27-30 dicembre 2012
Raggiungere via terra la capitale della Cambogia da Bangkok non presenta difficoltà insormontabili, ma la durata del viaggio è decisamente cospicua (almeno 14 ore), soprattutto se si tiene conto che la distanza da percorrere non arriva nemmeno a 700km.
monumento all'indipendenza |
vicoli delle fabbriche di buddha |
fabbriche di buddha |
La stazione Mo Chit poi è veramente enorme e incasinata, però è molto facile trovare qualcuno/a in divisa che vi indicherà (o addirittura vi ci accompagnerà) dove sono gli sportelli che vendono i biglietti per la vostra destinazione, che se volete andare in Cambogia è Aranya Prathet, la cittadina che si trova a ridosso del confine.
Il viaggio fino al confine dura circa 4 ore e mezza, i sedili del bus sono abbastanza stretti e il panorama non è particolarmente interessante; arrivati però alla stazione dei bus di Aranya Prathet non bisogna scendere (a meno che non vogliate visitare la città, che però a quanto pare, a parte un enorme mercato pieno cambogiani che vengono a vendere la loro mercanzia qui per ricavarne qualche soldo in più, non ha niente di interessante), molti bus infatti proseguono anche per i circa 3,5 km che separano il centro dal posto di confine, dove a questo punto si può scendere, passare i controlli e varcare la frontiera (il passaggio dalla Thailandia alla Cambogia è stato piuttosto veloce e senza problemi, al contrario di quello inverso; fate però in modo di arrivare prima delle 18 perché a quanto pare poi la frontiera chiude) passando così nella città cambogiana di Poipet.
Nella piazza-rotatoria che si trova subito dopo la frontiera, sulla destra c'è la fermata di un autobus gratuito che porta fino alla stazione dei bus, dalla quale partono le corse per Siem Reap (dove ci sono i celeberrimi templi di Angkor) e per la capitale Phnom Penh.
Essendo arrivato ad Aranya Prathet verso le 16:30 e trovandomi meno di un'ora dopo alla stazione dei bus di Poipet speravo di avere un po' di tempo libero per una passeggiata e di prendere un bus notturno in modo da arrivare a Phnom Penh la mattina presto, invece l'ultimo partiva alle 18:30, cosa che, unita al fatto che io sapevo che il viaggio sarebbe durato almeno 9 ore mentre in realtà sono state solo 6 ore e mezza, ha fatto si che mi ritrovassi nella capitale all'una di notte. Il problema delle città cambogiane poi è che non hanno una vera e propria stazione dei bus, ma tanti piccoli terminal (spesso infognati in periferia in mezzo al nulla) appartenenti ad una singola compagnia.
Avendo una prenotazione in una guesthouse per la notte successiva però, ho pensato di farmi portare lì dall'anziano signore in scooter-taxi (anche qui ce ne sono molti, e anche tantissimi tuk-tuk) per vedere se avessero una camera libera, ma il tipo non conosceva la guesthouse in questione. Grazie ad una mappa sono però riuscito a fargli capire in che zona volevo andare e, benché non abbia trovato l'ostello in questione (che si è poi rivelato essere a non più di 100 metri da dove ero finito) ho trovato un'altra guethouse aperta (è abbastanza normale, ho scoperto, che le guesthouse siano aperte e con tutte le insegne accese a quell'ora di notte), la Lucky Guesthouse, dove passare la nottata.
Sia la Lucky Guesthouse che la Spring Guesthouse (quella dove avevo prenotato e dove ho passato le altre due notti) sono pulite e ben arredate, anche se il mobilio non e proprio nuovissimo (specie nella prima), e considerando che per una doppia si spendono circa 6 euro a notte e che il personale è gentile e disponibile, sono risultate essere due ottime sistemazioni (comunque mi è piaciuta più la seconda).
La zona in cui si trovano si trova a circa un chilometro dal centro, ma vi sono vari negozi e anche vari locali notturni, nelle guesthouse o negli immediati dintorni è poi possibile affittare uno scooter o una bici, che sono ideali per girare la città, che è piuttosto vasta e con la temperatura sempre sopra i 30 gradi.
Un ottimo punto dal quale cominciare la visita della città è il monumento all'indipendenza, a sud del centro storico. Da qui infatti, percorrendo la larga Norodin Boulevard verso sud per circa 300 metri, si può facilmente raggiungere una zona, il cui ingresso è costituito da un vicolo riconoscibile dalle statue e da piccoli altari esposti (e in vendita) a fianco della sua entrata, dove una vicino all'altra, incastrate in una fitta rete di vicoletti, ci sono varie aziende che fabbricano statue di Buddha o altri oggetti religiosi e che rendono l'insieme molto curioso.
