lunedì 9 luglio 2012

LatinoAmerica parte 8: Arequipa, il sud del Perù e il nord del Cile

11-12 agosto 2011
arequipa
portici a santa catalina
arequipa
ufficio turistico di arequipa
I trasferimenti in bus in Perù sono stati i più faticosi del viaggio, quindi per effettuare l'ultimo spostamento ho deciso di spendere qualche soldo in più (sempre meno di quanto si spende in Argentina però) e prendere un biglietto della compagnia Cruz del Sur, quella con i mezzi migliori e più lussuosi del paese. E in effetti la differenza si è vista, a partire dal fatto che hanno un terminal proprio, non lontano dalla stazione centrale dei bus di Cusco, moderno e funzionale, anche se piccolo, e molto organizzato, con l'ingresso ai mezzi che ricorda i gate degli aeroporti. I bus sono poi molto belli, comodi e spaziosi.
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portici di santa catalina
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cortile di santa catalina
Il viaggio di quasi 500km (di strade piuttosto tortuose, tanto che richiede quasi 9 ore) per Arequipa, che si è svolto interamente in notturna, è stato dunque piuttosto leggero, e alle 7 di mattina ero in uno dei due terminal della città, fresco e riposato e pronto all'esplorazione della seconda (per grandezza ed importanza) città del  Perù, patria dello scrittore premio nobel Mario Vargas Llosa.


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chiostro di santa catalina
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santa catalina
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esterno di santa catalina








Arequipa possiede due terminal dei bus uno affianco all'altro (chiamati rispettivamente Terminal Terrestre e Terrapuerto), situati circa 4 km a sud del centro, ma nello spiazzo che li divide non è difficile trovare un taxi che per pochi spiccioli e in pochi minuti vi porti fino alla Plaza de Armas
L'ostello Home Sweet Home, pur essendo abbastanza spartano, è risultato comunque molto economico e confortevole, nonostante fosse piuttosto affollato, in particolare da una comitiva di adolescenti americani piuttosto numerosi e rumorosi; e poi era situato in una zona molto comoda dietro la chiesa di San francesco.

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alloggi delle monache
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salone museo a santa catalina
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forni negli alloggi

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santa catalina
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santa catalina
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abitazioni di santa catalina


La città è molto piacevole e con un clima ottimo (essendo situata a soli 2300 metri, alle 9 di mattina ero già in maglietta). La sua particolarità è quella di avere molti edifici costruiti con il Sillar, una pietra tufacea bianca ricavata dai vulcani nei dintorni, che le ha valso il nome di Città Bianca nonché il titolo di patrimonio dell'umanità dell'UNESCO (in realtà solo le chiese e gli edifici pubblici, oltre a poche case private, sono costruiti in Sillar, ma l'effetto è comunque notevole, soprattutto di notte).
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vicoli di santa catalina
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vicoli di santa catalina
L'attrazione principale della città è però il meraviglioso monastero di Santa Catalina, un grande complesso organizzato come una piccola città nella città, dove tra viali, chiostri e piccole piazze si può anche entrare nelle abitazioni delle monache, dai muri colorati di azzurro o arancio, e osservare le loro stanze spartane e i locali comuni come le cucine e i forni. Al momento solo una piccolissima parte del monastero è abitata (e quindi inaccessibile ai turisti) ma nel periodo di massimo splendore il convento ospitava parecchie centinaia di suore, e adesso rappresenta una delle attrazioni turistiche più importanti e interessanti del Perù (e, tra l'altro, uno dei posti che ho apprezzato maggiormente dell'intero viaggio).
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il chachani
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piazzetta a santa catalina
Altro punto forte di Arequipa è la presenza in un piccolo museo cittadino di Juanita, la mummia perfettamente conservata di una ragazzina inca vissuta circa 500 anni fa e trovata congelata da una spedizione sul nevado Ampato, a quasi 6000 metri di quota, nel 1995 (probabilmente era stata sacrificata del suo popolo per placare il vulcano).
Interessante è poi la Plaza de Armas, la grande piazza cittadina con giardini al centro e circondata per tre lati da portici, mentre il quarto lato è dominato dalla fiancata della cattedrale, che è costruita interamente in sillar e presenta degli interni molto ricchi e una balconata da cui si gode un bel panorama sulla piazza, ma soprattutto sui tre grandi vulcani che incombono sulla città a nord: El Misti (5900m), il Chachani (6075m) e il Pichu Pichu (5700m).
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compagnia de jesus
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portici del chiostro
Girovagando per il centro, che è in realtà non troppo esteso, ci si può concedere una passata al grande mercato centrale (dove consumare un pranzo tipico spendendo pochissimo); una visita a qualcuna delle chiese costruite in sillar, come quella di San Francisco o della Compagnia de Jesus; oppure al sobborgo residenziale di Yanahuara (situato oltre il piccolo fiume Chilli che delimita il centro cittadino), che non è niente di superlativo ma è interessante per avere uno spaccato di vita reale cittadina (comunque la qualità della vita ad Arequipa è piuttosto alta, cosa che la rende tra l'altro una città molto sicura) e per una spianata con palme in cui sono presenti una belvedere sulla città caratterizzato da degli archi e da una chiesa, tutto costruito in sillar.
Molto piacevole è anche una passeggiata serale per il centro, visto che la temperatura continua ad essere gradevolissima, le strade sono piene di gente e le costruzioni in sillar acquistano un fascino maggiore grazie anche ad un'illuminazione adeguata.

