GIORDANIA (24 dicembre 2022 – 6 gennaio 2023)
Forse il 2023 potrebbe essere l'anno in cui regolare un po' di conti in sospeso?
bandiere ovunque |
Nel 2022 sono stato stranamente poco fantasioso e ho seguito molto la massa: estate in Turchia, come la metà degli italiani che hanno viaggiato all'estero in estate, e ora Giordania, come metà degli italiani che hanno viaggiato all'estero in autunno...anche se ora in effetti è inverno.
Certo, insieme ci ho messo cosette comuni come il Kosovo, la Mecedonia del Nord, l'Azerbaijan e un po' di posti turchi non proprio battutissimi, ma in ogni caso non è la destinazione che ti apre la mente, bensì come decidi di guardarla.
E così, eccomi munito di macchina, proprio nel giorno di natale alle prese con i siti dove il cristianesimo prese vita, ma anche pronto a esplorare questo paese fino ai suoi angoli più reconditi.
Qualche considerazione iniziale:
- il fiume Giordano assomiglia a una delle marane che sfociano nel litorale romano...anche come vegetazione e pulizia dell'acqua, qui però di vecchi frigoriferi e tazze del cesso buttate lì non sembrano essercene;
- di nostri connazionali in effetti c'è n'è un numero esorbitante, tuttavia mi sono ritrovato a guardare la Terra Santa dal monte Nebo, come fece Mosè qualche millennio fa, circondato da chiassosi e simpatici greci;
- ho toccato l'acqua del Giordano: non mi sono bruciato.
Oggi non ho avuto molta fortuna con il tempo, perché piove da ieri sera quasi ininterrottamente.
In Giordania.
Non è ciò che molti potrebbero pensare, ma a quanto pare in inverno anche qui piove.
sempre bandiere |
Meno male che il cielo si è aperto proprio (e solo) mentre stavo per attraversare il Wadi Mujib, il "grand canyon" de 'ste parti, così almeno l'incredibile panorama me lo sono goduto tutto.
Poi, avvicinandosi a Karak, la pioggia è ripresa bella vigorosa, ma tanto ormai le 4 erano passate e quindi il castello mi tocca vedermelo domani, speriamo senza pioggia.
Comunque per ora non ho niente da lamentarmi, ieri le previsioni erano pessime (e infatti a Madaba pioveva pure ieri), mentre invece sul Mar Morto il cielo era tutto azzurro e faceva pure caldo così mi sono fatto il famoso bagno.
moda giordana |
Le previsioni per i prossimi giorni sono incoraggianti, speriamo bene.
Guidare sulla "strada dei re" è una di quelle esperienze che chi va in Giordania non dovrebbe esimersi dal fare.
Si, perché si procede in un paesaggio marziano, dove montagne spoglie vengono intervallate da gole, canyon e vallette, dove ci si può imbattere in un castello in rovina, in una sparuta macchia di vegetazione che funge da riserva o in qualche incredibile punto panoramico.
tutti al mare ad aqaba |
Così, dopo la visita al castello di Karak, subito in marcia, che l'obiettivo era lontano.
Già, perché se è vero che la via dei re paesaggisticamente è clamorosa, è anche vero che è tortuosa, in saliscendi, non sempre molto larga, con interruzioni improvvise che ti costringono a deviazioni che "google maps santo subito" (mi sa che queste però erano dovute al diluvio del giorno prima) e capre, pecore e cani che potrebbero attraversare da un momento all'altro. Mettici pure che ogni tanto ti devi per forza fermare a fare qualche foto, che il castello di Shawbak che fai non te lo vedi?, che se attraversi un centro urbano un pò più grandicello ti ritrovi in una fila inchiodata (per restare in tema di luoghi biblici) perché c'è una macchina ferma in mezzo alla strada in doppia o tripla fila, c'è una macchina ferma in mezzo alla strada perché deve fare inversione a u o girare a sinistra e non può per la fila nell'altro senso, c'è un furgoncino di verdure fermo in mezzo alla strada, c'è un furgoncino non meglio precisato fermo in mezzo alla strada, le persone camminano in mezzo alla strada (e grazie, il marciapiede è intasato di vetture), c'è un cane in mezzo alla strada, c'è uno dei santi che hai tirato giù che cadendo si è spiaccicato proprio in mezzo alla strada (sempre per restare in tema biblico)...
