sabato 10 giugno 2017

Istantanee: Myanmar (con sorpresa finale in Egitto)

Da quando mi sono smart-fonizzato e netbook-izzato è diventato molto facile interagire con i social network anche durante i viaggi, e ho preso così l'abitudine di scrivere, ogni sera o quasi, su FB le mie riflessioni a caldo sulla giornata di viaggio appena trascorsa. In realtà all'inizio era più che altro un modo per informare mia madre della situazione in cui mi trovavo, ma poi mi sono accorto che in molti leggevano con piacere quello che scrivevo. Sotto l'etichetta Istantanee ho pensato dunque di raccogliere quei post, viaggio per viaggio, nazione per nazione, e di pubblicare l'insieme sul blog; ne viene così fuori uno scritto forse meno utile a livello di informazioni, ma molto più spontaneo e ruspante degli articoli ragionati su cui ho sempre basato i contenuti del blog stesso.

MYANMAR (23/12/2016 – 08/01/2017)
Dunque, cose che sono riuscito a fare solo la terza volta che sono andato a Bangkok, che poi contando gli arrivi, i ritorni e le partenze, in effetti era la sesta:
- vedere il Buddha dorato del Wat Traimit, che la gente normale lo fa alla prima, ma le altre volte ero sempre arrivato troppo tardi ed era chiuso;
- entrare nella pacchianissima sala del trono a Dusit, mentre invece la magione tutta in teak trasportata da Koh Si Chang è in restauro e non sono riuscito a vederla neanche stavolta;
- andare al mercato dei fiori;
- vedere il "ruspantissimo" mercato di Khlong Toei;
- passare una sera a Khaosan Road e chiedersi: " ma era proprio necessario?";
- guardare il tramonto in riva al bacino artificiale vicino al Queen Sikrit National Convention Center;
myanmar diario di viaggio
selfie con buddha
- farsi un selfie con una delle statue di Buddha di un paio di metri abbondanti in vendita nei negozi in Bangrungmuang Road, che di notte sono chiusi ma le statue rimangono esposte sul marciapiede (nel giardino di mia nonna starebbe benissimo);
- andare a Chinatown di giorno e constatare che la sera è un'altra cosa;
- domandarsi perché sul Tevere non abbiamo un servizio regolare di battelli pubblici visto che le stazioni sarebbero in punti molto comodi, come una linea aggiuntiva di metro, l'acqua c'è tutto l'anno e non fa più schifo di quella del Chao Phraya...anzi. mi sa che è addirittura meglio (pensa come sta il Chao Phraya).
Vabbè, ma ora basta con la Thailandia, domani finalmente si va in Myanmar!
Come dite? È Natale? Estiquaatsi dice che è bene che popoli celebrino natività di Jesoo Christo. 

La prima impressione del Myanmar è stata di un paese verde, un tappeto di alberi bassi e cespugli...e acqua, tanta acqua. Quello che mi aspettavo insomma. Dal bus che dall'aeroporto mi portava a Mandalay si vedevano pure le vacche pascolare nella fascia erbosa tra le due carreggiate e i bovari col cappello conico di paglia.
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mandalay hill
Mandalay invece è strana, una città di oltre un milione di abitanti dove in pieno centro sembra di essere ancora in periferia, tutta di case basse ed estesissima. Però una volta armato di motorino ho cominciato a girarmela per bene e a scoprire un sacco di meraviglie: un palazzo imperiale circondato da fossato e mura di otto chilometri di diametro e tante pagode bellissime, una tutta in legno scolpito assolutamente unica. La collina di Mandalay invece ti fa fare i conti con te stesso, nel senso che per salire la scalinata di migliaia di gradini ti devi fare un culo come un secchio e prima di arrivare ti sarà capitato almeno cinque volte di pensare: "oddio, sono arrivato e con tutti 'sti alberi non si vede niente!", invece giri intorno alla pagoda di turno e scopri una nuova rampa di scale in salita. E alla fine, ma solo alla fine, il premio: una pagoda sontuosa e un po' kitsch, ma un panorama speciale, con l'immenso Irrawaddy che scorre in lontananza e magari pure un tramonto a impreziosire tutto...già, i tramonti, per ora ne ho visti due ma mi sa che questa è terra di tramonti.
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in scooter
Oggi anche gran giornata, tutta in scooter alla scoperta delle antiche capitali, tra le stradine sterrate di Inwa con i suoi resti archeologici, a Sagaing, dove i fianchi e le basi della collina sono ricoperti di piccoli monasteri con una selva di decine di stupa bianchi o dorati che sbuca tra gli alberi, per finire ad Amarapura, sul famoso lunghissimo ponte di teak che attraversa il lago. Domani un'altra giornata intera qui, c'è ancora parecchio da fare in questa brulicante città, però la notte la passerò invece sul treno per Bagan. Il biglietto di prima classe (otto ore di viaggio...lentissimo immagino visto che i minibus ce ne mettono quattro) e il pranzo in una bettola a Sagaing, dove insieme al curry di pollo mi hanno portato un mare di piattini con strane verdure, fagioli e zuppe, li ho pagati la stessa cifra: 1 euro e 20 centesimi (a cena invece crepi l'avarizia, curry di gamberi, 3 euro e 80).
Comunque il monaco buddista col cellulare sul bastone da selfie fa proprio strano.
Ah, sull' U Bein Bridge ho visto un banchetto con delle banane arancioni! 

