L'estate del 2021, a causa delle restrizioni causate dalla pandemia, non mi ha permesso di effettuare il consueto viaggio di un mese e oltre (quasi sempre oltre, in effetti) in qualche luogo extraeuropeo o lungo itinerari particolarmente lunghi ed esotici, ma come per l'estate precedente e in misura ancora maggiore, mi ha visto zompettare qua e là per l'Europa facendo la conoscenza di città che ancora non ero riuscito a visitare o di tornare in qualche posto che non vedevo da molti anni.
Questo è quindi il diario formato dalla raccolta di impressioni a caldo scritte su facebook durante i viaggi stessi, un'entità che già da anni chiamo "Istantanee" e che negli anni ha raccontato in maniera diretta e un po' scanzonata i miei viaggi.
SVEZIA (5-11 LLUGLIO 2021)
Stamattina,
quando mi sono svegliato ero emozionato come non mi capitava da
tempo.
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fico il vasa |
D'altronde
era quasi un anno che non viaggiavo, che per me equivale a una
sofferenza paragonabile a una lunga serie di mazzate sulle gengive, e
riprendere un volo con tutte le incognite del caso un po' di ansietta
te la mette. Invece
tutto è andato liscio come l'olio: il green pass (mai stato tanto
felice di essere un insegnante, con conseguente seconda dose di
vaccino fatta a metà maggio) me lo hanno chiesto solo al check in a
Fiumicino, nel transito a Bruxelles il questionario che mi hanno
fatto compilare alla partenza è rimasto in tasca perché nessuno si
è sognato di chiedermelo, all'arrivo poi non mi si è proprio cacato
di striscio nessuno e in men che non si dica sono uscito
dall'aeroporto.
Ho
fatto pure in tempo ad aiutare una peruviana che parlava solo
spagnolo e chiedeva aiuto per raggiungere il suo hotel in piena
periferia. Insomma,
pure quest'estate niente viaggione ma tanti viaggetti, il primo dei
quali mi ha portato a Stoccolma (dove ero già stato nel 1981) e sono
ben deciso a godermelo tutto.
Come
fanno le ragazze che viaggiano da sole a farsi i filmati di spalle da
mettere sulle storie di instagram? Facile: fermano il primo passante
dall'aspetto rassicurante e dalla santa pazienza che si mette lì a
perdere un quarto d'ora a fare tutte le prove senza buttarle a mollo (le ragazze, non le prove).
Per
fortuna molte ragazze qui girano in coppia o in trio, così i servizi
fotografici se li fanno da sole, l'unico problema è se devi
aspettare che finiscono così magari qualche foto la fai pure te.
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servizi fotografici |
Comunque:
Stoccolma è una città di panorami e oggi che ho fatto un botto di
chilometri a piedi (se fossi stato cool avrei detto: " ho
camminato come se non ci fosse un domani" , ma io domani sto
ancora qua e poi non sono cool e anche se me piace parla' romanaccio
evito il più possibile, come se non ci fosse un domani, le frasi
fatte) ne ho visti diversi veramente notevoli, però se volete
vederli dovete andare nelle storie perché sono tutti filmati
P.S.
Bone 'e porpette!
Oggi,
come dicono da queste parti: "TËMPØ DËMMËRDÅ"!
Ciononostante
ho deciso di investire un rene e prendere a noleggio una bici per
poter girare in libertà anche nei luoghi meno centrali.
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cimitero nordico |
Di
acqua per fortuna non ne ho presa molta, anche se una pioggerella
molto leggera è stata una compagna quasi inseparabile della mia
giornata, solo due volte sono tuttavia dovuto scendere di sella per
cercare riparo. In
compenso, oltre alle tante calorie spese che male non fa, ho
attraversato boschi affascinanti punteggiati da casette tradizionali,
ameni quartieri periferici e sobborghi idilliaci, ponti che si alzano
e piste da sci artificiali, per finire in un cimitero che si fregia
del titolo di patrimonio UNESCO.
