23-25 dicembre 2017 e 5-6 gennaio 2018
Il Ghana è una destinazione piuttosto insolita per chi, come il sottoscritto, si ritrova per la prima volta ad affrontare un viaggio nell'Africa subsahariana, eppure questo stato relativamente piccolo che si affaccia sul golfo di Guinea è una base di partenza assolutamente da non sottovalutare per la scoperta della società, della cultura e della natura del continente nero.
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blackstar square |
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fuori dalla ring road |
Il paese coniuga infatti le testimonianze storiche del colonialismo e della tratta degli schiavi con tradizioni e paesaggi (urbani e non) squisitamente africani dove però si inserisce anche l'evidenza di una crescita economica decisamente superiore a quella di quasi tutti gli stati limitrofi, cosa che per contro mette in risalto anche le grandi disparità tra benestanti e poveri. Il Ghana viene spesso definito come "Africa per principianti" perché politicamente è una democrazia stabile da ormai diversi decenni, la microcriminalità è molto rara favorendo un livello di sicurezza per i turisti più alto di quello di molti stati europei (la popolazione è in maggioranza cristiana ma anche i numerosi musulmani sono molto tolleranti) e il sistema dei trasporti, seppur lontano dagli standard occidentali, permette anche, con un po' di pazienza, a chi voglia girare il paese in maniera autonoma di non dover ricorrere ai tour organizzati risparmiando parecchio.
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christianborg |
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osu |
Va detto tuttavia che la quasi totalità dei turisti, presenti in discreta quantità anche se i numeri sono ancora estremamente lontani da quelli del turismo di massa (ma l'industria turistica è decisamente in crescita), si affida alle agenzie e che un tour di questo tipo, benché molto più caro, è sicuramente di gran lunga più godibile. Per entrare nel paese è necessario il visto sul passaporto (la richiesta non è particolarmente complicata ma nel modulo vanno indicati nome, indirizzo e telefono di due contatti, vanno bene gli hotel dove si risiederà, quindi siate preparati; ho anche visto che lo rilasciavano in aeroporto ma non so se ciò sia valido per tutti i paesi quindi è consigliabile atterrare già in possesso di visto, anche per evitare almeno una fila) e il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla (viene controllato, non c'è modo di evitarlo).
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indipendence square |
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christianborg |
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christianborg |
Il principale accesso al Ghana è l'aeroporto Kotoka della sua capitale Accra che, benché non sia l'unico scalo internazionale del paese, è di gran lunga il più grande e importante.
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cattedrale spirito santo |
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ussher fort |
I controlli dell'immigrazione sono abbastanza standard, ma le file che si creano sono lunghe e lente e prima di uscire potrebbero passare anche due ore dall'atterraggio. La struttura è piuttosto vicina al centro cittadino e quindi il mezzo migliore per raggiungerlo è il taxi. Accra non è una città particolarmente pittoresca ma è comunque il principale centro economico, amministrativo e culturale del Ghana e ospita quindi diverse attrazioni che rimandano sia al passato coloniale che alla presente evoluzione (non mancano le architetture moderne di rilievo) passando anche per alcuni "specchi" che riflettono le tradizioni e la cultura della nazione.
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cattedrale spirito santo |
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museo nazionale |
Per quanto riguarda l'alloggio, in città se ne trovano di ogni tipo e livello, dai grandi hotel di lusso fino agli ostelli e alle guesthouse. Personalmente ne ho provati due che si sono rivelati entrambi più che soddisfacenti: il primo è la guesthouse Feehi's Place, in ottima posizione all'imbocco della principale zona di vita serale e ospitata in una struttura nuova e pulita; il secondo invece è l'Agoo Hostel, situato vicino a uno dei principali snodi stradali è un ostello in stile europeo ospitato in una villetta con giardino, belle zone comuni e camerate con letti nuovissimi, è frequentato non solo da viaggiatori ma anche da ragazzi che si trovano in città per studio o stage di lavoro.
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accra centro |
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museo nazionale |
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museo nazionale |
Accra è molto estesa e presenta una struttura urbana piuttosto "sparsa", con i punti interessanti spesso distanti tra loro. Spostarsi con i taxi è abbastanza economico ma si riesce a risparmiare moltissimo utilizzando i vari furgoni che compiono percorsi predefiniti lungo la Ring Road, il largo viale che gira intorno al centro, o le vie principali che la incrociano e le cui intersezioni o rotatorie sono i nomi dei punti di riferimento con cui orientarsi (tipo Nkrumah Circle, Danquah Circle, Kanda o Sankara Interchange).
