26-28 dicembre 2016
La seconda città del Myanmar è anche il principale centro culturale, spirituale e commerciale del nord del paese e ha alle spalle una storia che l'ha vista essere l'ultima capitale imperiale della nazione prima che gli inglesi la invadessero e le togliessero il titolo a favore di Yangon.
Nonostante praticamente tutti i turisti che viaggino attraverso questo meraviglioso paese del sud-est asiatico si trovino a fare tappa a Mandalay, in alcuni casi scegliendola, come il sottoscritto, anche come porta di accesso, la maggior parte di essi però trascura un po' la visita alle numerosissime attrazioni ospitate nel suo vasto centro urbano focalizzando più l'attenzione sugli immediati dintorni, ricchi di storia e di fascino. Anche se, tolti alcuni punti particolari, in effetti l'area urbana della città non ha un aspetto che salti immediatamente agli occhi e al cuore per gradevolezza, esplorandola con attenzione si scopre invece un enorme numero di luoghi, panorami e situazioni che non possono non fare breccia nei sentimenti di un viaggiatore.
Dall'Italia è molto raro trovare dei voli che portino direttamente nell'ex Birmania ma bisogna quasi sicuramente fare scalo a Bangkok da dove diverse compagnie, tra cui l'ottima Air Asia (per molti versi alter ego sud-est asiatico della Ryanair) permette di raggiungere in meno di due ore e con una spesa piuttosto ridotta l'aeroporto di Mandalay che si trova circa 30 km a sud della città. Qui ci sono alcune compagnie di bus e minibus che organizzano il trasferimento in centro recapitandovi direttamente davanti al vostro hotel. Nel mio caso trattavasi del M3@Sun Winner Hotel, un'ottima sistemazione ad un prezzo molto conveniente, ospitata in una struttura nuova e situata in posizione comoda e centralissima. Lo staff era gentile e parlava inglese e inoltre l'hotel stesso provvede ad affittare degli scooter, che sono sicuramente il mezzo migliore per muoversi in libertà in città e permette di raggiungere autonomamente anche le famose cittadine storiche nei dintorni.
Come detto infatti, Mandalay è una vera e propria metropoli composta per la maggior parte da una fitta rete ortogonale di strade numerate, senza nome quindi, più o meno larghe e con le varie attrazioni che si trovano anche a diversi chilometri di distanza l'una dall'altra e muoversi a piedi non è quindi un'opzione possibile.
La parte settentrionale della città è caratterizzata dalla presenza di un largo fossato quadrato di un paio di km di lato con corrispondente cinta muraria all'interno del quale si trova il Palazzo Reale. Per accedervi bisogna passare un controllo e lasciare il documento visto che è zona militare e inoltre solo la parte centrale dell'area è visitabile (il biglietto di ingresso è cumulativo e permette di entrare in diversi altri luoghi di Mandalay e anche di Inwa), ma è quella che ospita le decine di stabili in legno che compongono il palazzo stesso. Il complesso è molto interessante ed è piacevole passeggiare tra le vie e gli slarghi ammirando le varie costruzioni, in cui si può anche entrare, tra le quali spicca una torretta da cui ammirare tutto dall'alto. Anche le vedute del fossato e della grandiosa cinta muraria esterna regalano delle belle emozioni, soprattutto al tramonto.
L'area intorno allo spigolo nord-orientale del fossato è occupata da molte pagode e templi vari che si spandono alla base della Mandalay Hill, tutti siti interessanti e abbastanza scenografici ma tra i quali spicca l'assoluta bellezza dello Shwenandaw Kyaung, un impressionante monastero buddista interamente in teak finemente scolpito. Sempre in questa zona, contrassegnati da archi o da una coppia di statue giganti di chinte bianchi (creature mitologiche metà leone e metà drago), ci sono gli accessi alle due scalinate principali che permettono di risalire la Mandalay Hill dal versante meridionale e che si incontrano circa a metà scalata.
Questa collina boscosa è punteggiata da moltissimi santuari e pagode, la maggior parte di dimensioni piuttosto ridotte ma con qualcuno decisamente più grande, e le scalinate li toccano praticamente tutti. La salita è molto lunga e faticosa, soprattutto considerando che va affrontata a piedi nudi (alla base ci sono dei punti dove lasciare le scarpe custodite per pochi spiccioli), e in alcuni momenti sembra non finire mai, ma si possono fare varie tappe ammirando i santuari più importanti che conservano imponenti statue di Buddha in varie pose e nei quali pullulano bancarelle di cibo e bevande o addirittura piccoli negozi di vestiti e souvenir che vanno a formare un vero e proprio mercato.
La grande e scenografica pagoda Su Taung Pyae che si trova in cima (raggiungibile anche con una strada asfaltata e dei pulmini condivisi, ma così è come barare) e lo spettacolare panorama che spazia dall'area urbana fino e oltre il grande fiume Irrawaddy a sud e a ovest e dalle pianure del nord ai rilievi montuosi orientali ripagano però ampiamente lo sforzo, i piedi sporchi e doloranti e i quasi tre quarti d'ora di scalata più o meno ininterrotta, senza contare che non è insolito trovare qualche pensieroso monaco buddista seduto ai bordi della scalinata o intento ad osservare il panorama da uno dei belvedere che si trovano lungo il percorso. Se siete fortunati oppure avete calcolato bene i tempi potrete poi ammirare un tramonto davvero magnifico con il sole che sparendo dietro ai bassi rilievi alle spalle dell'Irrawaddy fa brillare di bianco il largo nastro d'acqua.