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santa catalina
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camera da letto di una monaca
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santa catalina
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san francisco
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refettorio di santa catalina
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banca in sillar

Una visita completa della città non richiede più di una giornata intera; Arequipa però è la base di partenza per delle escursioni nella vicinissima Reserva National Salinas y Aguada Blanca, una zona caratterizzata da lagune salmastre e paludi situata subito dietro i tre grandi vulcani (mete anch'essi tra l'altro di interessanti escursioni che richiedono almeno due giorni).
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mercatino a san francisco
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sala interna del convento
Un centinaio di chilometri a nord poi ci sono due impressionanti canyon: il Colca e il Cotahuasi, il primo più famoso e meglio servito dalle agenzie turistiche, ma il secondo è riconosciuto essere il canyon più profondo del modo; e la città è il luogo ideale dove organizzare le escursioni per queste due mete turistiche e per i due vulcani che le dominano, l'Ampato (6300m) e il Coropuna (6425m). Arequipa insomma è il posto dove gli amanti della montagna potranno togliersi molte soddisfazioni.
Purtroppo io tutto questo tempo a disposizione non lo avevo, e dopo solo un giorno e una notte sono dovuto ripartire alla volta del Cile.

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strada di arequipa
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costruzione in sillar
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chiesa di santa catalina
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interno della cattedrale
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strade di arequipa
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mercado central

A parte il fare bene attenzione da quale dei due terminal parte il bus che vi interessa, il tragitto verso Tacna non comporta nessuna difficoltà. Appena usciti da Arequipa però si entra nel deserto costiero peruviano, che poi evolve in quello più famoso di Atacama, uno dei più aridi della Terra. Durante le sei ore di durata del viaggio, dalla strada si possono osservare dei paesaggi aspri e grigi, ma notevolmente affascinanti, interrotti ogni tanto da qualche vallata che la presenza di un fiume rende colorata del verde della vegetazione creando così una netta e curiosa contrapposizione.
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el misti
juanita (dal web)
In due di queste oasi sorgono rispettivamente la città di Moquegua, che per chi ha tempo è un posto interessante dove fermarsi vista la colorata piazza centrale progettata da Gustave Eiffel e la presenza di numerose costruzioni coloniali, religiose e civili, dai caratteristici tetti spioventi e dalle balconate a cassettoni; e quella di Tacna, ovvero la stazione di arrivo del bus, l'ultima città peruviana prima del confine con il Cile, più grande e meno interessante della prima anche se ospita comunque qualche chicca come un importante museo ferroviario e un grande e curioso arco parabolico che ne impreziosisce l'estremo acuto della piazza triangolare, il cui lato opposto è invece dominato dalla cattedrale.

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cattedrale di arequipa
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portici di plaza de armas
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plaza de armas
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il belvedere di yanahuara
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il chilli e il centro visti da yanahuara
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plaza de armas









Per attraversare la frontiera con il Cile vi sono varie opzioni: il bus che parte dal terminal internazionale di fronte alla stazione dei bus, comodo ma poco frequente; il treno, che è il mezzo più economico e, a quanto dicono, affascinante, ma anche il più lento e con degli orari scomodi; per me che avevo fretta invece, il mezzo più pratico e veloce è risultato essere il taxi collettivo, il cui terminal si trova vicino alla stazione dei bus, basta andare lì e chiedere e vi metteranno sul primo mezzo disponibile. 
Sono montato così su un macchinone (autista compreso eravamo in 6, con tutti i bagagli) che dopo qualche chilometro di deserto mi ha portato alla frontiera; lì l'autista ci ha fatto scendere e ci ha accompagnato ad espletare le formalità e poi ci è venuto a riprendere dall'altra parte per portarci fino ad Arica, la prima città cilena dopo il confine. Il tutto ha richiesto un paio di ore, e sono arrivato a destinazione senza problemi appena dopo il tramonto.

piccolo canyon verde nel deserto
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cattedrale
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banca in sillar in notturna

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museo santuarios andinos (juanita)
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chiesa in sillar


Arica si trova sul mare ed è una città gradevolissima, soprattutto per la temperatura sempre compresa tra i 18 e i 25 gradi (è detta infatti la città dell'eterna primavera, e inoltre pare che non piova mai).
strada nel deserto
deserto costiero peruviano
Merita sicuramente una sosta (ed era ciò che contavo di fare), sia per alcune attrazioni turistiche come el Morro, un'altura panoramica a picco sul mare, o un museo antropologico con delle mummie, ma soprattutto per le spiagge. È inoltre base di partenza per le escursioni al parco nazionale di Lauca, con il lago Chungarà (a 4500 metri di quota e dal colore verde smeraldo), il vulcano Parinacota (6350m) e varie lagune, villaggi caratteristici e siti archeologici.
Purtroppo però gli autobus per Calama e San Pedro de Atacama non sono molto frequenti; e così, visto che ce n'era uno dopo un paio di ore, e per il successivo avrei dovuto aspettare un giorno e mezzo, sono dovuto ripartire subito, senza poterle dare neanche un'occhiata veloce, alla volta del famigerato deserto di Atacama.

deserto
deserto
tacna




1 commento:

  1. Vorrei vederlo tutto il sud America! ..per il momento ho iniziato dal Brasile, poi spero di arrivare a Cile e Perù (per il momento mi accontento dei vicini di casa peruviani ehhehe)
    un saluto (sono Roby1984it di trivago!)

    PS: ti ho linkato :)

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