anche io al mare |
Dopo Dana e fino all'autostrada sono pure tornate le nuvole e un po' di nebbia rallentandomi ulteriormente, pure se senza pioggia, ma ho avuto la fortuna, attraversando la zona di Petra, di vedere un fascio di raggi di sole che bucava la coltre illuminando le alture rocciose che circondano l'antica metropoli nabatea (e ovviamente mi sono dovuto fermare a fare una foto).
tramonto sul mar rosso |
Aqaba, dove farsi finalmente una giornata di relax, dove rimpinzarsi di pesce e farsi un po' di spiaggia: il sole c'era, 21 gradi pure, l'acqua è quasi calda, in costume mi ci sono messo, però con quel venticello, senza una muta il massimo cui puoi ambire è mettere i piedi a mollo.
Il tutto nell'attesa dei pezzi forti del viaggio.
L'oggetto delle relazioni più entusiastiche di un viaggio in Giordania quasi sempre è il deserto del Wadi Rum.
In effetti il posto è veramente clamoroso.
L'insieme di roccioni rossi sullo sfondo di un cielo azzurrissimo, stretti canyon, larghe vallate, distese di sabbia e silenzio irreale provoca sensazioni difficilmente replicabili altrove.
nel wadi rum |
sul pickup ben organizzato |
Lui ha ripetuto più volte che quello che abbiamo fatto non era il giro classico, che ci siamo inoltrati molto più nel profondo del deserto e infatti il GPS su google maps indicava che in alcuni punti eravamo davvero vicini al confine con l'Arabia Saudita e in effetti di altra gente ne abbiamo incontrata ben poca.
Sarà stato meglio del tour classico? Credo che non lo saprò mai, ma di certo c'è che è stato un tour meraviglioso.
nel wadi rum |
tramonto nel wadi rum |
Già, la notte. Credo che tutto sommato anche al villaggio la notte nel deserto te la godi eccome, però passarla in un accampamento beduino in mezzo al nulla (in realtà la mia "tenda" era una struttura in legno e c'era pure un edificio in muratura con bagno e docce con acqua calda, anche se la temperatura rigida dopo il tramonto rendeva la doccia una mera utopia) è davvero impagabile. Si vedevano talmente tante stelle che ci voleva molta fantasia per individuare le costellazioni.
E vabbè, il primo pezzo da novanta (ma pure cento direi) giordano è andato e ha mantenuto tutte le promesse.
Ora sono pronto per il secondo: Petra, arrivo.
Mortacci!
Questo è ciò che ti viene da dire visitando Petra.
davanti al tesoro |
nel siq |
Perché quasi due chilometri di canyon stretto e altissimo non sono cosa da tutti i giorni, poi aggiungici che percorrendo la gola all'improvviso ti si presenta davanti la monumentale tomba scavata in una parete verticale di roccia che non a caso viene chiamata "il tesoro" e in testa ti parte inevitabilmente la musichetta di Indiana Jones.
Certo, tutto, musichetta compresa, viene mitigato dalle centinaia di turisti che ti stanno intorno, ma tu sei da solo e quindi l'unica cosa che riesci a fare è mormorare tra te e te: "mortacci".
E di "mortacci" ne dirai molti altri durante i due giorni di visita (oddio, in realtà non tutti per lo stupore, qualcuno è dedicato anche, come sono soliti dire i francesi, al "bucio di culo allucinante" che ti fai per raggiungere alcuni siti all'interno dell'area archeologica), perché se è vero che la prima mezz'ora (tanto ci vuole a percorrere il canyon fino al tesoro) è altamente spettacolare, è altrettanto vero che sei appena appena all'inizio.
che fatica |
E allora, vale senz'altro la pena dare fondo anche all'ultima riserva di energia pur di andare via senza rimpianti da questo luogo magico e in effetti penso di esserci riuscito.
