Vietnam?
Che in effetti è davvero graziosa, però in certi momenti sembra di essere in uno di quei centri commerciali cinesi a tema storico, solo che le case e le botteghe sono originali e non ricostruite, però la merce in vendita sembra la stessa.
Anche quando di sera si accendono tutte quelle lanterne e i barchini con le luci colorate portano a spasso i turisti sul fiume è suggestivo, ma dopo un po' ti chiedi se sei mica al luna park. Insomma, bella è bella, accogliente pure, però è pure un po' una pacchianata.
My Son è interessante e ben organizzata, certo lontana da siti fantasmagorici come Angkor o Bagan, ma si gira piacevolmente nonostante il solleone.
Per la giornata di ferragosto sono riuscito pure ad andare in spiaggia e fare il mio terzo bagno nel Mar Cinese Meridionale: ho resistito addirittura 50 minuti perché il sole era coperto dall'immancabile (ormai l'ho capito) temporalone di metà pomeriggio, ma stavolta ero una quindicina di chilometri più a sud e l'ho solo visto passare da lontano senza prendere una goccia (fuck you temporalone!). Il posto era bello e l'acqua caldissima, sembrava pulita.
tutti a mollo dopo il tramonto |
Però che spiagge che ci sono.
Lunghe chilometri, larghissime e in piena area urbana. Curiosamente, il litorale alle quattro e mezza era praticamente deserto, la folla è arrivata una mezz'oretta dopo, quando il sole si stava già nascondendo dietro ai grattacieli (d'altronde fa molto caldo e i raggi sono potentissimi) e alle nuvole di "Lui", l'immarcescibile temporalone delle 5 o giù di lì, che però oggi è andato a smandruppare i marroni un po' più a sud.
Si sta proprio bene a Danang, ma ora ho un treno notturno da prendere.
Continua quindi il mio incedere verso sud.
ordinato a casaccio |
Nha Trang come posto per fare vita da spiaggia è se possibile ancora meglio di Danang. Gli elementi sono quelli: spiagge lunghissime in pieno centro, una bella baia con le isole davanti, acqua pulita e calda (anche se qui leggermente meno, ti dava quasi un po' di refrigerio), grattacieli subito dietro e la gente che arriva in massa quando il sole scende dietro a questi. Qui in spiaggia ci si va al tramonto, d'altronde alle donne piace restare bianche, tanto che sulla sabbia e a mollo ci vanno vestite.
Quello a Nha Trang è stato probabilmente l'ultimo bagno in mare dell'anno, perché poi mi sono subito spostato a Dalat, sugli altopiani, dove i colonizzatori francesi e successivamente tanti turisti di ogni parte del mondo vanno per sfuggire al caldo opprimente e godersi la natura e gli ambienti montani.
maniche lunghe |
aò, facce 'na foto |
In effetti la temperatura è perfetta, nella stanza non c'è l'aria condizionata e nemmeno serve, per andare sullo scooter ho dovuto ritirare fuori le maniche lunghe e, poiché ovviamente piove, ho addirittura rimesso le scarpe da trekking, così magari ci si leva un altro po' del fango di Sapa.
In effetti, oltre alle varie costruzioni coloniali francesi è bello girare per la zona ad ammirare laghi, foreste e cascate ma anche campi, piantagioni di tè e caffè e un'infinità di serre dove coltivano fiori e verdure per cui la città è famosa...e tutto senza sgocciolare come un guanciale riscaldato...certo un po' di pioggia in meno magari...
È stato bello respirare, ora però mi rituffo nel calderone per l'ultima zona di questo mio viaggio in Vietnam.
HCMC, che tutti qui continuano con naturalezza a chiamare Saigon, è l'altro faro del Vietnam.
ufficio delle poste |
bus deluxe |
Forse per questo viene visitata un tantino di corsa dalla maggior parte dei turisti.
Di carattere e di spunti invece ne ha eccome ed è piacevole da scoprire con calma.
Innanzi tutto, qui sole e nuvole, temperatura accettabile e umidità pure, per cui sono potuto tornare a macinare chilometri a piedi senza rischiare di morire disidratato o per un colpo di calore...e la cosa mi piace!
Una ventina di chilometri di camminata (dovevo sfogarmi) mi hanno portato tra mercati e angoli squisitamente vietnamiti, musei interessanti (tra i quali quella mattonata allo stomaco del museo dei residuati bellici, obbligatorio ma tosto) e palazzi storici, templi di almeno 4 religioni diverse, vialoni pedonali, grattacieli e immancabili vie d'acqua.
Proprio alla fine del giro, ancora non erano le 5 quindi in lieve anticipo rispetto al solito, è però tornato a trovarci il Temporalone Smembra-zibidei, qui in versione mega con raffiche di vento che sembravano voler tirar giù i ponteggi della cattedrale.
tunnel di cu chi |
nei tunnel |
Oh, se due indizi fanno una prova, a quanto pare ho un ascendente pazzesco sulle diciottenni vietnamite...ma una, che sò, sui 35-40 proprio no eh?
Per il resto, forse la zona più tradizionale è quella intorno all'ex quartiere cinese, ben distante da quello che può essere considerato il centro, dove fare una scorpacciata di templi (ma non mancano una chiesa e una moschea) per poi trovare ai due lati di un largo viale una lunga sfilata di erboristerie orientali.
