28 dicembre 2010
volubilis |
Non vi sono autobus pubblici che permettono di coprire i circa 30 km che separano l'antica città romana da Meknes (anche se dalla stazione principale dei bus ve ne dovrebbero essere vari per Moulay Idriss), ma se non disponete di un'auto a noleggio come il sottoscritto (tra l'altro trovare la strada non è stato affatto difficile, basta dirigersi verso nord sulla statale 13, e comunque ci sono abbastanza indicazioni), potete sempre ricorrere a un comodo grand taxi.
Volubilis è il sito archeologico più grande, importante e meglio conservato del Marocco, ed è inserito nella lista dei patrimoni UNESCO. I resti dell'imponente città romana sono sparsi su un'area abbastanza ampia che si trova in aperta campagna e senza ripari, circondata da uliveti che è necessario attraversare per arrivare al sito vero e proprio.
Il bello del sito è che si può girare tranquillamente tra le rovine, senza dover seguire un percorso preciso o recintato, ed osservare da vicino i vari punti di interesse.
Della maggior parte degli edifici, che ospitavano terme, oleifici o abitazioni private, rimane poco più che le fondamenta e la parte inferiore delle mura (la maggior parte dei reperti rinvenuti, che sono molti, è conservata nel museo archeologico di Rabat); in molti casi però i pavimenti sono ben conservati e sono caratterizzati da splendidi mosaici che rappresentano una delle attrazioni principali del sito.
Da segnalare inoltre un imponente e ben conservato arco di trionfo e una basilica che conserva ancora i muri portanti e sulle cui colonne gli enormi nidi di cicogne (spesso con le cicogne dentro) aggiungono una buona dose di suggestività al paesaggio.
Per visitare il sito, percorrendo l'antica strada che attraversava l'abitato da un capo all'altro (il sito, da nord a sud, si estende su una lunghezza di circa 600 metri, anche se l'area originale doveva coprire almeno il doppio di quella finora riportata alla luce), occorrono circa un paio di ore (poi dipende dalla cura con la quale si effettua la visita).
Chiaramente avendola visitata in dicembre la temperatura non era affatto troppo alta, anzi, faceva piuttosto freddo; ma in estate piena, visto che non ci sono ripari, il sole deve rappresentare un bel problema.
A soli 4 km dalle rovine sorge la cittadina di Moulay Idriss Zerhoun, dedicata al pronipote di maometto che portò l'islam nel paese e fondò la prima dinastia reale del Marocco. L'abitato, molto pittoresco e abbarbicato sui fianchi dei primi rilievi del Medio Atlante, è inoltre considerato come città santa dell'islam e meta di continui pellegrinaggi (si dice che cinque pellegrinaggi qui equivalgono ad uno alla Mecca).
Dalla spianata dove arriva la strada (e dove c'è il capolinea di autobus e grand taxi) una strada piena di negozi e ristorantini per turisti porta alla piazza principale del paese, anche questa piena di caffé e di banchi gastronomici, in fondo alla quale si trova l'accesso al santuario che contiene il mausoleo di Moulay Idriss.
Qui i non musulmani sono costretti a fermarsi in quanto l'accesso al santuario è loro interdetto; ad entrambi i lati del portale d'ingresso però parte un dedalo di fittissimi vicoli in salita, alcuni anche ciechi, accessibili a tutti. La città vecchia infatti si apre a farfalla intorno al santuario, seguendo un asse che va da nord-est a sud-ovest, con le due ali arroccate su delle piccole alture dalle quali si può godere di un bel panorama sulla cittadina, sul santuario e sulla vallata.
È pressoché impossibile schivare la moltitudine di giovani che si offrono di farvi da guida attraverso i vicoletti indicandovi i punti di maggior interesse, quindi tanto affidarsi a uno di loro (anche se il compenso che esigono è piuttosto alto per i canoni marocchini).
Il percorso più interessante è quello attraverso l'ala di nord-est, dove vi sono i due maggiori punti panoramici (chiamati grande terrasse e petite terrasse) e una piccola medersa che sfoggia l'unico minareto cilindrico di tutto il Marocco. Per il resto la visita della cittadina è caratterizzata principalmente da scorci pittoreschi tra vicoletti e casette che la calce ha reso di un bianco brillante.
