31 luglio - 2 agosto 2011
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la paz e il monte illimani |
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vicoli di la paz |
Il viaggio da Uyuni a La Paz è stato sicuramente migliore del suo precedente. Un po' perché le nove ore abbondanti richieste sono tutte in notturna (non potendo ammirare perciò tutta la zona del lago Poopò e della cordigliera centrale, però dormendo almeno passano subito), e poi perché, a parte il primo tratto corrispondente a circa un quarto del percorso, la strada è asfaltata. L'autobus poi è più che decente e ha il riscaldamento, ovvero una copertina in dotazione per ogni poltroncina.
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el prado |
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la paz "bassa" |
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calle jaen |
In molti dei viaggi in notturna che ho effettuato sui bus sudamericani infatti, complice sicuramente la stagione invernale, si moriva di freddo (in particolare in quello per Iguazù, in quello per Potosì, in questo e in quello per Cusco), quindi conviene sempre portarsi qualcosa per coprirsi.
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la cattedrale |
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vicino calle sagarnaga |
E si moriva di freddo anche all'arrivo a La Paz. L'unico inconveniente del viaggio infatti, è stato quello di arrivare a destinazione alle 5 di mattina e, ai 3650 metri di quota media cui si trova la città, la temperatura era veramente rigida. Visto che a quell'ora è tutto chiuso ho dovuto fermarmi nella stazione dei bus, che è grande e abbastanza animata anche di notte, ma talmente piena di spifferi da risultare quasi come se fosse all'aperto, ad attendere che incominciasse la vita mattutina della metropoli boliviana.
Verso le 8 mi sono poi avventurato, spinto dai consigli della guida LP, nel quartiere retrostante la chiesa di San Francisco e il mercato coperto Lanza, dove in effetti vi sono molti ostelli e guesthouse dignitose e dai prezzi molto bassi. Trovato alloggio in uno degli ostelli di calle Murillo (una singola con bagno in comune a circa 6 euro a notte) ho potuto finalmente spingermi alla scoperta della città.
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calle jaén |
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sopocachi e san pedro |
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plaza murillo |
Nuestra Señora de La Paz, politicamente parlando la più importante città boliviana visto che vi risiede il governo, si presenta al viaggiatore con uno spettacolare colpo d'occhio: un'ampia conca andina è infatti completamente riempita di case e delimitata a ovest dalla gigantesca mole del monte Illimani (che supera i 6400 metri di altezza) e a est da un'altopiano ad oltre 4000 metri di quota dove sorge la città satellite (ma che ormai per numero di abitanti ha superato la stessa La Paz) di El Alto.
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museo de la coca |
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san francisco |
Ciò che colpisce dell'insieme, maestosità a parte, è anche il netto contrasto tra le zone più in alto, fatte da casette basse e poco pretenziose, e la parte bassa della vallata (che si trova pur sempre a circa 3300 metri di quota) caratterizzata dalla presenza di numerosi grattacieli e di zone residenziali più ricche.
Girando per il centro della città scopro però a malincuore che il colpo d'occhio è l'unica cosa veramente notevole della città.
Un grande viale ottimo per lo struscio, chiamato comunemente El Prado (e quel giorno arricchito anche da una moltitudine di stand per una festa cittadina), scende seguendo il centro della vallata dal terminal dei bus, passando davanti alla barocca chiesa di San Francisco, fino alla parte bassa con i grattacieli, dove c'è anche l'università e il quartiere residenziale benestante di Sopocachi, oltre che una grande area verde chiamata parque urbano.
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san francisco |
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quartiere mercato |
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interno di san francisco |
Nella parte occidentale della conca si trova la zona storica, con la bella Plaza Murillo, dove si affacciano anche la cattedrale e un paio di palazzi governativi, e una piccolissima parte (ristretta ad un paio di stradine al massimo) che ha conservato ancora il tipico aspetto coloniale. Salendo per le ripidissime stradine in salita si può arrivare fino ai quartieri più poveri, dai quali però si può godere di un bel panorama sull'altra metà della conca e sulla zona moderna.