Sempre dal monumento all'indipendenza si può invece puntare verso est e percorrere il grande viale con giardini dedicato al re Sihanouk e svoltare in fondo a sinistra per la Samdech Sothearos Boulevard, dove in mezzo ad un giardino pubblico spicca il monumento dell'amicizia tra Cambogia e Vietnam, dietro al quale c'è l'ingresso meridionale del Palazzo Reale e della Pagoda d'Argento.
Il Palazzo Reale è interdetto ai turisti, ma nel primo pomeriggio nella sua entrata orientale (che domina una spianata sul fiume dalla quale si può osservare il punto in cui il fiume Tonle Sap si butta nel grande Mekong) ho potuto osservare una lunghissima fila di monaci in tonaca e laici (sia uomini che donne, ma vestiti tutti uguali) che aspettavano di entrare, probabilmente per essere ricevuti in questua dal sovrano (non so se ciò avvenga tutti i giorni, però c'erano anche delle telecamere a riprenderli). Dall'ingresso meridionale è però possibile entrare per visitare la Pagoda d'Argento, il tempio religioso più importante e ricco della città, che è inserito nel complesso del palazzo (durante l'ora di pranzo chiude, riapre alle 2).
Di fronte al lato nord del palazzo si trova il museo nazionale, ospitato in un bel palazzo rosso in stile khmer, con un bel giardino nella parte centrale. Il museo è piuttosto interessante perché pieno di statue e reperti risalenti al regno di Angkor e anche di oggetti del primo novecento appartenuti alla casa reale; la visita è molto piacevole e soprattutto non molto lunga poiché il museo non è enorme (ma è gradevole sostare per un po' all'ombra nel giardino) e il biglietto d'ingresso è piuttosto economico.
Ph178, ph174 e ph240, ovvero le strade perpendicolari al fiume che arrivano al Palazzo Reale e al museo, sono piene di localetti e di bancarelle a formare un piccolo mercato per strada. Dalla zona del museo che arriva al fiume parte poi, in corrispondenza del Wat Ounalom (uno dei principali templi buddisti della città), un largo e bel lungofiume pedonale sul Tonle Sap, con panchine e muretti su cui sedersi ad osservare il fiume. Dalla parte interna del lungofiume, lungo la strada (che è invece piuttosto ingombra di macchine), e anche sulle stradine che rientrano verso l'interno, si affacciano un gran numero di bar, pub, ristoranti e locali notturni, dove la sera, ma anche il pomeriggio, c'è un gran movimento di persone che fanno della zona il fulcro principale della vita notturna cittadina.
Percorrendo il lungomare e superando uno slargo dove si tiene un mercato notturno, si raggiungono i moli da dove partono i battelli per le minicrociere sul fiume. In particolare poco prima del tramonto partono dei battelli che effettuano un giro che dal fiume Tonle Sap porta fino al Mekong, che rappresentano il modo migliore di osservare il grande fiume e la miriade di imbarcazioni che lo solcano (alcune grandi e industriali, altre piccole e tipiche, appartenenti a pescatori) e che regalano delle spettacolari vedute al tramonto sulla città.
Dalla zona nord del lungofiume, dirigendosi verso l'interno, si raggiunge facilmente il Wat Phnom, il secondo tempio cittadino per importanza, la cui caratteristica principale è quella di essere situato in cima ad una piccola altura boscosa.
Prendendo poi una delle strade che riportano verso sud ci si imbatte nello Psar Thmei, il mercato centrale, ospitato in un edificio a cupola in stile art-deco. Il mercato è molto vivace e interessante, essendo però un'attrazione turistica i prezzi ivi praticati sono sensibilmente più alti rispetto agli altri mercati cittadini; molto convenienti sono invece i banchi di gastronomia dove poter pranzare gustando molte pietanze tipiche spendendo un'inezia,
La zona immediatamente a sud del mercato poi è piena di ristoranti e bar (e vi si trovano anche alcuni dei principali locali notturni della città e qualche moderno centro commerciale) ed è molto frequentata sia di giorno che di notte.
Alcune interessanti attrazioni cittadine sono situate leggermente fuori dal centro, e senza un mezzo su ruote sono piuttosto difficili da raggiungere (come detto affittare uno scooter è una soluzione vincente, ma anche rivolgersi ai tuk-tuk non presenta problemi).
Un paio di chilometri a sud del centro si trova lo Psar Tuol Tom Pong, il principale mercato cittadino, che a differenza dello Psar Thmei non è di stampo turistico ed è quindi il posto più consigliabile per fare acquisiti di souvenir vari, tra cui i capi in seta.