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jamestown |
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villaggio dei pescatori |
Nkrumah Circle è anche il principale snodo dei trasporti della città ed è da lì che partono o arrivano la maggior parte dei mezzi che collegano la capitale con le altre città ghanesi, ma ogni giorno si trasforma anche in un caotico e variopinto mercato e in un punto di passaggio di tanta colorata umanità. Da lì partono anche il viale omonimo e la parallela Kojo Thomson Road, che dritti come spade si dirigono verso il mare attraversando quello che viene considerato il centro vero e proprio della metropoli passando anche nei pressi di diverse attrazioni. Prima di arrivare nella zona del mercato principale si sfiorano infatti la Cattedrale dello Spirito Santo, moderna ma apprezzabile, e il Museo Nazionale, al momento chiuso per completa ristrutturazione ma nel cui giardino sono conservate opere e reperti interessanti (come per esempio l'auto sulla quale primo presidente ghanese Kwame Nkrumah subì un attentato; il guardiano si proporrà per farvi fare un giretto).
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villaggio dei pescatori |
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piroghe |
Il cuore cittadino è però l'enorme e brulicante Makola Market, un formicaio non propriamente pittoresco ma sicuramente affascinante dove trovare davvero di tutto e dove i banchi e le persone non si limitano solo alla vasta area adibita ma sconfinano di molto invadendo tutte le strade adiacenti dove è infatti impensabile girare se non a piedi. Accostandosi all'oceano si incontrano poi il mercato dell'artigianato (i cui venditori hanno fama di essere un po' insistenti ma vi si possono fare buoni affari), il parco memoriale di Kwame Nkrumah e la cattedrale anglicana della Trinità, dal caratteristico aspetto coloniale inglese tutta in mattoni, prima di raggiungere il sobborgo storico di Jamestown.
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faro di jamestow |
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james fort |
Quest'ultimo, nato nel XVII secolo come villaggio indipendente e ormai inglobato pienamente nella metropoli, rappresenta una delle aree più povere e degradate della città ma anche uno dei punti più interessanti per la presenza di due antichi forti coloniali, Ussher e James Fort, di un pittoresco faro bianco e rosso (che per qualche incomprensibile motivo è vietato fotografare, ma a me che ho fatto la foto da lontano dalla strada ben prima di scorgere il cartello di divieto nessuno ha detto niente) e soprattutto del villaggio dei pescatori, ovvero una vera e propria baraccopoli sporca e maleodorante in riva al mare fronteggiata però da un'impressionante e scenografica batteria di piroghe colorate in fila. Per chi volesse avventurarsi tra le baracche e sui moli, davanti al faro diverse persone insisteranno per guidarvi poiché se siete da soli e fate fotografie la gente si risente mentre se vi accompagna qualcuno del posto sono tutti più bendisposti (non c'è comunque da temere aggressioni).
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accra centro |
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palazzo delle poste accra centro |
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cattedrale della trinità |
Una zona molto amata sia dagli abitanti che dagli stranieri è il quartiere di Osu, ovvero il fulcro della vita notturna della capitale.
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makola market |
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kwame nkrumah memorial |
Dal Danquah Circle parte infatti quella che viene comunemente chiamata Oxford Street che attraversa tutto il distretto fino alla costa e dove, affacciati direttamente su di essa o nelle stradine limitrofe, si incontrano molti ristoranti sia tradizionali che delle diverse cucine mondiali, fast food, cocktail bar, locali con musica, bancarelle di frutta e verdura o di souvenir, banche e centri commerciali con supermercato. Bancarelle di cibo da strada e piccoli bar con tavolini all'aperto si possono invece trovare lungo la Ring Road a partire proprio dall'incrocio con Oxford Street. In effetti non è che l'area sia particolarmente suggestiva, ma è il posto dove trovare tutto o quasi quello che può servire a un turista, dove cenare e passare la serata in assoluta sicurezza (è sempre qui poi che avrete la possibilità di incrociare qualche faccia bianca, praticamente assente nel resto della città).