Ora mi sono preso una pausa dalla metropoli per farmi un paio di giorni nel delta del caro vecchio Mekong.
Il Mekong è ormai come uno di quei vecchi amici lontani, che ogni tot anni rivedi col piacere di quando sembra che invece siano passati solo pochi giorni e niente sia cambiato tra di voi.
molto vietnam |
che impressione! |
Eppure questo immenso fiume di importanza seminale per i popoli indocinesi ho potuto vederlo in situazioni tra le più disparate: da linea di frontiera tra verdi campagne a simbolo di metropoli passando per via d'acqua tra le montagne e fonte di vita di città minori, fino ad arrivare qui, dove i suoi bracci ampi come laghi scorrono placidi verso il termine di un percorso che sembrava invece quasi infinito.
Mi manca solo di incontrarlo giovane e impetuoso tra le montagne dello Yunnan, ma lavoreremo anche su questo.
Ho trovato Can Tho diversa dalle altre città vietnamite: nonostante il milione e mezzo di abitanti ha un nucleo urbano centrale compatto e facile da girare a piedi e un'atmosfera quieta e piacevole, quasi da villaggio di campagna. La gente per strada ti saluta e ti sorride senza secondi fini; insomma, un posto che una sosta la merita.
Quello che invece è un po' una trappola per turisti è Il famoso mercato galleggiante di Cai Rang, dove le barchette dei venditori (quasi solo di frutta peraltro) sono un numero infimo rispetto ai barconi che trasportano turisti e dove i negozi sulle chiatte vendono la solita roba dozzinale (che però, c'è da dire, viene in effetti prodotta nelle fabbriche della zona), il tutto con sveglia alle 4:30 perché poco dopo l'alba è già tutto finito...sembra quasi una punizione.
sonno |
Ciao Mekong, è stato bello incontrarci ancora, alla prossima.
Ora sono tornato a Saigon a prepararmi psicologicamente al viaggio della speranza che dovrò intraprendere per tornare a casa e di cui parlerò direttamente dal mio divano a Genzano.
Per finire in bellezza i racconti del mio viaggio estivo: ecco dunque la cronaca del mio laborioso ritorno a casa dal Vietnam.
un passaggio? |
magioni in legno |
Poi sono venute 7 ore di scalo in Bahrain (tra l'altro i sedili della Gulf Air devo dire che sono particolarmente comodi e ho dormito come un pupo) dove sono riuscito ad uscire (cosa molto semplice in realtà, ti mettono un timbro, gli dai circa 12 euro ed è fatta) e andare a fare una passeggiata nella cittadina storica subito accanto all'aeroporto, rientrando un po' in anticipo perché mano a mano che il sole saliva il caldo diventava sempre più intollerabile, ma è stata comunque un'esperienza interessante.
ci sono |
in strada in bahrein |
a riyad |
Per finire, i classici fatti e considerazioni:
birra o città |
- la moneta vietamita è il Dong e 1 euro vale circa 26000 dong, ovviamente non ci sono monete e la banconota più piccola è quella da 1000 dong (ovvero meno di 4 centesimi di euro)...ma no, torniamo alla lira, sono tanto belle quelle monete che non valgono la carta su cui sono stampate!
- a Sapa vendevano le coppiette, non so se fossero di maiale, di certo non erano di cavallo o somaro, ma erano indiscutibilmente coppiette;
- a Ninh Binh se ne vedono parecchi, ma anche altrove, ma di certo gli allevamenti di papere un sorriso te lo strappano (e sono anche gustose);
- la popolazione del Vietnam è giovanissima, ovunque sei circondato da stupendi bambolotti e bambolette dagli occhi a mandorla incuriositi dagli stranieri, ma in effetti anche gli adolescenti e post-adolescenti lo sono e non mancano l'occasione di interagire un po':
- sono stato fermato diverse volte da qualcuno che voleva una foto con me, alcuni anche in situazioni strane, tipo quello che voleva una foto mentre mi faceva una foto o quello che voleva un selfie mentre entrambi facevamo il dito medio;
- c'è tanto traffico e i motorini sono milioni, però i post su come attraversare mi sembrano esagerati (per non dire che mi sembrano proprio fuffa), alla fine ci sono i semafori, vanno tutti pianissimo e basta solo fare attenzione a quelli contromano o che svoltano a destra durante il rosso (si può fare), ma rischi di essere arrotato molto più a Roma che ad Hanoi o Saigon;
- in estate piove, ma anche se stai riparato dopo poco sarai comunque bagnato fradicio per l'umidità:
- rimango sempre colpito dalla capacità degli asiatici, giapponesi in primis ma anche gli altri non scherzano, di fare photobombing;
- passando accanto a una risaia è incredibile come la temperatura cali e la sensazione di fresco si manifesti improvvisa e piacevole;
- molti portano la mascherina, le donne in particolare poi si coprono moltissimo per andare in motorino, anche con quel caldo bestia;
humberger? |
- nel delta del Mekong usano più la forchetta delle bacchette;
- l'Italia, gli italiani, la lingua italiana, in vietnamita vengono indicati semplicemente con Ý, questo crea qualche problema quando cerchi sul traduttore di google di un telefonino vietnamita;
- per fare cin cin si dice yo.
Amo il sud-est asiatico!
Come da tradizione, ecco un breve video con le tappe del viaggio:
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