Ritornando verso il centro poi è doverosa una visita al vicino museo Tuol Sleng, un ex centro di detenzione del regime dei khmer rossi. Nel complesso sono visitabili i caseggiati, appartenenti precedentemente a una scuola, dove i prigionieri (avversari politici, dissidenti, piccoli delinquenti e persone innocenti) venivano detenuti, torturati e uccisi. Sono visitabili le celle e le stanze degli interrogatori, e in alcune stanze sono esposte le foto delle migliaia di persone morte qui, alcuni loro effetti personali (e anche i resti di qualcuno di loro e le tombe delle ultime 12 vittime ritrovate dopo la "liberazione" del luogo) e alcune mostre che illustrano la storia del paese in quegli anni bui.
La visita al museo è piuttosto dura, per le immagini che suggerisce e per l'aria pesante che lo pervade, ma è molto interessante e, come detto, doverosa per poter conoscere e comprendere meglio questa macchia indelebile nella storia della Cambogia (chi ha voglia e stomaco può anche andare a visitare i campi di sterminio di Choeung Ek, dove ci sono state ritrovate le fosse comuni dove venivano sepolte le vittime del regime di Pol Pot e dove c'è anche un monumento alla loro memoria; il luogo è fortissimamente consigliato dai conducenti di tuk-tuk, e non solo a dir la verità, ma si trova circa 20 km fuori città e rimane il dubbio che il guadagno che questi hanno nel portarvici giochi un fattore essenziale nell'entusiasmo con cui ne consigliano la visita. Personalmente ho trovato sufficiente la visita al Tuol Sleng).
A nord del centro, poco dopo la stazione ferroviaria, si trova invece la zona del Boeng Kak, un lago piuttosto inquinato (che durante la stagione secca è più una spianata con degli stagni), sulla cui riva, in una stradina cieca, c'è una gran concentrazione di guesthouse economiche. La zona non presenta grandi attrazioni in sé, ma rappresenta un pittoresco spaccato di vita cittadina, e poi il tramonto sulla spianata e sull'acqua è affascinante.
Sempre se siete in scooter, potete risalire il lungofiume fino al Ponte dell'Amicizia coi Giapponesi, l'unico che attraversa il Tonle Sap, per ritrovarvi in una zona residenziale (dove stanno effettuando dei lavori per allestire un bel lungofiume anche su questa sponda) fatta di villette e giardini e dove potete arrivare fino alle rive del Mekong e osservare il grande fiume a monte della città (anche se le vedute del fiume dal battello sono ugualmente suggestive).
Phnom Penh è, in conclusione, una città molto piacevole e interessante, e merita senz'altro un paio di giorni completi dedicati alla visita; anzi, se ve la volete prendere più comoda del sottoscritto, anche qualcosa in più.
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samdech sotearos boulevard |
sihanouk boulevard |
ingresso alla zona delle fabbriche di buddha |
Il viaggio fino al confine dura circa 4 ore e mezza, i sedili del bus sono abbastanza stretti e il panorama non è particolarmente interessante; arrivati però alla stazione dei bus di Aranya Prathet non bisogna scendere (a meno che non vogliate visitare la città, che però a quanto pare, a parte un enorme mercato pieno cambogiani che vengono a vendere la loro mercanzia qui per ricavarne qualche soldo in più, non ha niente di interessante), molti bus infatti proseguono anche per i circa 3,5 km che separano il centro dal posto di confine, dove a questo punto si può scendere, passare i controlli e varcare la frontiera (il passaggio dalla Thailandia alla Cambogia è stato piuttosto veloce e senza problemi, al contrario di quello inverso; fate però in modo di arrivare prima delle 18 perché a quanto pare poi la frontiera chiude) passando così nella città cambogiana di Poipet.
museo nazionale |
museo nazionale |
museo nazionale |
wat ounalom |
ph184 |
Essendo arrivato ad Aranya Prathet verso le 16:30 e trovandomi meno di un'ora dopo alla stazione dei bus di Poipet speravo di avere un po' di tempo libero per una passeggiata e di prendere un bus notturno in modo da arrivare a Phnom Penh la mattina presto, invece l'ultimo partiva alle 18:30, cosa che, unita al fatto che io sapevo che il viaggio sarebbe durato almeno 9 ore mentre in realtà sono state solo 6 ore e mezza, ha fatto si che mi ritrovassi nella capitale all'una di notte. Il problema delle città cambogiane poi è che non hanno una vera e propria stazione dei bus, ma tanti piccoli terminal (spesso infognati in periferia in mezzo al nulla) appartenenti ad una singola compagnia.
psar thmei |
interno dello psar thmei |
banco di banane |
psar thmei |
La zona in cui si trovano si trova a circa un chilometro dal centro, ma vi sono vari negozi e anche vari locali notturni, nelle guesthouse o negli immediati dintorni è poi possibile affittare uno scooter o una bici, che sono ideali per girare la città, che è piuttosto vasta e con la temperatura sempre sopra i 30 gradi.