Dopo tutti questi chilometri in motorino per le strade di Mandalay ho finalmente appreso le regole della strada birmane, che si riducono più o meno a "non dimenticarti di suonare il clacson, poi fai quello che te pare, vai pure contromano". Per fortuna che tutti vanno piano. Suonano per qualsiasi cosa: per superarti, per dirti che ti stanno superando (come se non li vedessi), per salutare il prozio nella macchina che viene in senso inverso...
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monaco nerd
Non si può visitare il Myanmar senza fare una gita in battello sul suo grande fiume, l'Irrawaddy. Però se vuoi arrivarci fino a Bagan c'è il rischio che ci diventi vecchio; molto meglio la minicrociera fino a Mingun di un'ora scarsa. Certo se poi il motore del battello si rompe in mezzo al fiume e tocca stare ancorati per mezz'ora ad aspettare che lo riparino alla fine diventa un po' noiosetta, Mingun però è molto carina e interessante, con un paio di pagode davvero notevolissime e poi c'è un piccolo tempio con la statua in ottone di un bonzo con gli occhiali da nerd.
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mini golden rock
Mandalay è un po' bistrattata secondo me, tutti ci vanno per visitare i dintorni e la città la lasciano perdere; l'area urbana non è così incantevole, però nasconde moltissime perle e parecchi scorci caratteristici, ci sono anche delle versioni più piccole dell' U Bein Bridge e della Golden Rock e ho trovato dei templi di tutte le religioni principali (indù, cinesi, moschee e anche chiese...quante cose si scoprono girando a cazzo in motorino). La cittadella imperiale, con decine di edifici in legno rosso e dorato, e un paio di monasteri in legno scolpito sparsi tra le stradine sono invece eccezionali, chissà come mai nell'ambiente dei viaggiatori se ne parla così poco.
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sull'u-bein
Ora, dopo un faticoso e scomodissimo viaggio notturno su un treno che rollava come una barca col mare forza 6 di traverso e che doveva arrivare alle 5 di mattina e invece è arrivato alle 3:30, sono a Bagan; ma di questo ne parlerò domani...ma non citerò Terzani, le frasi abusate mi fanno venire l'orticaria.
Comunque, la storia della prima classe in treno, io pensavo che il bigliettaio scherzasse, ma quello che voleva dire è che era classe unica, tre vagoni tutti uguali con delle panche rigide, l'ideale per un viaggio notturno, ciononostante sono anche riuscito a dormire, il rollio un po' concilia. 

