27-28 dicembre 2016
Quest'altra città storica, anch'essa con un passato da capitale del regno di Birmania per ben due volte tra la fine del XVIII secolo e l'inizio XIX, si trova infatti proprio a metà strada tra il Sagaing Bridge e il centro di Mandalay e possiede un patrimonio storico e culturale, seppur di grandissimo interesse, di dimensioni più limitate rispetto alle due sue illustri vicine e ben si presta ad un'esplorazione a ridosso del tramonto, quando tra l'altro l'area di maggior richiamo turistico raggiunge il massimo del suo fascino. Amarapura è inoltre la più semplice da raggiungere tra le quattro città storiche intorno alla metropoli poiché si trova a soli 8 km dal centro e a soli 4 dall'area della Mahamuni Paya (altra buona idea per concludere l'escursione giornaliera) e sono molti i pick-up che fanno la spola, senza contare che è raggiungibile anche in treno.
Provenendo da Sagaing invece si deve svoltare a destra una volta superato il passaggio al livello e l'area della stazione e inoltrarsi in una rete di pittoresche stradine, sulle quali si affacciano base case tradizionali o in muratura e dove si respira l'aria autentica birmana, fino a quando non si riesce a sbucare sul lungolago. Qui si apre un panorama davvero spettacolare, con gli stupa delle varie pagode che sorgono intorno allo specchio d'acqua che fanno capolino tra la vegetazione e la star indiscussa della zona che riempie la vista a sud.
Ad Amarapura infatti ci si viene quasi esclusivamente per ammirare l'U-Bein, il famoso ponte in teak lungo oltre un chilometro che attraversa il lago Taungthaman.
La costruzione è effettivamente molto scenografica anche se la folla di turisti e il parcheggio alla sua base ingombro di pick up tolgono un po' di poesia al panorama, ma vale comunque la pena di farsi spazio tra la folla e avanzare fino ai tratti centrali del ponte, dove arriva solo una minima parte delle persone che si ammassano intorno all'estremità occidentale (e via via che si procede verso il terminale orientale diventano sempre di meno) e dove lo scenario sul lago e sui dintorni regala emozioni intense e spettacolari fotografie. Va detto poi che uno dei pregi dell'U-Bein è che la moltitudine di persone che lo attraversano e che gli gravitano intorno non è composta solo da turisti ma anche locali che fanno la spola con la sponda orientale, dove vi sono altri templi, attività commerciali, abitazioni e anche l'Università Yadanabon, formando un quadretto quanto mai colorato ed eterogeneo in cui si può facilmente scorgere un monaco, una donna in abiti tradizionali, un pescatore col caratteristico cappello di paglia sulla sua canoa o una coppia di sposi intenti a farsi le foto.
L'area intorno all'estremità occidentale del ponte costituisce inoltre un mercato di stampo prevalentemente turistico, ma alle spalle della confusione di questo sorge la piacevole pagoda Taung Mingi, dove dietro alla costruzione principale sorge una selva di piccoli stupa colorati tra i quali regna il silenzio. Poco distante poi si trovano i due placidi monasteri Maha Ganayon e Kyo Aung Sanda, mentre sulla sponda settentrionale del lago, un paio di chilometri distanti, ci sono altre costruzioni interessanti tra cui il grosso stupa bianco Pahtodawgyi che si riflette nell'acqua e più all'interno un Bagaya Kyaung gemello di quello di Inwa, ricostruito da poco e trasformato in museo con iscrizioni e immagini di Buddha.
La visita dell'ultima delle quattro cittadine richiede invece una mezza giornata a parte. Mingun si trova infatti sulla sponda occidentale dell'Irrawaddy ma una decina di chilometri a nord di Mandalay e il modo più comodo, oltre che quello più intrigante, per raggiungerla è in battello.
I moli di partenza si trovano alla fine della 26th e non c'è bisogno di prenotare il posto ma conviene comunque arrivare con un consistente anticipo per essere sicuri di salire a bordo visto che le corse non sono frequentissime. Il viaggio di andata dura circa 45 minuti (tranne nel mio caso in cui, a causa di un avaria del motore a metà percorso con conseguente attesa all'ancora in mezzo al fiume che gli addetti riparassero il guasto, il tempo è raddoppiato, mentre per quello di ritorno che è a favore di corrente basta una mezz'ora) e permette di godere di belle vedute sulla zona del porto fluviale della metropoli e sulle sponde del grande fiume brulicanti di vita rurale e di pescatori che tendono le reti. Diversamente dalle altre cittadine, i punti di interesse di Mingun si trovano tutti in un'area piuttosto ristretta ai lati della via principale che taglia in lunghezza tutto il villaggio, che in effetti si tratta della statale che porta fino a Sagaing, e può essere coperta comodamente a piedi, anche se non è infrequente vedere curiosi carretti che portano in giro i turisti.