edificio art-deco dello psar thmei |
pagoda d'argento |
fila al palazzo reale |
Un ottimo punto dal quale cominciare la visita della città è il monumento all'indipendenza, a sud del centro storico. Da qui infatti, percorrendo la larga Norodin Boulevard verso sud per circa 300 metri, si può facilmente raggiungere una zona, il cui ingresso è costituito da un vicolo riconoscibile dalle statue e da piccoli altari esposti (e in vendita) a fianco della sua entrata, dove una vicino all'altra, incastrate in una fitta rete di vicoletti, ci sono varie aziende che fabbricano statue di Buddha o altri oggetti religiosi e che rendono l'insieme molto curioso.
pagoda d'argento |
pagoda d'argento |
Il Palazzo Reale è interdetto ai turisti, ma nel primo pomeriggio nella sua entrata orientale (che domina una spianata sul fiume dalla quale si può osservare il punto in cui il fiume Tonle Sap si butta nel grande Mekong) ho potuto osservare una lunghissima fila di monaci in tonaca e laici (sia uomini che donne, ma vestiti tutti uguali) che aspettavano di entrare, probabilmente per essere ricevuti in questua dal sovrano (non so se ciò avvenga tutti i giorni, però c'erano anche delle telecamere a riprenderli). Dall'ingresso meridionale è però possibile entrare per visitare la Pagoda d'Argento, il tempio religioso più importante e ricco della città, che è inserito nel complesso del palazzo (durante l'ora di pranzo chiude, riapre alle 2).
lungofiume |
pagoda d'argento |
wat phnom |
wat phnom |
ingresso orientale del palazzo reale |
Ph178, ph174 e ph240, ovvero le strade perpendicolari al fiume che arrivano al Palazzo Reale e al museo, sono piene di localetti e di bancarelle a formare un piccolo mercato per strada. Dalla zona del museo che arriva al fiume parte poi, in corrispondenza del Wat Ounalom (uno dei principali templi buddisti della città), un largo e bel lungofiume pedonale sul Tonle Sap, con panchine e muretti su cui sedersi ad osservare il fiume. Dalla parte interna del lungofiume, lungo la strada (che è invece piuttosto ingombra di macchine), e anche sulle stradine che rientrano verso l'interno, si affacciano un gran numero di bar, pub, ristoranti e locali notturni, dove la sera, ma anche il pomeriggio, c'è un gran movimento di persone che fanno della zona il fulcro principale della vita notturna cittadina.
wat phnom |
chedi del wat phnom |
Dalla zona nord del lungofiume, dirigendosi verso l'interno, si raggiunge facilmente il Wat Phnom, il secondo tempio cittadino per importanza, la cui caratteristica principale è quella di essere situato in cima ad una piccola altura boscosa.
boeng kak |
zona del boeng kak |
La zona immediatamente a sud del mercato poi è piena di ristoranti e bar (e vi si trovano anche alcuni dei principali locali notturni della città e qualche moderno centro commerciale) ed è molto frequentata sia di giorno che di notte.
psar toul tom pong |
museo tuol sleng |
psar tuol tom pong |
Alcune interessanti attrazioni cittadine sono situate leggermente fuori dal centro, e senza un mezzo su ruote sono piuttosto difficili da raggiungere (come detto affittare uno scooter è una soluzione vincente, ma anche rivolgersi ai tuk-tuk non presenta problemi).
Un paio di chilometri a sud del centro si trova lo Psar Tuol Tom Pong, il principale mercato cittadino, che a differenza dello Psar Thmei non è di stampo turistico ed è quindi il posto più consigliabile per fare acquisiti di souvenir vari, tra cui i capi in seta.
tuol sleng: le tombe delle ultime 12 vittime |
museo tuol sleng |
museo tuol sleng |
tuol sleng: le celle |
Sempre se siete in scooter, potete risalire il lungofiume fino al Ponte dell'Amicizia coi Giapponesi, l'unico che attraversa il Tonle Sap, per ritrovarvi in una zona residenziale (dove stanno effettuando dei lavori per allestire un bel lungofiume anche su questa sponda) fatta di villette e giardini e dove potete arrivare fino alle rive del Mekong e osservare il grande fiume a monte della città (anche se le vedute del fiume dal battello sono ugualmente suggestive).
il tonle sap visto dal ponte |
battelli per le crociere |
il mekong |
Phnom Penh è, in conclusione, una città molto piacevole e interessante, e merita senz'altro un paio di giorni completi dedicati alla visita; anzi, se ve la volete prendere più comoda del sottoscritto, anche qualcosa in più.
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il grande mekong |
tramonto dal battello alla confluenza dei due fiumi |
phnom penh dal battello |
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