Il primo giorno dell'anno l'ho celebrato con lo spostamento più lungo del viaggio: mi sono svegliato a Petra e sono andato a dormire a Jerash.
terrazza dell'ostello a jerash |
asino a petra |
Il sito archeologico di Jerash merita però tutta l'attenzione del caso: le rovine romane si spandono su un'area piuttosto vasta e sono di un livello che anche da noi è tutt'altro che facile trovare. Vi sono infatti vari edifici: templi, strade con lunghi colonnati, porte monumentali e ben due teatri in ottimo stato. Forse Petra e il Wadi Rum sono inarrivabili, ma Jerash distanzia sicuramente ogni altra cosa che si può vedere da queste parti.
Infine, per la serie: "città che i turisti non si cacano manco di striscio ma in cui io vado perché sono un esaltato del cazzo", sono venuto a dormire a Irbid, il principale centro del nord del paese.
Irbid, dicevamo.
La seconda città della Giordania non si può considerare un centro d'arte e di storia, anche se non è nemmeno nata ieri.
Di interessante c'è che qui si può vedere un'autentica città giordana lontana dai dettami dell'industria turistica, con un'atmosfera altrettanto autentica e la parte più centrale trasformata in un unico grande bazar.
tiberiade da umm quais |
La verità è che Irbid è ottima come base per visitare i siti del nord del paese e che si trovano tutti nel raggio di qualche decina di chilometri. Umm Qais è il più importante tra questi, una delle città dell'antica decapolis che alle non trascurabili rovine antiche aggiunge quelle di un villaggio bombardato dagli israeliani durante la guerra del 1967, nonché l'emozionante vista panoramica sul vicinissimo lago di Tiberiade e sulle famigerate alture del Golan.
Di siti archeologici ve ne sono altri, ma bisogna prendere un po' coi piedi di piombo le indicazioni di google, sennò potrebbe capitarvi, come a me, di trovare si delle rovine, ma sperse in una valletta desolata su strade sterrate. Meno male che la civiltà era comunque vicina non intaccando la mia tranquillità. Molto più facile, riavvicinandosi alla capitale, scendere nella valle del Giordano e visitare le rovine, meno di valore stavolta, di Pella, altra città della decapolis.
poca ansia |
Vabbè, alla fine sono arrivato sano e salvo ad Amman, dove farò base questi ultimi giorni, ma non ho comunque finito di sforzare la macchina.
E il premio per la città più pittoresca della Giordania va a: Salt.
photobomber ad amman |
Che dire invece di Amman?
La capitale è molto grande e piuttosto incasinata col traffico, visto che tra l'altro non c'è un metro di pianura. Ma la soluzione c'è se vuoi evitare di morire di vecchiaia ad ogni incrocio: evitare i grandi viali di scorrimento che percorrono le vallate (almeno da mezzogiorno alle 8 di sera), soprattutto se attraversano delle zone commerciali (sempre per quella storia che parcheggiano in doppia o tripla fila, si fermano in mezzo alle balle, da tre corsie le fanno diventare una, santi e madonne, eccetera) e preferire le vie medie che magari risalgono anche le colline, dove invece un'incredibile tranquillità regna sovrana e nelle stradine si trova pure facilmente parcheggio, spesso a pochi minuti a piedi dalla destinazione.
teatro di amman |
gatti di amman |
Dopo due settimane e molti chilometri macinati in auto (e un po' anche a piedi), sono quindi arrivato alla fine anche di questo viaggio, ma come al solito per le ultime avventure e le considerazioni finali aspetterò di trovarmi a casa e aver lasciato sedimentare un minimo le emozioni e le vicissitudini che la Giordania mi ha regalato.