Dal punto dove attraccano i battelli bisogna puntare verso nord per qualche centinaio di metri attraversando una zona con alcuni locali per turisti e negozi di souvenir, oltre che il posto di controllo dei biglietti (il cui costo è cumulativo anche della visita dei principali siti di Sagaing), per poi trovarsi al lato della bianca Pondaw Paya, una pagoda secondaria ma dal'aspetto accattivante e con sul retro una scalinata fiancheggiata da statue che scende fino al fiume. Da qui bisogna percorrere ancora poche centinaia di metri per arrivare nel cuore dell'area archeologica.
Mingun, pur se come detto è di dimensioni ridotte, ospita due delle costruzioni più interessanti della regione e la prima svetta con le sue colossali dimensioni anche a diversi chilometri di distanza.
La Pathodawgyi (chiamata anche Mingun Paya) infatti è un'antica pagoda composta da un gigantesco stupa a base quadrata in mattoni che, seppur lasciato incompleto e danneggiato da un terremoto nella prima metà del XIX secolo, è alto ben 50 metri e incredibilmente massiccio e dà vita a un colpo d'occhio davvero notevole. Due scalinate inoltre permettono di risalire il suo fianco destro, da dove si apre un bel panorama, e nella stretta camera interna.
Di fronte alla pagoda, sul lato della strada che si affaccia sul fiume, ci sono le rovine di alcune colossali teste di chinthe guardiani e il sentiero che scende ad altri moli per i battelli. Andando oltre invece si costeggia un monastero moderno ma dall'aspetto piacevole e con bei giardini (e curiose statue di monaci all'interno della costruzione principale) e un padiglione che contiene l'enorme Mingun Bell, una campana di bronzo di 90 tonnellate di peso e vari metri di altezza voluta dallo stesso re che aveva commissionato la Mingun Paya, nella quale si può anche entrare all'interno.
Un paio di centinaia di metri ancora più a nord infine, dopo aver superato una fila di bancarelle di souvenir, vestiti e prodotti di artigianato, oltre a ristorantini e banchi di cibo da strada in cui fermarsi piacevolmente per una sosta o un pasto veloce, si arriva davanti alla scenografica Hsinpyumae Paya. Questa pagoda bianca ha un aspetto decisamente particolare e affascinante poiché lo stupa principale sorge rialzato al centro di sette terrazze concentriche in modo che l'insieme vada a simulare il Monte Meru, la montagna sacra per il buddismo e l'induismo.
Dai livelli superiori inoltre si aprono dei bei panorami sulla lussureggiante zona alle spalle del villaggio, nella quale si vedono sbucare diversi altri stupa, e sulla vicina Mingun Paya. Il villaggio durante la giornata è pieno di turisti e a questi sono collegate la quasi totalità delle attività locali, tuttavia l'atmosfera è piuttosto piacevole e si riesce anche scorgere qualche sprazzo di autentica vita birmana.
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L'escursione a Inwa e Sagaing prende buona parte della giornata anche girandole in autonomia con una scooter, tuttavia lascia abbastanza tempo per andare a terminare la giornata ad Amarapura.
amarapura |
amarapura |
u-bein bridge |
u-bein bridge |
sopra il ponte |
lago taungthaman |
u-bein bridge |
sposi sotto al ponte |
amarapura pahtodawgyi |
sotto il ponte |
Ad Amarapura infatti ci si viene quasi esclusivamente per ammirare l'U-Bein, il famoso ponte in teak lungo oltre un chilometro che attraversa il lago Taungthaman.
taung mingi |
pescatore sotto al ponte |
taung mingi |
amarapura |
sul fiume irrawaddy |
sul fiume irrawaddy |
sul fiume irrawaddy |
pescatori dell'irrawaddy |
pescatori dell'irrawaddy |
sul fiume irrawaddy |
La visita dell'ultima delle quattro cittadine richiede invece una mezza giornata a parte. Mingun si trova infatti sulla sponda occidentale dell'Irrawaddy ma una decina di chilometri a nord di Mandalay e il modo più comodo, oltre che quello più intrigante, per raggiungerla è in battello.
mingun |
mingun |
hsinpyumae paya |
hsinpyumae paya |
dietro al villaggio |
hsinpyumae paya |
hsinpyumae paya |
carretti |
hsinpyumae paya |
vista sulla mingun paya |
Mingun, pur se come detto è di dimensioni ridotte, ospita due delle costruzioni più interessanti della regione e la prima svetta con le sue colossali dimensioni anche a diversi chilometri di distanza.
taxi |
mingun bell |
mingun bell |
mingun |
mingun |
monastero |
statue curiose |
mingun paya |
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chinthe in rovina |
chinthe in rovina |
panorama dalla mingun paya |
pondaw paya |
pondaw paya |
mingun |
porto fluviale di mandalay |
irrawaddy a mandalay |
attracco dei battelli a mingun |
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