Il centro urbano vero e proprio si trova invece a sud del fossato del palazzo reale, compreso più o meno tra la 84th strada e la 62th in una direzione e tra la 26th (che è quella che corre a fianco del lato meridionale del fossato) e la 35th.
La zona più centrale però, dove si trovano le principali istituzioni cittadine e la stazione ferroviaria, è quella intorno alle vie 78th e 80th, che insieme a quelle già indicate e alla 73th sono le principali della metropoli e vi si possono trovare anche la maggior parte dei negozi e dei servizi, oltre che un piccolo mercato notturno. Questa parte di Mandalay non è particolarmente pittoresca, con palazzi moderni di stampo residenziale tutti di forma, colore e altezza diversa che sfilano ai lati delle strade, tuttavia guardando con attenzione e mente aperta si scoprono diverse chicche che possono catturare l'interesse.
Oltre a qualche immancabile pagoda ci si può infatti trovare di fronte a piccole moschee, templi indù e addirittura qualche chiesa, come per esempio la Cattedrale del Sacro Cuore, oppure rendersi conto che la stradina in cui si sta passando è interamente consacrata a botteghe artigiane di un particolare tipo, come per esempio quelle che di falegnameria o quelle dove vengono modellate le sottili foglie d'oro che i credenti buddisti applicano sulle statue o sulle pagode, o infine trovarsi davanti a una scena o a una situazione che rispecchia la quotidianità ma comunque dal notevole valore simbolico o tradizionale.
Molto più suggestiva e ricca di spunti interessanti è la vasta area che dal centro cittadino si allarga fino alla sponda orientale dell'Irrawaddy. La 26th strada permette di coprire in men che non si dica i circa due chilometri che separano la torre dell'orologio, che riempie l'incrocio con la 84th, dal largo viale lungofiume chiamato Strand, ma perdendosi nel groviglio di stradine che caratterizza la zona a sud della via si può scoprire la vera natura di questa grande città. Tra le stradine sconnesse dove i bambini giocano tranquilli e le basse abitazioni familiari si nascondono decine tra santuari e pagode, a partire dalla scenografica Eindawya Paya, dall'alto stupa dorato circondato da colorate strutture laterali e altari minori. Un po' più a sud invece, dopo aver attraversato un'affascinante zona di mercato si arriva alla Setkyathiha Paya, un altro grosso complesso religioso con un'alta pagoda che ha la particolarità però di ospitare in una delle zone laterali del recinto una perfetta copia di dimensioni ridotte della famosa Golden Rock, uno dei siti religiosi più importanti e venerati del paese che si trova diverse centinaia di chilometri più a sud.
Prima di arrivare al fiume bisogna attraversare il canale Thinga Yazar e anche lungo le sponde di quest'ultimo i punti di interesse non mancano assolutamente.
In particolare qualche centinaio di metri a sud della 35th strada si trovano lo splendido monastero Shwe In Bin Kyaung, anch'esso interamente in teak e gemello del già nominato Shwenandaw, e più oltre sorge il vasto Mercato della Giada, aperto solo la mattina. In corrispondenza della 26th strada invece si trova un piccolo Mercato dei Fiori e poco più a sud invece il canale è attraversato da uno stretto ponte pedonale in teak che ricorda in piccolo il ben più famoso U-Bein nella vicina Amarapura. L'estremità orientale del ponte inoltre porta alla pagoda Chanthaya e a un quartiere molto caratteristico con diversi altri templi. Lungo lo Strand infine ci sono eleganti ville e zone adibite a parco, oltre a un curioso tempio cinese, ma soprattutto ci sono i moli da cui partono i battelli che solcano l'Irrawaddy fino a Mingun o addirittura a Bagan.
Mandalay è uno dei più importanti centri religiosi del paese con un alto numero di monasteri e pagode di grande bellezza e importanza; tra tutti questi però la punta di diamante è probabilmente rappresentata dalla Mahamuni Paya, di dimensioni e spettacolarità veramente notevoli. Questa pagoda è situata circa 1,5 km a sud del centro con l'ingresso principale, anche qui con tanto di colossali chinte guardiani, su una delle piccole parallele alla via 84th (che poi si trasforma nella statale che porta a Sagaing) ed è circondata da lunghe gallerie pedonali ai quattro punti cardinali dove ci sono botteghe artigiane e negozi di souvenir e frequentata da moltissimi fedeli. Lungo la strada che costeggia la pagoda infine c'è una curiosa fila di laboratori che lavorano e scolpiscono la pietra per produrre statue di Buddha e altari votivi.
Nonostante le notevoli dimensioni la vita serale della città non è particolarmente sviluppata e non c'è una zona in particolare dove questa si concentri.