Amo
scoprire le città in bici, perché la mia naturale curiosità,
sorretta da buone gambe, mi porta sempre a coprire delle grandi
superfici e a trovare innumerevoli siti interessanti non sempre
mainstream e altrettanti spunti di riflessione. L'aria
non era la più adatta per i punti panoramici, però ne ho trovati
altri tre clamorosi: quando scriverò un articolo su Stoccolma avrò
molto di cui parlare.
P.S.
Selfie in un boscoso cimitero nordico con indosso la maglietta di un
gruppo metal: OH YEAH!
Come
in molti sanno, in Svezia hanno la fika.
Anche
dalle altre parti, obietterete.
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sobborghi idilliaci |
In
effetti è vero, solo che la fika da noi la chiamiamo molto più
banalmente "merenda", gli inglesi preferiscono consumarla
con il tè al posto del caffè mentre in Kyrgyzstan tirano giù degli
shot di vodka (in realtà non sono sicuro di questa cosa, ma tanto in
Kyrgyzstan cominciano a tirare giù shottini di vodka alle 10 del
mattino quindi lo faranno pure alle 5 del pomeriggio immagino). Di
certo c'è che per ogni italiano che si reca in Svezia, la conoscenza
di questo concetto si accompagna a un'immancabile presa a bene e
pertanto al consumo pomeridiano di caffè insieme a un bel dolce,
magari una di quelle favolose spirali alla cannella (che con la fika
la spirale - alla cannella - ci sta bene), con conseguente post
ironico su Facebook di contorno.
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stazione metro o gabinetto? |
E
siccome io italiano lo sono (lungo volo pindarico in arrivo: oltre a
non usare mai schifezze linguistiche come il già citato "come
se non ci fosse un domani" oppure il simpaticissimo "xxxxx
ne abbiamo?" o infine la splendente nuova entrata "dimmi
che xxxxxx senza dirmi che xxxxxx", io non dico mai, assolutamente
mai - e mi sta pure parecchio sulle balle - che sono "cittadino del
mondo". Io viaggio un sacco e ho una mente apertissima, ma sono
cittadino GENZANESE e viaggio tanto anche per la goduria di
confermare il fatto che vivo nel posto più bello del mondo...anche
se alle 5 facciamo una semplice merenda invece di una ben più
sontuosa fika...e si, un po' di puntini di sospensione, se non se ne
abusa, me piaceno), mi sto sfondando di kanelbullar (le suddette
spirali alla cannella, avevo pensato di scrivere "mi sto
sfondando di fika", ma poi qualcuno ci credeva pure) ed eccovi
il vostro post ironico.
Per
il resto, oggi ho fatto le cose tipiche da turista a Stoccolma, tipo
una visita al museo Vasa (la nave è davvero fichissima) e il tour
delle stazioni metro (che in foto fanno molta più scena che dal
vivo). Domani è già ora di rientrare, ma tanto questo è solo il
primo dei giretti di questa estate, ho in mente ancora un sacco di
cose.
SVIZZERA E LIECHTENSTEIN (12-16 LUGLIO 2021)
Un
viaggetto non molto fortunato, quello che mi ha fatto rimanere un
paio di giorni in più in Svezia e andare direttamente a Zurigo senza
ripassare per casa, che tra voli persi, cellulari rubati (infatti
scrivo da casa ) e meteo che non ne voleva sapere di collaborare,
avrebbe potuto risultare poco piacevole.
Invece
me la sono goduta uguale.
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meno male che è luglio |
Zurigo
è effettivamente una bella città, ricca di scorci pittoreschi e con
un meraviglioso lago che non ho potuto sfruttare al meglio a causa
della pioggia continua. Tra l'altro, avvisaglie delle alluvioni che
hanno colpito l'Europa centrale erano nettamente visibili nel livello
del lago e del fiume Limmat che attraversa il centro storico, con
parte delle banchine usate per ormeggiare le imbarcazioni che si
trovavano al pelo dell'acqua o addirittura sotto, ma anche questo
faceva scena.
L'unica
cosa proprio negativa erano i prezzi improponibili, fuori dalla
realtà del mondo.
Tuttavia
Zurigo era solo una scusa: il vero obiettivo era il Liechtstein.