Dalla calda comodità del divano di casa (con vari problemi per l’assenza del segnale wifi di casa, un “bentornato” che avrei volentieri evitato), eccomi a concludere i racconti sul mio viaggio in Giordania.
minchia |
gatti di amman |
cosa si mangia ad azraq? |
azraq |
Di fatti particolari e considerazioni finali ce ne sono diversi:
- la via accanto al mio alloggio a Madaba ospitava quasi solo rivendite di alcolici e negozi di animali, accoppiata curiosa;
- mi sono ringraziato da solo più e più volte per aver deciso di portarmi gli scarponcini da trekking: se infatti si sono rivelati utili nel Wadi Rum e ancora più comodi a Petra, sono risultati fondamentali nei primi giorni, quando sotto l’abbondante pioggia, i marciapiedi lisci e marmorei di Madaba e Kakrak erano più scivolosi di una pista di pattinaggio su ghiaccio e con le normali sneakers si faticava a stare in piedi;
- ad Aqaba, la fascia subito dietro alla spiaggia in città era tutta occupata da piccoli orti;
- sull’autostrada tra Aqaba e il Wadi Rum ho incontrato prima un paio di cammelli che camminavano placidamente sulla corsia di emergenza e poco dopo uno che altrettanto seraficamente arrivava contromano sulla corsia di sorpasso;
cammelli fotogenici |
cammelli fotogenici |
- uno degli sport preferiti dalla popolazione locale di Petra sembra sia far arrivare a ogni costo i turisti fino al monastero, poiché ti viene proposto di tutto: scorciatoie miracolose, pulmini che arrivano lì vicino, in braccio, catapulte, teletrasporto o con l’aiuto di vari animali, ma soprattutto “coll’asino, amigo!”. La verità è che per arrivare fin lassù vi toccherà farvi il culo e l’unica alternativa è proprio il simpatico somarello;
- i menu al ristorante si sfogliano al contrario, da sinistra verso destra;
- le città si svegliano piuttosto tardi, prima delle 10 molti negozi sono ancora chiusi e di gente in giro se ne vede poca;
- su 15 giorni che sono stato lì, in 7 c’è stato almeno uno scroscio di pioggia e in due ne ha fatta davvero tanta, la notte faceva piuttosto freddo e se non c’era il sole anche di giorno era freschetto, soprattutto visto che un po’ di vento non mancava mai e, se si esclude la depressione del Mar Morto e la costa del Mar Rosso, ci si trova quasi sempre tra i 600 e i 1600 metri di quota;
- il caffè al cardamomo fa schifo;
- fuori ai caffè ci sono spesso dei tizi, ragazzini o adulti, ben in mezzo alla strada che agitano un vassoio, che ti fanno prendere un colpo alla guida sia perché rischi costantemente di investirli sia perché certe volte indossano giubbetti catarifrangenti su vestiti scuri sembrando guardie che agitano una paletta per fermarti, mortacci loro;
- si passa vicino a tanti confini: Iraq citato sopra a parte, si sfiorano l’Arabia Saudita e la Siria, l’Egitto ad Aqaba si trova solo oltre la fascia di una decina di chilometri dell’israeliana Eilat, a Israele poi ci si arriva solo a una manciata di metri;
petra è piena di animali |
caprette a petra |
- la cosa più fastidiosa del guidare ad Amman è che, quando per arrivare a destinazione si deve semplicemente proseguire dritti, spesso non è possibile perché la via dove sei ne incrocia una più grande senza la possibilità di attraversarla (e girare a sinistra può rivelarsi un problema di difficile soluzione nel raggio di qualche chilometro), oppure perché se vai dritto finisci su una rampa che svolta e per andare dritto devi invece uscire sulla destra, oppure perché la via dove ti trovi all’improvviso a un incrocio diventa senso unico nel verso opposto…che nervi.
Bel posto la Giordania, si. Sento però un forte bisogno di tornare verso lidi ancora più orientali.
Come d'abitudine, ecco infine il video del mio viaggio:
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento, sarà un piacere per me leggerlo e rispondere il prima possibile.