Da quando mi sono smart-fonizzato e netbook-izzato è diventato molto facile interagire con i social network anche durante i viaggi, e ho preso così l'abitudine di scrivere, ogni sera o quasi, su FB le mie riflessioni a caldo sulla giornata di viaggio appena trascorsa. In realtà all'inizio era più che altro un modo per informare mia madre della situazione in cui mi trovavo, ma poi mi sono accorto che in molti leggevano con piacere quello che scrivevo. Sotto l'etichetta Istantanee ho pensato dunque di raccogliere quei post, viaggio per viaggio, nazione per nazione, e di pubblicare l'insieme sul blog; ne viene così fuori uno scritto forse meno utile a livello di informazioni, ma molto più spontaneo e ruspante degli articoli ragionati su cui ho sempre basato i contenuti del blog stesso.
GUATEMALA-BELIZE-MESSICO (21/7/2019 – 27/8/2019)
Il vicino di posto in aereo durante il decollo continuava a farsi segni della croce mentre io vedendolo ho trovato indispensabile impegnarmi (con estrema discrezione) nel classico scongiuro maschile.
Fatto sta, per merito mio o suo non so, che il volo è andato liscio come l'olio e il piacere di ritrovarsi dopo alcuni anni di nuovo nello Zocalo, la grande piazza della cattedrale nel centro storico di Città del Messico per l'occasione senza installazioni che ne limitavano il colpo d'occhio, è stato immenso.
mariachi |
La megalopoli me la godrò nei prossimi giorni e negli ultimi prima di tornare a casa, intanto però mi trovo a Morelia, capitale dello stato del Michoacan.
tacos e coronita |
Il patrimonio architettonico di Morelia è talmente imponente e in buono stato che si fa fatica a capire come questa città non sia famosa, mentre invece i turisti stranieri sono merce rara. L'UNESCO però, che ha l'occhio lungo, l'ha dichiarata patrimonio dell'umanità già da parecchi anni, magari hanno contribuito anche i buffi pulmini in legno che girano per le strade.
Pochi tributano a Città del Messico la giusta considerazione. Nell'immaginario collettivo è un immane e caotico mastodonte dove l'attività principale sembra essere schivare le pallottole. Sbagliato!
morelia |
L'ingresso al Palacio Nacional sembra stregato per me: anche oggi era chiuso per una dannatissima manifestazione che intasava lo Zocalo, però quelli nei cortili del palazzo della Secretaria de Educacion Publica e quelli che impreziosiscono il Mercado Abelardo Rodriguez me li sono visti. Tra l'altro la zona intorno a quest'ultimo che riporta verso Calle Moneda è deliziosa e vivace, tutta un colorato mercato.
sulla piramide del sole |
Coyoacan infine è molto carina e pittoresca. Tutti ci vanno per vedere la Casa Azul, ma la combinazione di fila chilometrica (con conseguente folla all'interno) + sotto la pioggia + prezzo esorbitante (più del triplo del biglietto di ingresso a Teotihuacan) mi ha fatto pensare senza rimpianti: "sti cazzi de Frida Kahlo". A poche centinaia di metri da questa sorge però la residenza dove è vissuto e morto assassinato il buon Lev Trotsky, quasi vuota e molto più economica...la scelta è venuta da sola.
Domani si vola verso altri lidi, alla volta del piatto forte del mio viaggio: Guatemala arrivo!
Non ho mai visto un aeroporto fatto male come il terminal 1 di Città del Messico: dritto e lungo lungo lungo. Comunque, un po' di ritardo del volo, la fila lunga e lenta all'immigrazione guatemalteca, un traffico da santi e madonne e le ore utili per cominciare a visitare Antigua sono andate in gloria (!).
compagno lev |
Antigua è davvero un delizioso gioiello, con le strade acciottolate, le casette colorate e una pletora di sontuosi monasteri e chiese coloniali, in parte in rovina a causa dei terremoti che qualche secolo fa convinsero i potenti a spostare la capitale a Guatemala. Il surplus è dato da tre vulcani che incombono sull'abitato: lo splendido Agua e, un po' più in disparte, il turbolento Fuego (spesso e volentieri in eruzione, anche poche settimane fa) e il poderoso Acatenango che sfiora i 4000. Mi sbilancio: secondo me Antigua è anche più carina di Trinidad.
sotto alla piramide della luna |
il muro della casa di frida |
Curiosità 2: mentre lì state schiattando di caldo, qui la sera si sta a maniche lunghe, d'altronde è quasi una settimana che non scendo sotto i 1500 metri di quota.