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il liechtenstein |
Quando
uno ha un tarlo nella testa che scava deve trovare il modo di
toglierselo e per me questo tarlo era la piccola nazione montana a
cavallo tra Svizzera e Austria. Così una gita giornaliera (50 minuti
di intercity all'andata più altrettanti al ritorno, più un autobus
urbano di linea andata e ritorno sono costati più di un volo con una
low cost, ma il tarlo...) mi ha portato alla scoperta della graziosa
Vaduz. Da fare e da vedere non c'è moltissimo, ma l'ambientazione è
molto scenografica e qualche chicca non manca.
Una
settimana non semplice insomma, ma come dice qualcuno, la vita è per
il 10% quello che ti succede e il 90% come reagisci, quindi anche
stavolta è stato un successo. Ora
sono solo 4 i paesi dell'Europa in cui non sono ancora mai stato, ma
ci sto lavorando (per la cronaca: Islanda, Bielorussia, Macedonia e
Kosovo).
FRANCIA DEL NORD (27-30 LULGIO 2021)
Nell'estate
del 2010 ero a Londra a casa di amici e mi annoiavo; non che non
fossi felice di essere partito con degli amici per passare del tempo
insieme a quelli che erano emigrati, ma l'immobilismo di quella
vacanza mi spinse a pensare dicendomi: "Ale', se vuoi viaggiare
come dici tu, devi farlo da solo".
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murales fumetti |
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murales fumetti |
Fu
così che nel luglio dell'anno successivo, di cui ora ricorre il
decimo anniversario, partii per il mio primo grande viaggio in
solitaria - un enorme giro del Sudamerica in 40 giorni - che andò
talmente bene che da allora non ho più cambiato modo di viaggiare. Quello
fu il primo di una serie di 9 viaggi estivi lunghi e impegnativi, ma
sensazionali, cui presto si aggiunsero anche quelli durante le
vacanze di natale. Le
ultime due estati invece, compresa evidentemente anche questa, mi
sono dovuto limitare a diversi viaggetti di qualche giorno qua e là
per l'Europa e per la terza destinazione di questo luglio, a
celebrare i miei 10 anni da ramingo, ho scelto Lille.
Il
Nord-Pas-De-Calais è una zona un po' bistrattata della Francia, salita
alla ribalta grazie al film "benvenuti al Nord", ma sulla
bellezza del suo capoluogo sembra nessuno abbia mai avuto da ridire
(lo diceva pure il tizio che ci faceva un corso di francese durante
il progetto Leonardo a Toulouse).
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jeanneke piscia |
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zinneke piscia |
L'aeroporto
più vicino è però Bruxelles, così prima di infilarmi in un bus ho
avuto alcune ore per passeggiare in questa che è una delle mie città
preferite e che in questi ultimi 10 anni mi ha ospitato parecchie
volte. Certo, stamattina l'atmosfera era un po' lugubre, con
pochissima gente in giro e moltissimi negozi chiusi, però dopo le 11
per fortuna la situazione è cambiata ed è esplosa tutta la vitalità
della capitale (le serrande abbassate sono però comunque tante).
Ora, nell'attesa di scoprire Lille per bene e in quella, ahimè,
ancora disattesa di poter tornare in Asia, vi saluto con una
carrellata di foto di statue che pisciano e di murales rappresentanti
fumetti.
Scrosci
di pioggia e raffiche di vento gelido.
Così
si presentava oggi il capoluogo del famigerato Nord - Pas de Calais.
Poco
dopo però, quasi come a voler rispettare il copione della commedia
di successo che ha messo questa regione nella testa di molti, le nubi
si sono diradate e il vento è calato, facendo esplodere Lille in
tutta la sua piacevolezza.
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i love rubaix |
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beffroi |
La
città è in effetti molto graziosa e ricca di spunti interessanti
che vanno ben oltre il pittoresco centro storico con i vicoli
acciottolati e le casette, la classica Grand Place e i beffroi
patrimonio UNESCO: esempi sono il bel parco attorno al forte militare
pieno di avifauna e canali e, soprattutto, la grossa cattedrale
gotica finita di costruire solo nel 1999 con inserti impensabili,
come la curiosissima facciata liscia composta da pannelli di marmo
abbastanza sottili da lasciare passate la luce diurna all'interno
creando così un colpo d'occhio davvero particolare. Si,
qui c'è molto da fare, ma sono ben deciso a togliermi ogni
curiosità.