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cimitero |
La parte orientale della conca invece, pur non ospitando nessun monumento di particolare rilievo, rappresenta sicuramente l'attrazione principale della città. Partendo dalla famosa calle Sagarnaga (a fianco della chiesa di San Francisco, sempre lei), le vie più in basso che la intersecano hanno un aspetto molto caratteristico e ospitano, oltre al famoso museo della coca (che non è niente di che, solo una raccolta di pannelli informativi conditi da qualche reperto o macchinario), una moltitudine di botteghe di souvenir, ma soprattutto di negozi dove si possono acquistare dei capi d'abbigliamento in lana di alpaca provvisti di certificato statale di autenticità e a prezzi piuttosto bassi (non ho idea di quanto possa costare in Italia un maglione di lana d'alpaca, ma non credo neanche lontanamente che si possa acquistarne uno di altissima qualità pagandolo meno di 20 euro come ho fatto io!).
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tiwanaku |
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tiwanaku |
Mano a mano che si sale, le stradine pavimentate a pietra e i negozietti lasciano il posto all'asfalto e ad un coloratissimo insieme di banchi di frutta e verdura, carne, pesce, cianfrusaglie varie, calzature e vestiti, che vanno a formare un estesissimo e movimentatissimo mercato che si rinnova ogni giorno e dove è possibile anche pranzare con pochissimi soldi.
Continuando ancora a salire, superata una grande rotonda dal centro della quale si gode di una bellissima vista sul monte Illimani, si arriva fino al cimitero cittadino, nei pressi del quale ci sono alcune piccole agenzie di minibus, mediante le quali è possibile raggiungere comodamente e velocemente le rovine dell'antica Tiwanaku.
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tiwanaku |
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porta del sole |
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tempio kalasasaya |
La seconda mattina quindi, dopo aver rifatto tutta la salita fino al cimitero, l'ho impiegata per la visita ai resti dell'antica capitale della cultura pre-incaica. Il minibus impiega circa un'ora e mezza per arrivare a destinazione, attraversando El Alto, le cui casette basse e semifatiscenti unite alle strade polverose testimoniano come la città-dormitorio sia nettamente più povera di La Paz (però è da segnalare all'altezza di uno svincolo della superstrada la presenza di una curiosa statua di Che Guevara fatta con pezzi di metallo), e poi percorrendo tutto l'altopiano fino a scorgere in lontananza le prime propaggini del lago Titicaca.
Durante il viaggio si superano anche alcune alture dalle quali, da uno spiazzo a fianco della strada adibito a belvedere (si può chiedere al conducente del minibus di fermarsi), si può godere di un panorama spettacolare su tutto l'altopiano e sull'intera cordigliera reale (con molte cime sopra i 6000 metri, a partire dall' Illimani, fino ad arrivare all' Illampù e all'Ancohuma).
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tiwanaku |
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il villaggio di tiwanaku |
Tiwanaku è ora un piccolo villaggio lungo la strada per il lago Titicaca, ma l'area archeologica (patrimonio UNESCO) piuttosto vasta ne testimonia l'antico splendore. Grazie ad un biglietto cumulativo si possono visitare vari siti archeologici (tutti piuttosto piccoli tranne quello principale) e il museo, che contiene vari resti e un paio di grandi monoliti. L'area principale è abbastanza interessante, (pur essendo stata abbondantemente saccheggiata) con i resti di una piramide a gradoni e di vari templi (dei quali rimangono solo le fondamenta e parti dei muri perimetrali). In particolare il tempio di Kalasasaya, conserva anche le scale, una maestosa porta d'ingresso e alcune statue di divinità, e altri templi, le cui pareti sono semisotterranee, hanno ancora dei fregi con teste di pietra. Il reperto più importante è tuttavia la porta del sole, ricavata da un unico grande blocco di pietra e con sopra dei fregi scolpiti.
La visita del sito richiede al massimo qualche ora, e già nel primo pomeriggio si può fare ritorno in città, ma comunque ne vale la pena, anche perché a La Paz non ci sono molte cose da vedere.
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tiwanaku |
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piramide a gradoni |
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cordigliera reale |
In effetti, fermarsi quasi tre giorni a La Paz è stato superfluo, visto che ho passato l'ultima giornata, nell'attesa di salire sul bus che mi avrebbe portato in Perù, a girovagare per il centro saltando a caso da un mezzo pubblico ad un altro (bus o minibus, tanto sono economicissimi) cercando qualche chicca o un bello scorcio (e finendo davanti ad entrambi gli stadi); tuttavia la città, pur non essendo particolarmente bella, esercita un forte fascino e merita sicuramente una sosta per assaporarne l'aria particolare che vi si respira e godere del colore che la caratterizza.
Curiosità: vi è un numero elevatissimo di botteghe di barbieri e parrucchieri, e ho incontrato molte bande musicali studentesche che provavano per strada.
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sopocachi
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che guevara a el alto |
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bande studentesche |
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