I ristoranti, a parte qualcuno di livello più elevato ed estrazione più simile a quelli occidentali, sono sparsi un po' ovunque e sono principalmente di due tipi: parecchi locali commerciali sul piano strada sono attrezzati a vere e proprie tavole calde molto economiche che esibiscono dei contenitori con le pietanze già pronte, tipicamente curry di differenti tipi di carne o pesce, cui vengono associati vari piattini di verdure e ciotole di riso bollito; molto più vivaci, gradevoli e frequentate anche dagli abitanti sono tuttavia le birrerie-barbecue con i tavoli all'aperto che spesso oltre ai piatti pronti offrono prodotti freschi da cuocere alla brace o anche con cucina espressa.
Tra quelli del primo tipo ho provato con soddisfazione il Lashio Lay, situato all'incrocio tra la 84th e la 23th, e il Tu Tu Myanmar; ma il posto migliore è stato senza dubbio uno del secondo tipo situato non lontano dall'hotel e che portava il nome di Shan Mama, dove mi hanno cucinato al volo un ottimo pesce che avevo scelto dal bancone. Comunque di locali di entrambi i tipi ve ne sono davvero moltissimi e ho il sospetto che più o meno si equivalgano tutti; da non sottovalutare poi i tantissimi banchetti di street food sparsi ovunque, in particolare nelle zone intorno alle maggiori attrazioni turistiche, dove fermarsi durante il giorno per un pasto veloce.
Come detto, di notte non c'è molto da fare e inoltre la conformazione delle strade, dove tra l'altro non ci sono i marciapiedi, non è particolarmente adatta alle camminate, ma un po' più di movimento serale c'è sul lato meridionale del fossato, che è quello più vicino al centro, dove gli abitanti amano passeggiare sull'ampio marciapiede alberato o sostare ammirando l'acqua, mentre il mercato notturno che si tiene subito a sud della torre dell'orologio è piuttosto piccolo e smonta abbastanza presto. Nonostante l'aspetto trasandato e l'illuminazione non fortissima comunque, muoversi a piedi di notte per la città è sicurissimo, vista anche l'indole pacifica e onesta dei birmani, che in generale sono gentilissimi e pronti a sorridervi ogni volta che ne incrociate lo sguardo, tuttavia anche di sera avere uno scooter (più che una bici, che molti hotel mettono a disposizione dei clienti gratuitamente, ma le distanze da coprire sono veramente notevoli) è risultato davvero comodissimo.
Post successivo: Inwa e Sagaing
fossato e mandalay hill |
fossato e mandalay hill |
statue lungo la salita |
scalinata della mandalay hill |
shwenandaw kyaung |
shwenandaw kyaung |
shwenandaw kyaung |
santuario lungo la salita |
pagoda alla base della collina |
shwenandaw kyaung |
Come detto infatti, Mandalay è una vera e propria metropoli composta per la maggior parte da una fitta rete ortogonale di strade numerate, senza nome quindi, più o meno larghe e con le varie attrazioni che si trovano anche a diversi chilometri di distanza l'una dall'altra e muoversi a piedi non è quindi un'opzione possibile.
santuario lungo la salita |
pagoda lungo la salita |
in cima alla mandalay hill |
su taung pyae |
su taung pyae |
panorama dalla mandalay hill |
su taung pyae |
panorama sulla città e sul fiume |
scalinata della mandalay hill |
monaci in osservazione |
mercati sulla mandalay hill |
chiesa lungo la 78th |
mercato notturno |
chinte guardiani |
Il centro urbano vero e proprio si trova invece a sud del fossato del palazzo reale, compreso più o meno tra la 84th strada e la 62th in una direzione e tra la 26th (che è quella che corre a fianco del lato meridionale del fossato) e la 35th.
fossato |
fossato |
fossato |
strade di mandalay |
torre dell'orologio |
palazzo reale |
palazzo reale |
palazzo reale |
mura del palazzo reale |
palazzo reale |
palazzo reale |
palazzo reale |
palazzo reale |
palazzo reale |
palazzo reale |
Prima di arrivare al fiume bisogna attraversare il canale Thinga Yazar e anche lungo le sponde di quest'ultimo i punti di interesse non mancano assolutamente.
strade di mandalay |
ingresso della mahamuni paya |
bottega nella mahamuni paya |
mahamuni paya |
gallerie di accesso alla mahamuni paya |
mahamuni paya |
mahamuni paya |
falegnamerie |
tempio indù |
laboratori di scultura |
shwe in bin kyaung |
shwe in bin kyaung |
shwe in bin kyaung |
Nonostante le notevoli dimensioni la vita serale della città non è particolarmente sviluppata e non c'è una zona in particolare dove questa si concentri.
shwe in bin kyaung |
shwe in bin kyaung |
strade di mandalay |
tempio cinese |
ponte di teak sul canale thinga yazar |
eindawya paya |
Post successivo: Inwa e Sagaing
mini golden rock |
mercato vicino eindawya paya |
eindawya paya |
cattedrale del sacro cuore |
moschea |
setkyathiha paya |
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento, sarà un piacere per me leggerlo e rispondere il prima possibile.