Lille
non è molto grande, ma la sua area metropolitana è piuttosto estesa
e comprende varie città anche grandi, ma si gira in metro e tram,
permettendo così delle attività molto eterogenee, dall'andare a
caccia di beffroi (in pochi chilometri, compresi quelli in centro, se
ne trovano ben 5 patrimonio UNESCO) al soddisfare la voglia di
archeologia industriale. E su
quest'ultima cosa poi, niente batte Roubaix.
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giardinaggio |
Il
nome si conosce perché ospita l'arrivo del "enfer du nord",
la classica di ciclismo più prestigiosa di tutte, coi suoi tratti in
pavé che ti spaccano le gambe (e in Francia sono riconosciuti come
monumento nazionale). Questa
città tuttavia, nella sua storia è passata dall'essere il centro
mondiale dell'industria tessile (basti pensare che è qui che
risiedeva la borsa della lana) a zona estremamente degradata, per poi
rinascere come perfetto esempio di riqualificazione industriale, con
tutti i casermoni di fine ottocento inizio novecento in mattoni che
ospitavano gli impianti tessili in cui ora trovano posto musei,
associazioni, istituzioni o semplici centri commerciali, mentre
eleganti edifici, alcuni grandiosi, altri semplici abitazioni,
suggeriscono la passata ricchezza. Certo,
non si può dire che sia pittoresca, ma stimolante senz'altro si.
La
vicina Tourcoing invece si è risparmiata tutti questi alti e bassi e
presenta delle caratteristiche che richiamano le vicinissime Fiandre,
peccato per quelle cavolo di giostre che ingombravano, deturpandola,
la bella piazza centrale. Lille
e i suoi dintorni sono un po' sottovalutati, ma sicuramente meritano
più attenzione.
Ah,
il Nord - Pas de Calais ormai non si chiama più così, la regione è
stata fusa con la Piccardia sotto al nome di Haute France, quindi
ormai nemmeno la cattiva reputazione può valere come scusa.
SPAGNA DEL NORD-OVEST (4-18 AGOSTO 2021)
Tra
Madrid e la Galizia ci sono 20 (venti) gradi di differenza: alle 9 di
stamattina a Santiago c'erano 15 gradi e pioveva. Poi
è andata meglio, ma solo un poco.
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santiago de compostela |
Ad
ogni modo, prima del lungo viaggio che dalla capitale spagnola mi ha
portato a nord-ovest, ho pensato bene di andare a scoprire un
gioiellino poco conosciuto a soli 50 km da Madrid: Chinchon si
chiama. Il
pueblito è piccolo e incantevole, ma di veramente particolare ha la
Plaza Mayor, con tutti i colonnati e i portici del caso, che però
funge anche da plaza de toros, pavimentata in terra battuta e con le
gradinate in legno che proteggono gli spettatori dal bovino
imbizzarrito. Non
so se ci facciano ancora corride, non credo, ma l'ambientazione è
unica e grida "mancha", quasi come se da un momento
all'altro ti si dovesse presentare davanti la famosa coppia
letteraria che tanto lustro ha dato a questi luoghi.
Su
Santiago invece che dire?
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terme di ourense |
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ourense |
Ci
sono un sacco di pellegrini, tutti in abbigliamento tecnico, che
abbattono un po' il potenziale pittoresco del luogo e io che
pellegrino non sono (l'idea è quella di fare un sacco di chilometri
a piedi, ma per visitare le varie città galiziane, non per spostarsi
da una all'altra, per quello c'è il bus) sembro quasi un
extraterrestre. Di
certo c'è che la cattedrale all'esterno è davvero magnifica, ma
all'interno un po' delude perché uno se l'aspetta molto più
spaziosa e molto meno spoglia.
Ok,
che il mio quarto miniviaggio europeo (questo sarà meno "mini"
in effetti) di questa estate entri nel vivo.