Insomma Bagan, ormai di questo posto si è cominciato a scriverne parecchio, certo è che andrebbe visto da tutti almeno una volta nella vita. 
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bagan
Questa piana dove sbucano migliaia di stupa bianchi o in mattoni rossi, qualcuno dorato, qualcuno più recente, di ogni grandezza, da quelli alti 50 metri a quelli alti 5, lascia davvero stupiti e interdetti. Purtroppo quelli che è possibile scalare sono rimasti pochissimi e diversi sono ingabbiati perché danneggiati (mentre noi piangevamo Amatrice, qui un sisma di pari potenza ha fatto danni), ma perdersi tra le piste di terra e sabbia su uno scooter elettrico circondato da questa selva di chedi di pietra provoca davvero belle sensazioni, ti fa sentire un privilegiato e pazienza se la batteria dello scooter si sta scaricando e hai paura di rimanere in mezzo al nulla.
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tramonto a bagan
Un altro dei tre grandi siti archeologici buddisti dell'Asia è messo in cascina...però mi sbilancio: Angkor è ancora meglio; per il terzo, ci si sta lavorando.
P.S. alla fine, faticosamente e quasi a passo d'uomo per la perdita di potenza, lo scooter alla base mi ci ha comunque riportato. 
P.P.S. dopo una seconda giornata in giro tra i templi e dopo essere salito su alcuni di loro e aver ammirato il panorama sulle migliaia di altre costruzioni sono ancora dell'avviso che Angkor sia meglio...però mamma mia che impressione!
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scooter elettrico e vai
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bagan
P.P.P.S. la curiosità di oggi è che nel museo archeologico c'è un'esposizione con decine di acconciature che andavano per la maggiore durante il periodo d'oro della città.
P.P.P.P.S. le foto di oggi il wifi ballerino della guesthouse, mentre aspetto il bus notturno (che dovrebbe essere molto meglio del treno) che mi porterà sul lago Inle, non me le fa scaricare, quindi vi beccate solo quelle di ieri. 

Una due giorni a cavallo di capodanno sul lago Inle come può andare?
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passerella sul lago
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porci con le ali
Che poi intendiamoci, questo specchio d'acqua argenteo circondato da montagne è si bello, ma se si parla solo di paesaggistica allora il Lario o il Benaco, per citarne due dei nostri, gli danno una pista.
E' invece la gente che ci vive a contatto a renderlo unico. E allora puoi passare la giornata su una barca lunga e stretta in giro per i vari laboratori artigianali che producono dagli ombrelli di carta ai capi di tessuto di loto e dai gioielli ai sigari, per i mercati e i villaggi su palafitte ammirando i caratteristici pescatori in equilibrio su una gamba sola mentre remano con l'altra o la grande distesa di orti galleggianti, tornando infine alla base con la consapevolezza che non vedrai niente di simile da nessun'altra parte.
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ecco una selva di stupa
Non c'è viaggio senza una bella pedalata; due sono i luoghi a tiro di bici da Guesthouse City (al secolo Nyaungshwe), uno per lato: a ovest una spa con sorgenti termali e visti i prezzi abbordabili e il fatto che sarebbe stato (sarà) l'unico bagno di questo viaggio non era il caso di saltarla, mentre a est un villaggio metà sulla terraferma e metà su palafitte raggiungibili con uno stretto e lungo ponte di teak...solo che bisogna avere una buona gamba perché l'asfalto a bozzi ti ci fa mettere un'ora per fare 10 km, roba che che da Genzano a Velletri sull'Appia normalmente ci metto solo 25 minuti: e il culo non ringrazia.
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in barca sul lago inle
Ma che fanno a capodanno 'sti birmani? Nyaungshwe si aggiunge alla lista di posti improbabili dove ho passato la notte di San Silvestro e non ha una gran scena notturna; loro mi sembra di aver capito che si chiudono (è un eufemismo, qua è più o meno tutto all'aperto) da qualche parte e cantano tutti insieme felici, qualcuno lo fa anche per strada con una chitarra.
Ah, e comunque, è sempre mejo 'r lago de Nemi! 