Per tornare a Meknes, per chi se la sente e dispone di un'auto, c'è anche un percorso alternativo di circa 50 km che si inerpica per la montagna fino ad un passo e poi, tra boschi di sempreverdi e punti panoramici, attraversa il massiccio dello Zerhoun per poi riscendere verso la città; tuttavia le indicazioni non sono molte e la strada non è facilissima da trovare.
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mosaici di volubilis |
volubilis |
la raccolta delle olive |
Volubilis è il sito archeologico più grande, importante e meglio conservato del Marocco, ed è inserito nella lista dei patrimoni UNESCO. I resti dell'imponente città romana sono sparsi su un'area abbastanza ampia che si trova in aperta campagna e senza ripari, circondata da uliveti che è necessario attraversare per arrivare al sito vero e proprio.
decumano maximo a volubilis |
Della maggior parte degli edifici, che ospitavano terme, oleifici o abitazioni private, rimane poco più che le fondamenta e la parte inferiore delle mura (la maggior parte dei reperti rinvenuti, che sono molti, è conservata nel museo archeologico di Rabat); in molti casi però i pavimenti sono ben conservati e sono caratterizzati da splendidi mosaici che rappresentano una delle attrazioni principali del sito.
Da segnalare inoltre un imponente e ben conservato arco di trionfo e una basilica che conserva ancora i muri portanti e sulle cui colonne gli enormi nidi di cicogne (spesso con le cicogne dentro) aggiungono una buona dose di suggestività al paesaggio.
ingresso meridionale di volubilis |
arco di trionfo |
Chiaramente avendola visitata in dicembre la temperatura non era affatto troppo alta, anzi, faceva piuttosto freddo; ma in estate piena, visto che non ci sono ripari, il sole deve rappresentare un bel problema.
cicogne a volubilis |
moulay idriss zerhoun |
basilica e cicogne |
A soli 4 km dalle rovine sorge la cittadina di Moulay Idriss Zerhoun, dedicata al pronipote di maometto che portò l'islam nel paese e fondò la prima dinastia reale del Marocco. L'abitato, molto pittoresco e abbarbicato sui fianchi dei primi rilievi del Medio Atlante, è inoltre considerato come città santa dell'islam e meta di continui pellegrinaggi (si dice che cinque pellegrinaggi qui equivalgono ad uno alla Mecca).
Dalla spianata dove arriva la strada (e dove c'è il capolinea di autobus e grand taxi) una strada piena di negozi e ristorantini per turisti porta alla piazza principale del paese, anche questa piena di caffé e di banchi gastronomici, in fondo alla quale si trova l'accesso al santuario che contiene il mausoleo di Moulay Idriss.
santuario tra i vicoli a moulay idriss |
minareto cilindrico |
È pressoché impossibile schivare la moltitudine di giovani che si offrono di farvi da guida attraverso i vicoletti indicandovi i punti di maggior interesse, quindi tanto affidarsi a uno di loro (anche se il compenso che esigono è piuttosto alto per i canoni marocchini).
Il percorso più interessante è quello attraverso l'ala di nord-est, dove vi sono i due maggiori punti panoramici (chiamati grande terrasse e petite terrasse) e una piccola medersa che sfoggia l'unico minareto cilindrico di tutto il Marocco. Per il resto la visita della cittadina è caratterizzata principalmente da scorci pittoreschi tra vicoletti e casette che la calce ha reso di un bianco brillante.
verso la piazza principale |
spianata di arrivo dei bus a moulay idriss |
caffè nella piazza di moulay idriss |
Per tornare a Meknes, per chi se la sente e dispone di un'auto, c'è anche un percorso alternativo di circa 50 km che si inerpica per la montagna fino ad un passo e poi, tra boschi di sempreverdi e punti panoramici, attraversa il massiccio dello Zerhoun per poi riscendere verso la città; tuttavia le indicazioni non sono molte e la strada non è facilissima da trovare.
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moulay idriss dalla grande terrasse |
tra i vicoli di moulay idriss |
ingresso al mausoleo di moulay idriss |
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