Ourense
è la terza città della Galizia, ma non se la caca praticamente
nessuno: non sta sul mare e il tragitto del "camino frances"
passa ben lontano da qui. Eppure
di attrattive ne avrebbe eccome: innanzi tutto un bel centro storico
con stradine, piazzette, edifici in pietra e cattedralona che non ha
nulla da invidiare alla stessa Santiago, ma molto più tranquillo e
godibile. Poi è anche una città termale con sorgenti di acqua a
quasi 70 gradi...e dove ci sono le terme chi è che ci trovi quasi
sicuramente?
Esatto,
i romani!
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vigo e i panorami |
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la ria di vigo |
Grandi
vestigia non ce ne sono, ma c'è un magnifico ponte monumentale in
pietra sul fiume Miño (lo stesso che dà il nome alla regione
settentrionale del Portogallo) e i resti dei vasconi con fontane
bollenti in pieno centro, dove una vasca più nuova è aperta a tutti
(peccato che ora sia chiusa per il covid). Il fiume stesso poi è un
punto di forza grazie al verde sulle sue sponde dove rilassarsi e
godersi l'acqua fresca e alle vasche di acqua termale ad accesso
libero proprio lì vicino. Ourense
sembra proprio uno di quei posti inspiegabilmente trascurati dai
turisti (pochi spagnoli, nessuno straniero), tipo che ne so,
Benevento (città antichissima con siti UNESCO e, considerato dove si
trova, pensa come se magna! Per quanto pure a Ourense con la fame non
ci si rimane).
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in posa |
Vigo
invece è più famosa, non solo per vicende calcistiche, ma ha la
fama di essere brutta. Certo,
il porto peschereccio e la stazione marittima coprono quasi la
totalità del fronte marino cittadino e da brava città industriale
non si può definire pittoresca, tuttavia ha carattere e ignorare i
panorami sulla splendida insenatura dove sorge, chiusa dalle selvagge
isole Cies, il grazioso centro storico in linea con quello degli
altri gioielli della regione e il sontuoso patrimonio dei tanti
scenografici palazzi in stile modernista, sarebbe fortemente
ingiusto. Ah,
poi c'è anche un curioso monumento a Jules Verne.
Ecco,
diciamo che più che essere bella è un tipo.
Lasciata
Santiago infine, sembra che le nuvole vogliano lasciare un poco di
spazio anche al sole e le temperature tornare a valori che, seppur
ben lontani da quelli di quel forno crematorio che è Madrid, possano
almeno meritarsi l'appellativo di "estivi", anche se a
Ourense alle 9 di mattina c'erano comunque 15 gradi.
Il
centro storico di Pontevedra è assolutamente incantevole: un
labirinto di vicoli e pittoresche piazzette chiusi da case in blocchi
di pietra dai caratteristici balconi a loggia o con le ringhiere in
ferro, con diverse splendide chiesette che spuntano qua e là. A
completare il tutto, l'assoluta assenza di auto parcheggiate
(qualcuna ogni tanto passa, ma non si ferma): quasi una manna per
instagram.
|
arcade |
In
effetti questa cittadina era salita alla ribalta tempo fa per tale
caratteristica, anche se forse tutto il discorso era un po' gonfiato
e sembrava che le auto qui non esistessero proprio. Le auto ci sono,
ma solo nella parte nuova e dei sagaci parcheggi sotterranei evitano
che queste ingolfino il panorama della città vecchia. L'area
pedonale non è più grande di quella di Artena (lì l'assenza di
auto è forzata: prova a ficcarcela te un'auto tra i vicoli a
scalinata di Artena), ma complimenti all'amministrazione: Pontevedra
è godibilissima...magari qualche tavolino dei bar in meno nelle
piazzette, che talvolta sembrano una mensa, ci stava bene, ma
pazienza.