Terra rossa, campi, alberi e montagne dal dolce profilo, villaggi semplici di contadini e allevatori, gente onesta e ospitale che non perde mai occasione per lanciarti un sorriso radioso: lo Shan è una regione davvero affascinante e basta spulciare un po' la rete per scoprire che ha fatto breccia nel cuore di molti viaggiatori. Così, parte dell'attrattiva di una gita giornaliera da Nyaungshwe alle grotte di Pindaya, delle caverne di per sé normalissime ma nobilitate dalla presenza all'interno di oltre 8000 statue di Buddha (e un ragnone all'ingresso) di tutte le fogge e grandezze che creano un colpo d'occhio indiscutibilmente notevole e le rendono uno dei luoghi religiosamente più importanti del paese, è il viaggio stesso.
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tra i buddha di pindaya
Che poi si ha tutto il tempo di goderselo il paesaggio perché anche in macchina difficilmente si riescono a percorrere più di 50 km con un'ora (il viaggio ne dura un paio) visto che il fondo stradale è si quasi totalmente privo di buche e crepe (pure in Birmania stanno messi mejo de noi ahimè) ma evidentemente per quello che riguarda la stesa dell'asfalto (più bitume e sassi che asfalto direi) qui non hanno mai sentito parlare dell'esistenza del rullo e quindi tale fondo è molto irregolare e si ballicchia anche. Curiosamente ho notato che dove ci sono i lavori stradali la maggior parte degli operai al lavoro con la pala sono donne, mentre gli uomini li vedi alle prese con il fuoco nei bidoni dove cuoce l'asfalto.
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guardiano
Problemi birmani: oggi al mercato cercavo di comprare un paio di banane (così una me la mangio) per il viaggio in bus...solo che le vendono unicamente a caschi interi; è vero che l'ho pagato 35 centesimi, ma ora che ci faccio con tutte 'ste banane? Tra l'altro ai (senza h ignoranti, non è verbo avere) banchi di frutta ho rivisto le banane dagli strani colori, più sul rosso brunito che arancione stavolta, e alla mia domanda "what is this?" il tipo mi ha risposto "brown banana!"...ah, grazie mille, ora posso morire soddisfatto.
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red banana
Altro gettone altro giro, dieci ore di bus notturno verso sud e sono a Bago, un paesone polveroso e fatiscente sulla via per Yangon, attraversato da un fiume che è un immondezzaio ma che ha una sorprendente quantità di cose da vedere.
Se poi capita che alle 5 di mattina la proprietaria della guesthouse dove prendi la stanza ti mette su uno scooter e ti scarrozza a vederli tutti perché prima delle 7 in quelli a pagamento (che sono 3, più il palazzo reale che si paga sempre) si entra gratis, allora l'impressione non può che essere buona. Certo, poi ti ritrovi alle 9:30 che hai visto il 90% di quello che la città ha da offrire, tra cui due enormi Buddha sdraiati, uno vecchio e uno nuovo, una splendida immensa pagoda dorata, una a base quadrata con un grande Buddha per ogni facciata, un'altra pagoda su cui gli uomini (alle donne non è consentito...mah) si possono arrampicare e gustarsi una favolosa alba, un monastero dove allevano e adorano un pitone da un quintale, una pagoda su una collinetta buona per il panorama, un monastero-scuola superiore buddista col salone con tutti gli allievi/bonzi che salmodiano mentre accanto preparano il pranzo (gli studenti buddisti mangiano carne a quanto pare), un altro monastero con dei dipinti, uno con un tempietto in mezzo a un laghetto con dei ponti, uno con le statue dei monaci di cui una con gli occhiali da sole...un sacco di roba appunto...e poi? Tutto il resto del giorno per il restante 10%. Il suddetto palazzo reale e poi un clamoroso mercato che dalla mattina arriva fino al tramonto, ruspantissimo, per stomaci forti ma coloratissimo e vivace come un formicaio. C'è un traffico assurdo a Bago.
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a bago
Ah, mi sa che ho messo il mio record personale: tornando dal palazzo reale ho pranzato al chiosco di una vecchietta: noodles asciutti con un po' di roba non meglio identificata (non erano male), tofu fritto e una corroborante zuppetta vegetale; costo totale 0,21 euro! Quello precedente se non ricordo male erano 40 centesimi minestra con carne patate e riso in Bolivia. 
Ri-ah, la scarrozzatrice mi ha fatto masticare il betel, quella roba che alcuni di loro masticano e ti fa la bocca e la saliva, che poi sputano lasciando l'asfalto maculato, di colore rosso tipo effetto Hollywood quando nei film ti danno un cazzotto in bocca e sputi sangue: fa schifo, è amarissimo e pizzica pure un po'! 

