8 agosto 2014
Una gita di poco più di mezza giornata che vale la pena di fare quando ci trova a Samarcanda è quella a Shakhrisabz, ovvero la città che ha dato i natali a Tamerlano e nella quale il grande condottiero sarebbe dovuto essere seppellito.
verso il passo takhtakaracha |
tamerlano |
pavimento originale |
palazzo ak saray |
museo di tamerlano |
palazzo ak saray |
palazzo ak saray |
La città non è molto grande, si può girare tranquillamente a piedi e le attrazioni principali si trovano tutte nelle immediate vicinanze del viale Ipak Yoli, che taglia il centro cittadino da nord a sud.
piccola moschea su ipak yoli |
lungo ipak yoli |
La costruzione attuale (patrimonio UNESCO dal 2000, anche se non si trova in condizioni buonissime) è ciò che rimane della vastissima residenza estiva di Tamerlano, e consiste in due torrioni, una volta uniti tra loro da un arco, finemente decorati da mosaici e maioliche; poco distante da questi, un padiglione moderno racchiude una larga superficie del pavimento originale del palazzo, che alcune passerelle permettono di ammirare in maniera ottimale per apprezzarne lo splendore.
bazar |
bazar |
Ritornando sul viale principale, proprio all'inizio del suo tratto centrale, ci si trova davanti un piccolo museo dedicato sempre a Tamerlano, ospitato in una vecchia medressa restaurata allo scopo.
torut dilyovat |
moschea kok gumbaz |
cortile della moschea kok gumbaz |
Percorrendo verso sud il viale Ipak Yoli si passa attraverso un brulicare di vita cittadina, e benché i turisti non siano rari, la massa di gente per strada è prevalentemente formata da locali indaffarati a fare acquisti alle tante bancarelle al lato della strada o nei negozietti dietro al marciapiede, oppure diretta verso una delle piccole medresse o moschee che si trovano lungo la via, o infine a rilassarsi mangiando e bevendo ai tavoli all'aperto dei caffè e delle chaikana.
minareto kok gumbaz |
moschea kok gumbaz |
Circa 300 metri a sud del bazar, ma sempre circondata da bancarelle, si staglia la bella moschea Kok-Gumbaz, annunciata da una grossa cupola turchese; una breve galleria pedonale permette di accedere ad un bel cortile dominato dalla facciata della moschea con un piccolo colonnato al lato e un minareto al centro. L'interno della moschea, voluta da Ulugbek, è molto suggestivo e ricco di decorazioni, che vengono riprese anche nelle stanze del Torut Dilyovat, il complesso di mausolei, tra i quali anche quello di Sheikh ShamseddinKulyal (il tutore spirituale di Tamerlano), che caratterizza il lato orientale del cortile.
moschea kok gumbaz |
tombe del torut dilyovat |
tomba di jehangir |
tomba di jehangir |
complesso khazrati imam |
Se arrivare a Shakhrisabz da Samarcanda è estremamente agevole, il percorso inverso non è poi così immediato, poiché i taxi collettivi dopo avervi scaricato davanti ai resti del palazzo Ak Saray se ne tornano nel loro punto di stazionamento che si trova nella vicina città di Kitob, situata a una decina di chilometri di distanza, proprio alla fine della discesa dal passo (per sapere ciò ho tuttavia dovuto chiedere ad un ragazzo che faceva da guida a una famiglia di turisti e quindi parlava inglese, poiché la città è meno turistica e cosmopolita delle altre destinazioni storiche della nazione, e tra gli abitanti, che sono comunque gentilissimi, è più difficile trovare qualcuno che si destreggi nella lingua albionica).
Per arrivarci però basta prendere uno dei marshrutka per Kitob; ve ne sono in quantità nella zona di fronte alla moschea Kok-Gumbaz o lungo la strada principale a sud di questa.
complesso khazrati imam |
fedeli in preghiera |
montagne lungo la strada |
cripta di tamerlano |
cripta di tamerlano |
Alcune curiosità uzbeke:
- Mangiano sassi: nei mercati si vedono dei banconi che vendono quelli che sembrano proprio dei sassi, in realtà sono materie vegetali cristallizzate che loro mangiano come passatempo, un po' come noi con i bruscolini.
- Tutte le guesthouse, le chaikana e i ristorantini tradizionali hanno dei piccoli palchi con un tavolinetto basso al centro: è la loro tavola, gli piace mangiare semisdraiati.
- Le carote sono gialle.
- Sull'autostrada in mezzo al deserto ho visto delle strisce pedonali e, a intervalli regolari, delle sagome di cartone di finte macchine della polizia messe di traverso al lato della strada.
- In tutti i quartieri tradizionali è facilissimo imbattersi in gruppi di bambini (tanto con le strade in quelle condizioni le macchine a più di 10 km/h non ci vanno) in giro da soli, che giocano per strada e non mancano mai di salutare i turisti e talvolta di fermarli chiedendogli come si chiamano e da dove vengono (...ma in effetti lo fanno anche quasi tutti gli adulti), nessuno chiede soldi o altro, sono solo molto socievoli.
- Si vedono tantissime persone, sia uomini che donne, con le arcate complete di denti d'oro: forse pensano di essere più belli così, ma il risultato è decisamente raccapricciante.
- Nei pub (o almeno in quelli di Tashkent) per musica live si intende musica classica.
- Il nome maschile più comune sembra essere Alisher (dal grande poeta uzbeko A. Navoi) che è l'equivalente del russo Aleksej, che è l'equivalente del mio nome italiano...insomma: la maggior parte degli uzbeki si chiama come me. Un altro nome diffusissimo è Mirzo, come Ulugbek, mente di Amir Timur (ovvero Tamerlano) non ne ho sentiti; molti si chiamano anche Oybek, ma non so da dove derivi.
Leggi anche il mio diario di viaggio in Uzbekistan
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