Curiosità 3: mentre cenavo in un ristorantino familiare (una benefica zuppetta seguita da una cotoletta di maiale fritta accompagnata da riso, insalatina di patate, una cosa che sembrava un mangostano rivelandosi invece una maracuja e le classiche focaccine di mais centroamericane cui qui aggiungono un ingrediente che conferisce un curioso colore grigio, che insieme a una birra hanno dato un conto equivalente a 5,8 euro) in sottofondo passava "bella stronza" di Masini in spagnolo.
La piazza centrale di Chichicastenango è un mercato permanente, ingombra di strutture fisse, ma la domenica (e il giovedì) è tutto il centro della cittadina a trasformarsi in un brulicante e colorato mercato, ma sono soprattutto gli abitanti della zona a frequentarlo. Pensavo infatti di trovare molti più turisti occidentali, invece si perdevano nella marea maya. Alla fine mi sono comprato dei lytchees e ho fatto il desayuno (ovvero la colazione: riso, pollo fritto e verdure stufate e una bevanda che richiamava molto l'orchata di valenciana memoria, alle 9 di mattina) nei comedor tra i banchi, perché è presto per i souvenir, dopo devo portarmeli sul groppone un altro mese.
antigua |
Comunque, questi bellissimi ex-scuolabus stanno al Guatemala come i macchinoni americani anni 50 stanno a Cuba e senza uno spostamento su uno di loro, un viaggio nel paese del centroamerica non potrebbe dirsi completo.
Di Quetzaltenango, per gli amici Xela, dicono che sia la città dall'atmosfera più autentica del paese. Una bella piazza centrale con la cattedrale (di quella antica curiosamente rimane solo la facciata, mentre alle spalle c'è quella più nuova e grande) e gli eleganti palazzi istituzionali sempre piena di gente e un'accozzaglia di casette colorate per la maggior parte a un piano, alcune vecchie, alcune nuove, alcune fatiscenti, la fanno quasi pittoresca.
La cordialità della gente, la vivacità delle stradine, i tanti localetti graziosi - alcuni bellissimi in realtà - e il tasso di pericolo praticamente nullo, la rendono invece, se non proprio una destinazione imperdibile, un posto sicuramente piacevole, tanto che a quanto pare è un luogo privilegiato per venire a studiare spagnolo e infatti, se si aguzza lo sguardo, si notano diverse facce occidentali. La mezza giornata in più dovuta a un blocco dei trasporti avrei però preferito passarla al lago, ma tanto il lago non scappa e poi così l'ho potuta vedere coi negozi aperti (la domenica è un po' morta anche qui) e prendermi i sorrisi e i saluti dei tantissimi studenti e studentesse, tutti con le loro brave divise, che in tarda mattinata sbucano ovunque (sarà deformazione professionale la mia?).
a xela |
Alla fine ho perso anche il pomeriggio e la notte a Xela perché il blocco del traffico per non so bene quali proteste si è prolungato separando di fatto la parte occidentale degli altipiani dal resto del paese e la notizia che lo shuttle bus delle 15:15 era stato cancellato mi è arrivata alle 15:10.
pischello a chichi |
sul chicken bus |
La mia passione per i laghi è ormai cosa nota e consideravo come un disonore non aver ancora visitato l'Atitlan, probabilmente il vero motivo per effettuare questo viaggio e ai primi posti in tutte le classifiche degli specchi d'acqua più belli del mondo.
Oddio, come dargli torto alle classifiche? Un grosso, ma non immenso, lago dall'acqua verdeazzurra brillante circondato da montagne verdi sulle cui pendici sorgono decine di pittoreschi villaggi, il tutto guardato a vista da tre maestosi vulcani...praticamente un lago di Nemi più in grande, con tre vulcani invece di uno e una ventina di paesini invece di due.
atitlan |
Curiosità: a Santiago ho dormito in un ostello, dove ero l'unico ospite, che condivide l'ingresso e il cortile con una scuola superiore.
Da un lago in altura a uno vicino al mare, dalle montagne della Sierra Madre alle coste dell'Atlantico, dal freschetto serale al caldo tropicale.
studenti |
Lungo le lussureggianti sponde di un fiume che unisce il lago Izabal, il più grande del paese, al mare sorgono infatti una moltitudine di lodge tra le mangrovie raggiungibili solo via acqua: il posto è bellissimo, io tuttavia mi sento un po' come un leone in gabbia visto che al massimo posso camminare sulle passerelle tra i vari bungalow per una ventina di metri al massimo. Per passare il tempo ho addirittura preso il kayak, però la mia scarsa perizia unita alla corrente e alle onde dei motoscafi che imperano non appena si lasciano i canaletti laterali per sbucare nel fiume hanno limitato parecchio il mio raggio d'azione (a parte il culo come un secchio che ti fai a pagaiare quando la tecnica scarseggia).