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spiaggia del riazor |
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mensa a pontevedra |
In
tutto ciò, a Pontevedra non c'era un letto libero già da settimane,
quindi, con previdenza, avevo prenotato nel vicino villaggio di
Arcade, a 7 minuti di treno, una ridente località sul cammino
portoghese affacciata sul fiordo (qui si chiamano "rias")
di Vigo (Pontevedra sta in fondo a un altro ria) con alcuni punti di
interesse: uno scenografico ponte medievale sul fiume Verdugo, un
grazioso porticciolo sulla ria, un paio di spiaggette dove oziare,
superbi panorami e un buon numero di marisquerias dove sfondarsi di
pesce a prezzi modici. Ora
sono tornato a Santiago, ma con la Galizia non ho finito, ho ancora
un altro paio di città da scoprire.
Storiella:
entrato nell'ufficio informazioni di Pontevedra, alla mia richiesta
di una mappa mi sono sentito domandare dall'addetta: de che?
(Ovviamente ha detto "de que?", ma fa comunque tanto
romanaccio). Se
a mente fredda viene naturale pensare "sto all'ufficio
informazioni de Pontevedra, secondo te de che la vojo la mappa? De
Tokyo?", in realtà la domanda mi ha talmente spiazzato che ho
risposto che volevo una mappa di PONTEDERA (PI), ma non credo che lei
se ne sia accorta.
Locus
Augusti, al secolo Lugo, era la capitale di questa provincia durante
l'impero romano. Di
quei gloriosi tempi esibisce con orgoglio quella che forse è la
cinta muraria romana meglio conservata al mondo, tanto da essere
patrimonio UNESCO: 2 chilometri e mezzo circa di muraglia, sulla
quale è possibile camminare liberamente, che racchiude il classico
centro storico gallego con vicoli pedonali, piazzette, edifici in
pietra, balconi e logge, tanti baretti dove bere e mangiare, una
plaza mayor con municipio antico, una splendida cattedrale e diverse
altre chiese di rilievo.
|
i preferiti a la coruña |
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galizia e cibo |
Se
a tutto ciò ci aggiungi altri resti romani come un mitreo, una casa
con mosaici, un ponte sul Miño (sempre lui) e tanti piccoli muretti,
mosaici, pezzi di acquedotto e simili che si intravedono da finestre
che si aprono nel terreno tra i vicoli e nei cortili, si capisce come
valga davvero la pena farci tappa. Infatti
a Lugo sono rimasto due notti, perché a La Coruña, per quanto io
abbia potuto cercare in rete, non c'era lo straccio di un posto letto
economico (e per economico intendo ostello e dormitorio), nemmeno nei
dintorni, come ero riuscito a risolvere a Pontevedra. Così la città
principale della Galizia me la sono dovuta vedere con una gita
giornaliera...e ho rosicato.
|
sale da tè interessanti |
Me
lo sentivo nelle viscere che mi sarebbe piaciuta, così è stato
infatti, avrei voluto viverla più a lungo e più intensamente. La
Coruña non è propriamente incantevole, è molto più grande di
quanto gli abitanti non facciano immaginare, ma è affascinante,
autentica, ruspante, vivace. Poi
il promontorio su cui sorge, che culmina nella punta dove svetta la
poderosa torre di Ercole, il bel centro storico, le meravigliose
vedute sulle baie e le tante spiagge (sulla maggiore, la Riazor, mi
ci sono pure fermato addirittura una mezz'oretta) soddisfano anche le
più classiche richieste turistiche. Infine
non si vede neanche l'ombra di un pellegrino. Mi sa tanto che dovrò
tornarci per viverla in modo più approfondito.
P.S.
tornando dalla zone della torre, in un parte moderna e coi palazzoni
bel lontana da quella delle taverne del centro storico, mi sono
ritrovato davanti a una pulperia un po' malandata, senza tavoli
all'aperto e con dentro solo un paio di gruppetti di vecchi che
discutevano bevendo vino. È superfluo dire che mi ci sono fatto una
mangiata clamorosa.
Ho
lasciato la Galizia per approdare nelle Asturie.