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accra centro |
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makola market |
Più piacevole alla vista è invece la parte a ridosso della costa, il quartiere ex insediamento danese di Christianborg (prima degli inglesi su queste coste ci sono passati quasi tutti i colonizzatori europei), di aspetto più tradizionale e abbastanza povero (ma non è proprio una baraccopoli) dove tuttavia la mattina della vigilia di natale, che era domenica, dalle tante parrocchie sparse tra le case uscivano canti e musica e la gente sorrideva e salutava al mio passaggio. Lo sbocco al mare è però bloccato dalla presenza del castello di Osu, una delle principali fortezze coloniali sparse sulle coste del golfo di Guinea, la cui prima costruzione risale al XVII secolo ma che è stato ricostruito varie volte e al momento è zona militare nonché sede del governo e non è possibile avvicinarsi troppo, fotografarlo e tantomeno visitarlo.
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indipendence square |
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makola market |
Qualche centinaio di metri a ovest del forte si sbuca invece nella vasta Indipendence Square / Black Star Square, una vasta spianata circondato da tribune coperte e colorate con i colori nazionali accanto alla quale, al centro della rotatoria stradale, campeggia un arco di trionfo sormontato dal simbolo nazionale: la stella nera. Alle spalle della piazza si accede alla spiaggia (si paga un obolo per farlo, ma è davvero esiguo) che però non è molto adatta alla vita balneare e infatti è poco frequentata (le correnti non permettono grandi bagni e nuotate e la location non è eccezionale, la spiaggia cittadina vera e propria e Labadi Beach, circa 4 km più a est), tuttavia sia dall'arenile che dalle tribune della piazza sono apprezzabili i panorami sulla costa e sul forte di Osu.
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christianborg |
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oxford street |
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teatro nazionale |
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spiaggia dietro indipendence square |
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indipendence square |
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osu fort dalle gradinate della piazza |
Verso l'interno sorge invece il moderno quartiere istituzionale, non particolarmente piacevole da girare a piedi ma segnato dalla presenza di alcune architetture rilevanti come lo stadio, il cimitero militare di Osu, l'International Conference Center e soprattutto il sontuoso Palazzo dell'Unità Africana (voluto da Nkrumah per un vertice tra i capi di stato che nei suoi sogni potesse dare vita a una federazione africana e che ora è ribattezzato State House e ospita il Parlamento; il palazzo presidenziale Flagstaff House si trova invece poco fuori la Ring Road ed è un'architettura interessante presidiata però da burberi poliziotti che controllano che nessuno faccia foto) e l'avveniristico Teatro Nazionale.
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spiaggia dietro indipendence square |
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spiaggia dietro indipendence square |
La vita serale e l'offerta gastronomica di Accra non sono di altissimo livello ma comunque le alternative non mancano. Come detto è Osu la zona di riferimento: purtroppo non sono riuscito a provare il ristorante tradizionale consigliato un po' da tutti, il Buka, trovato chiuso al primo tentativo e riservato al secondo; tra i ristoranti di cucine straniere del quartiere merita invece una segnalazione il cinese Tip Top lungo Oxford Street, i cui piatti di noodles sono buoni ed enormi (quando si sente la mancanza della pasta all'estero il cinese è un surrogato da non sottovalutare). Un buon posto è anche il ristorante dell'hotel Paloma, lungo la Ring Road.
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christianborg |
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cimitero di osu |
Accra è il simbolo di quello che è il Ghana oggi e di dove il paese si prefigge di andare e un'itinerario nel paese della stella nera non sarebbe completo senza una tour della sua capitale; è anche vero però che di certo non è una città che lascia il segno nella memoria, tuttavia un paio di giorni di visita si riempiono senza problemi. Va detto poi che la metropoli è piuttosto pulita (non solo in rapporto alle altre città di questa parte d'Africa, ma in assoluto) ed è decisamente sicura e si può girare in solitaria e in autonomia senza avere mai la sensazione di essere in pericolo; la popolazione è in generale piuttosto aperta e cordiale, non manca qualche molestatore o gente che chiede denaro ma sono una minima parte.
Post successivo: Cotonou e la strada dal Ghana al Benin
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flagstaff house dal bus |
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state house |
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international conference center |
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