Yangon non si presenta in maniera particolarmente affascinante: alti palazzi di condomini in condizioni non proprio ottimali e lunghi viali che tagliano il centro, vialoni multicorsia nella prima periferia, dove ci sono più alberi che costruzioni e queste ultime sono palazzoni, casette o baracche e ville che ospitano ambasciate o istituzioni varie.
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buddha a bago
Se però resistete alla tentazione di fiondarvi alla pagoda Shwedagon appena arrivati per poi scappare via e vi prendete invece un paio di giorni per viverla e scoprirla vi accorgerete che di spunti interessanti questa città ne ha da vendere.
Le stradine del centro trasversali ai viali principali sono innanzi tutto degli spaccati di vita da non sottovalutare, riempiti come sono di banchi di mercato e ristorantini improvvisati o usati come campo da gioco da bambini e ragazzi; le facciate scrostate e sporche dei palazzi poi spesso nascondono colori, forme e suggestioni coloniali, esibite più spudoratamente invece dai numerosi palazzi storici legati ai vecchi governi e commerci dei quali solo una minima parte completamente fatiscente come è purtroppo la mastodontica e stupenda reggia di mattoni rossi che ospitava il governatorato inglese.
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biglietto personalizzato
Un piccolo parco centrale brulicante di vita, un'animatissima Chinatown, laghi circondati da parchi, templi di diverse religioni, da quelli indu a un'interessante sinagoga per continuare con due sorprendentemente belle, sia all'esterno che all'interno, cattedrali cristiane e finire ovviamente con un buon numero di pagode (tra l'altro ce n'è una con le reliquie dei capelli di Buddha dove per entrare ti fanno la foto e te la stampano sul biglietto) che vale la pena di visitare.
Si, poi c'è lei, la Shwedagon, la pagoda al cui confronto tutte le altre sono bazzeccole, quella che se non la vedi non puoi comprendere la spiritualità birmana, nemmeno se sei già stato a Bagan e Sagaing.
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cuccioli ovunque
No, Yangon non vi farà innamorare; impossibile! Però se quei due giorni ve li siete presi alla fine non vi sfiorerà neanche lontanamente la sensazione che siano stati sprecati.
Cose che ho notato:
- le ragazze dello Shan, dove sta il lago Inle per capirci, sono più graziose di quelle del sud del paese; è vero che sono alte tutte un metro e mezzo e a stento arrivano ai 40 kg, però hanno dei lineamenti delicatissimi e un sorriso che farebbe sciogliere anche il Vatnajokull
- la guida qui è a destra, come da noi, però tutti i taxi hanno il volante a destra, come se venissero direttamente dall'Inghilterra
- è pieno di cuccioli di cane e di gatto
myanmar
rock fratello
- quanto gli piace fare il barbecue, a Yangon c'è pure una stradina con una lunga sequenza di ristorantini appositi che arrostiscono spiedinetti di qualsiasi cosa...ieri ho anche chiesto quanto costava un'aragosta, non a spiedino ovviamente ma intera: mi hanno detto 25000 kyat (che poi curiosamente si pronuncia "ciat"), cioè circa 17 euro, e non erano quelle miserie da 3 etti scarsi mezze stoppacciose che trovi a Cuba, vere aragostone...mi sa che stasera non mi scappa. 

Un po' di considerazioni:
- le maggiori attrazioni storiche, archeologiche, culturali e religiose del Myanmar sono davvero di primissimo livello e il turismo sta giustamente crescendo in maniera esponenziale, spero però che presto si rendano conto che se ovunque o quasi si rischia di imbattersi in discariche abusive e cumuli di immondizia la poesia ne risente...forse hanno ancora meno coscienza ecologica dei thailandesi;
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cultura birmana
- i birmani sono un popolo che ha catturato il cuore a molti e in effetti sono gentilissimi, con un pizzico di timidezza che li rende quasi teneri, sono poi onestissimi e quando li guardi subito ti lanciano un caldo sorriso;
- il turismo è una risorsa importante e l'inglese di base è conosciuto quasi da tutti; mamma mia che pronuncia terribile che hanno però: intendiamoci, sono molto lontano dall'essere uno che parla bene inglese, ma se, per esempio, "breakfast" lo pronunci "frifes" io come cazzo faccio a capire?
- ho fatto caso ai taxi, sono praticamente tutti Toyota o Honda, ecco perché hanno tutti la guida a destra, vengono tutti direttamente dal Giappone;
- riflettevo su una sorta di contrappasso sulle banane arancioni (ieri al tempio col Buddone sdraiato le ho viste sia arancioni che bruno-rossiccie)...perché no? In fondo in Uzbekistan le carote erano gialle!

myanmar diario di viaggio
considera l'aragosta
Consideriamo l'aragosta (cit. ... più o meno): ma anche a voi è successo che dopo averla mangiata le mani vi ci hanno puzzato per le 24 ore successive e a nulla sono valse l'immersione in una bacinella con acqua e limone, 2 docce e il lavaggio di mani con sapone profumato a ogni occasione possibile? 
Le file dell'immigrazione all'aeroporto Don Mueang sono talmente lente che la barba mi è diventata bianca (già i miei ultimi studenti dei corsi antimeridiani ci avevano messo del loro). Ora un altro po' di Bangkok, un giretto al mercato a fare shopping, qualche visitina sparsa e poi volo in notturna: casa (freddissima in questi giorni a quanto pare) mi aspetta.