La mattina però, una lancia pubblica percorre il fiume fino alla foce dove sorge, senza vie carrabili che vi arrivino, la cittadina di Livingston. Il tragitto è assolutamente meraviglioso, con il Rio Dulce che prima si allarga formando isole di mangrovie dove aironi e cormorani fanno casa mentre ai lati si vedono piccole comunità di palafitte e ci sono anche delle sorgenti calde termali dove immergersi con gran soddisfazione; mentre nella parte finale il fiume si restringe e le sponde si alzano, tanto che tra la vegetazione si intravedono delle alte scogliere. Livingston stessa è un posto insolito, pittoresco e interessante, colorato e popolato dai garifuna, di chiare origini africane. Di certo però il mare non è la sua attrazione principale visto che di spiaggia quasi non ce n'è e quella poca è sporca e bruttarella e pure l'acqua non è granché, però tutte le palme sulla spiaggia sono parecchio evocative e all'orizzonte si scorgono le coste del Belize, dove approderò tra qualche giorno.
ancora chicken bus |
P.S. Co 'sto caldo, la granita di mango affogata nell'aranciata gelida ti rimette al mondo, la chiamano "nevado".
A Rio Dulce fa un caldo pazzesco, di quelli da sentirsi male, però ci sono un paio di cose che uno può fare al riguardo.
sul pick up |
Ma come dicono da queste parti, "no hay dos sin tres": c'è un altro lago da non perdere in Guatemala, il Peten, che dà il nome a tutta la regione coperta di giungla nel nord-est del paese. Su un'isoletta al centro di questo sorge la pittoresca cittadina di Flores, ultima tappa guatemalteca del mio viaggio.
in kayak |
Una chiusura col botto per questo interessantissimo paese, domani invece si sconfina in Belize.
Alcune curiosità e considerazioni:
Alcune curiosità e considerazioni:
1- i chicken bus sono magnifici, ma indimenticabile è il loro clacson costituito da un cavo tirato di traverso davanti al lunotto;
2- scritte come "Gesù ti ama", "Dio è grande", ecc...si trovano ovunque ma soprattutto tappezzano i cruscotti di taxi, tuk tuk, microbus, chicken bus e così via, se poi ci metti che è facile vedere nelle chiese gente che percorre le navate in ginocchio e nelle piazze trovi sempre uno col microfono che sfascia i marroni a tutti coi sermoni dello stesso tenore delle scritte di cui sopra, ti rendi conto che i conquistadores hanno fatto un lavoro certosino;
rio dulce |
4- non so se mette più ansia vedere tutte queste guardie coi fucili a pompa o pensare che se ci stanno forse un motivo c'è;
5- laghi e pesci endemici, qui nel Peten raccomandano di provare il "pescado blanco", nome ufficiale Petenia Splendida: non potevo esimermi: alla plancha è ottimo;
6- il primo bel tramonto guatemalteco sono riuscito a vederlo proprio l'ultimo giorno in Guatemala.
Sul bus che portava in Belize stavamo come le sardine, però tutto sommato il viaggio e il passaggio della frontiera sono andati parecchio lisci.
Poi a Belmopan, la capitale del piccolo stato caraibico che non sembra assolutamente - e che in effetti non è - una città, ma assomiglia a una di quelle frazioni sparse nella campagna italiana, tipo i Landi per capirci (fatevi due risate guardando lo street view di google maps...e questa sarebbe una capitale?), un po' di gente è scesa e si stava più comodi.
Dalle regioni interne beliziane però io mi aspettavo una giungla tipo quella del Peten, invece l'aspetto è quello di una vallonata campagna da cui spuntano fattorie e cottage in legno e macchie tropicali.
tikal |
tikal |
In Belize ogni città o villaggio, anche piccolissimo, ha la sua buona dose di ristoranti ed empori cinesi, ecco: a Corozal ve n'è una quantità esorbitante.
Ora ho lasciato il Belize rientrando in Messico per dare inizio alla seconda parte del mio viaggio che via terra mi riporterà nella capitale a prendere l'aereo del ritorno; prima tappa: Tulum.
Il racconto prosegue nel post successivo: Istantanee: Messico, Guatemala e Belize (parte 2)
Come da tradizione, ecco anche un breve video che ripercorre le tappe narrate in questo diario:
Il racconto prosegue nel post successivo: Istantanee: Messico, Guatemala e Belize (parte 2)
Come da tradizione, ecco anche un breve video che ripercorre le tappe narrate in questo diario:
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento, sarà un piacere per me leggerlo e rispondere il prima possibile.