A
Oviedo i palazzi di pietra nuda lasciano invece maggior spazio al
ritorno dell'intonaco colorato creando un colpo d'occhio differente
da quanto visto finora. Sembra
quasi che la parte vecchia e quella nuova si fondano senza soluzione
di continuità, tuttavia macchie di medioevo spuntano continuamente
dando senso al titolo di città reale e alle nomine dell'UNESCO.
|
è o no un culo? |
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con woody |
Anche
chi è in cerca di emozioni liberty o moderniste può trovare pane
per i propri denti, mentre la precedentemente onnipresente Estrella
Galicia e i mariscos sono rimpiazzati da sontuosi piatti di carne,
dai famosi embutidos e dalla corposa fabada, accompagnati dalla
tipica sidra versata nel bicchiere in modo curiosissimo (ma dopo un
po' che ha preso ossigeno si può anche versarla normalmente), ma se
proprio volete continuare a ingurgitare polpo e birra fresca non
rimarrete delusi. Anche
sull'architettura moderna, Oviedo sa il fatto suo, c'è pure un
grandioso palazzo dei congressi dove si vede lontano un chilometro lo
zampino de quer fregnacciaro de Calatrava. Una
città per tutti i gusti insomma: persino Woody Allen ne parla in
modo lusinghiero nel suo Vicky Cristina Barcelona, tanto da essersi
meritato una statua in piena vista su una delle tante vie pedonali
(lì vicino c'è anche un monumento raffigurante un culo...un po'
stilizzato certo, però è inequivocabilmente un culo).
Questo
viaggio nel nord-ovest spagnolo si sta rivelando senz'altro proficuo.
Passare
dai 15 gradi con pioggerella alle 9 di mattina di Oviedo ai
soleggiati 41 di Madrid a metà pomeriggio è come venire presi a
mazzate sui reni. Sembra
di aver cambiato continente.
|
|
Eppure
c'è un ben preciso punto di svolta: dopo essere saliti un po'
infatti, un lungo tunnel segna il passaggio del valico della catena
montuosa che trattiene a nord le nuvole e il freschetto atlantico per
iniziare la discesa verso Leon col cielo azzurro e diversi gradi in
più. Se poi ci metti che qualche ora dopo, passando la Sierra de
Guadarrama, il termometro sale repentinamente di altri 6-7 gradi,
oltre all'aumento naturale dovuto al progredire della giornata, ecco
che la fornace/madrid è servita. Sorprendentemente
però, anche la crematoria capitale spagnola alle 9 di mattina è
vivibile, quasi si respira e si riesce a camminare per un po' senza
sudare come fontane, io però ho puntato dritto alla stazione dei bus
di Moncloa per dare vita alla mia terza visita (a distanza
rispettivamente di 39 e 22 anni dalle due precedenti) a Segovia.
|
la costante del viaggio |
Un
delizioso centro storico medievale che domina un poggio, tortuose e
pittoresche stradine da cui sbuca una poderosa cattedrale, una bella
piazza e tanti localini dove consumare salumi e formaggi di qualità
o un maialino arrosto che pare una porchetta. Se c'era pure il pane
sciapo pareva de sta' a Siena, ma Segovia è comunque (e a ragione)
una delle gite giornaliere più gettonate e apprezzate da chi si
trova a Madrid, anche perché si trova a 1200 metri di altitudine e
il caldo è ben più sopportabile. Per
andare avanti nella mia personale ricerca di posti interessanti e
meno battuti dai turisti stranieri intorno a Madrid invece, sono
andato a conoscere Guadalajara, quella originale, poiché quella
messicana è solo una volgare copia con un numero di abitanti
moltiplicato per 50. Questa è una cittadina placida, autenticamente
castigliana, gradevole e accogliente, ma a parte qualche sito che si
distingue, non ha grandi motivi per venire a visitarla.
La
Spagna è una piacevole costante dei miei viaggi da tanto tempo,
ciononostante erano parecchi anni che non mi ci facevo 15 giorni di
fila invece di qualche giorno mordi e fuggi. Non posso fare a meno di
considerare quanto io mi ci trovi sempre bene, ma una domanda
continua ad attanagliarmi: come è possibile che qui, rispetto agli
altri paesi dell'area euro, la birra costi così POCO? E in più,
anche tenendo conto di ciò, come è possibile che da 100 montaditos
una "jarra de cerveza" (0,4 l) costi 1,5 euro?
Mistero.
Hasta la proxima vez.
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