Un'inaspettata e piacevole coda del viaggio: date le sette ore di scalo al Cairo, l'Egypt Air ha pensato bene di offrirmi una visita guidata completamente gratuita alle piramidi!
Arrivato sul posto l'emozione ha fatto immediatamente il paio con la comprensione del perché la compagnia aerea nazionale voglia incentivare anche i turisti in transito a venire fin qui: i visitatori nello splendido sito archeologico si potevano infatti contare tanto erano pochi. Certo la suggestione in questo modo ci ha guadagnato, però...
giza egitto
una puntina sul mappamondo
giza egitto
dentro una piramide
Comunque, sono finalmente riuscito a vedere l'unica delle sette meraviglie del mondo antico ancora esistente (per quelle nuove invece per ora siamo a tre...c'è ancora da lavorare!) e alla fine l'ultimo timbro sul passaporto, che è in scadenza e che quindi dovrò rinnovare prima del prossimo viaggio fuori dall'Unione, sarà proprio questo visto di transito egiziano.
Ora sono a casa, la temperatura esterna è prossima allo zero e oggi pomeriggio si torna a scuola...tristezza. Il pensiero è solo uno: quanto si sta bene nel sud-est asiatico! No no, non ho proprio finito di andare da quelle parti!

piramidi giza
cheope
giza egitto
giza
giza egitto
il nilo e il cairo

piramidi giza
punto panoramico
piramidi giza
deserto
piramidi giza
chefren

P.S. - Dopo aver pubblicato su FB l'ultimo di questi report, diverse persone mi hanno chiesto qualche delucidazione in più riguardo al tour alle piramidi. 
giza egitto
deserto
giza egitto
cheope
In aeroporto sono diverse le agenzie che propongono queste escursioni di alcune ore per approfittare degli scali lunghi e si occupano di tutto il necessario per effettuarle, tuttavia non posso dire nulla sui prezzi in quanto nel mio caso tutto il pacchetto mi è stato offerto dalla Egypt Air. In particolare durante la lunga fila per il transito un addetto della compagnia aerea nazionale era alla ricerca dei passeggeri che volavano da Bangkok a Roma per informarli dell'offerta. Riunito un piccolo gruppo ci hanno poi preso i passaporti per il timbro, portati fuori e imbarcati su un furgoncino.
giza egitto
dentro una piramide minore
giza egitto
interno della piramide
Il tour è durato alcune ore, compresi i 40 minuti di tragitto per Giza, con attraversamento del Nilo sull'autostrada, e oltre all'autista prevedeva anche una la presenza di una guida che parlava inglese fatta salire lungo la strada. All'interno del sito delle piramidi si cammina un po' accanto a quelle di Cheope e Chefren per poi raggiungere un punto panoramico al limitare del deserto da dove si può ammirare l'intera area archeologica. Successivamente si entra in una delle piramidi minori, il cui ingresso è gratuito, e si passa accanto alla sfinge, senza però arrivarle proprio sotto, per poi finire l'escursione con una visita a uno dei laboratori di essenze e profumi che si trovano in zona.
piramidi giza
una delle piramidi minori
giza egitto
nel sito archeologico
In tutta sincerità, la situazione per le strade di Giza mi è sembrata estremamente tranquilla e sicura e il fatto di vedere questo meraviglioso sito archeologico praticamente vuoto dà molto da pensare, comunque per chi si trova a fare un lungo scalo al Cairo vale sicuramente la pena di investire qualche ora e un po' di soldi per effettuare un'escursione di questo genere.


giza egitto
giza
giza egitto
nel sito archeologico
giza egitto
nel sito archeologico

giza egitto
portale
piramidi giza
cheope
piramidi giza
chefren e micerino

giza egitto
strade di giza
piramidi giza
il sito archeologico
piramidi giza
sfinge
E per concludere in bellezza, ecco il video del mio viaggio in Myanmar:


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